Frequency1×01 Pilot

Series Premiere Raimy, una giovane detective, si ritrova a poter comunicare via radio con il padre, morto 20 anni prima. Cercherà di salvarlo o il destino è immutabile? E che conseguenze può avere sul presente l'alterazione di un evento nel passato? Tante serie hanno trattato il tema, ma Frequency lo fa particolarmente bene, spostando il focus dal viaggio nel tempo ai personaggi coinvolti e riuscendo così ad appassionare. Per voi la recensione del pilot.

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Lo dicevamo durante il recap di Timeless: i viaggi nel tempo, nell’attuale panorama seriale, sono il nuovo trend, e se NBC ci ha provato con un procedurale di dubbia fattura, la CW tenta una strada diversa che, a giudicare da questo primo episodio, sembra decisamente aver pagato.

Frequency è quella serie che non ti aspetteresti mai da una rete come la CW, che per una volta abbandona il proprio target giovanile (per non dire adolescenziale) per puntare su una serie dai toni decisamente più adulti e più drammatici. Le tematiche presenti non differiscono di molto dalla cugina in onda sulla NBC, anzi: la possibilità di influire su eventi passati per modificare il corso della storia, il dualismo tra destino e libero arbitrio, sono i grandi temi che entrambe le serie affrontano ma che Frequency riesce a integrare in un drama coinvolgente e ben costruito. Laddove infatti Timeless falliva e perdeva colpi, ossia nella costruzione dei personaggi, Frequency invece fa centro, creando dinamiche interessanti tra i due protagonisti che trascendono il viaggio nel tempo e diventano universali.

frequency 1x01 pilot recensione

La trama ruota intorno a Raimy Sullivan, una giovane e rampante detective di New York. Il pilot ne crea un ritratto a tutto tondo, facendocela conoscere attraverso il rapporto con il fidanzato Daniel, con la madre, con i colleghi poliziotti e con gli amici d’infanzia. La storia inizia il giorno del suo 28° compleanno, che coincide purtroppo con il ventesimo anniversario di un terribile episodio: il padre Frank, a sua volta detective, è infatti deceduto nel 1996 durante un’operazione sotto copertura finita male. Ma, per uno strano scherzo del destino, la vecchia radio di Frank riprende a trasmettere e in poco tempo scopriamo che Raimy può in questo modo comunicare proprio con suo padre, in una sorta di filo diretto con il 1996. Le diffidenze iniziali, dovute sia all’incredulità e alla stranezza della situazione sia al senso di abbandono che Raimy ha provato durante tutta la sua vita, vengono superate lentamente: l’episodio si prende il suo tempo, dà modo ai protagonisti – e a noi – di metabolizzare l’incredibile novità e di iniziare a conoscersi e ad aprirsi sempre di più l’uno con l’altra.

I viaggi nel tempo sono una componente secondaria: il centro sono i personaggi

Ma il momento fatidico della morte di Frank si avvicina, e Raimy tenta la carta più estrema: utilizzando le informazioni ottenute in anni di indagini, la detective sfida il destino e cerca di avvisare il padre e tenerlo lontano dalla sparatoria che l’avrebbe ucciso. Il tentativo disperato funziona: Frank si salva e sopravvive. Raimy lo percepisce, sente che qualcosa è diverso, e infatti intorno a lei tutto il mondo è cambiato: la nuova timeline ha sostituito la precedente modificando tutti gli eventi degli ultimi 20 anni e innestando nuovi ricordi nelle persone. Raimy è l’unica a mantenere memorie di entrambe le timeline – spesso confondendole – e si rende conto così di un’amara verità: la nuova timeline, per certi versi, non è affatto migliore della precedente. In questa nuova versione dei fatti, Frank è comunque morto, seppur anni dopo, in un incidente; Raimy non ha mai conosciuto Daniel, che ora frequenta un’altra, e la madre di lei è caduta vittima di uno spietato serial killer – che nella vecchia linea temporale aveva smesso di uccidere e che ora invece appare ancora in attività – al posto di un’altra malcapitata.

frequency 1x01 pilot recensione

La trama di Frequency intriga e coinvolge, mantenendo lo spettatore con il fiato sospeso per tutta la durata del pilot. Lo sconvolgimento dello status quo conseguente alla modifica di un evento passato è l’unico vero trait d’union con Timeless, mentre tutto il resto risulta notevolmente migliore: il pilot si prende il suo tempo senza mai annoiare, ci presenta i protagonisti, ci fa ambientare in una timeline per poi sconvolgercela e sostituirla con un’altra. In un certo senso, l’immedesimazione con Raimy è totale, e il senso di disorientamento dovuto alla nuova realtà arriva come una mazzata tanto per lei quanto per lo spettatore. In particolare, il focus è posto sul rapporto padre-figlia, e in questo gli autori hanno fatto un lavoro egregio: grazie a dialoghi particolarmente azzeccati e all’interpretazione degli attori, decisamente all’altezza, passa forte e chiara l’idea di due persone che tentano di riallacciare un rapporto perduto vent’anni prima. Anche le sottotrame, come quella del rapporto con Daniel o il complotto ai danni di Frank, risultano ben ponderate e complementari alla trama principale, integrandola e non deviando l’attenzione dello spettatore. Al contrario di Timeless, il viaggio nel tempo è un elemento in secondo piano: sono i personaggi il centro di tutto, esattamente come piace a noi e come crediamo dovrebbe essere.

L’unica pecca, se così vogliamo definirla, risiede nella durabilità: il pilot, in fin dei conti, potrebbe benissimo funzionare come una storia a sé stante, un vero e proprio film, ed è difficile immaginare una lunga serialità per un prodotto del genere senza “scadere” nel banale procedurale. Le premesse sono ovviamente molto interessanti, resta da capire quale sarà il percorso che gli autori decideranno di far intraprendere ai protagonisti: l’indagine per fermare il serial killer sembra essere il fil rouge tra le due timeline e molto probabilmente su questo misterioso personaggio verterà gran parte della trama, ma ci riserviamo di vedere i prossimi episodi per avere un’idea più chiara della direzione che Frequency ha intenzione di prendere.

Insomma, Frequency è una sorpresa inaspettata, una serie che riesce a far leva sui propri protagonisti e su un tono più drammatico per differenziarsi dalla massa e confezionare una storia sui viaggi nel tempo appassionante e non banale. E non è poco. La curiosità, lo ammettiamo, è tanta.

4.5

 

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