SpecialiLucca Comics and Games: quando essere nerd diventa moda

Una FreakOut-panoramica sull'ultima edizione del Lucca Comics and Games, che dopo 50 anni continua a sbancare. Tra fumetti, giochi di ruolo e cosplay, le serie tv si sono ormai imposte nel panorama della cultura pop. E SerialFreaks non s'è fatto sfuggire l'occasione per una visita.

Correva l’anno 1966 quando la città di Lucca decise di ospitare la seconda edizione del Salone Internazionale dei Comics; inizialmente era qualcosa di sperimentale che tuttavia ebbe grande presa sul popolo lucchese e fece nascere nel 1968 l’associazione culturale Immagine-Centro di Studi Iconografici, che avrebbe dovuto occuparsi di organizzare il Salone.
E invece, crebbe – a tal punto che dopo la XII edizione si decise di trasformare l’evento in biennale. Da qua, attraversando vari problemi di finanziamenti e cambi al vertice, si arriva al 1993 quando l’evento diventa ufficialmente Lucca Comics, per poi acquisire anche l’area Games nel 1995. Nel 2016, Lucca Comics and Games ha compiuto 50 anni.

Questa storiellina, pennellata rapidamente con un sunto degno di Ungaretti, è raccontata in maniera molto più poetica da Zerocalcare – che quest’anno ha persino dedicato alcune delle sue tavole all’eroina protagonista del poster, sempre disegnato da lui: Lu. Colei che ogni autunno, da ben 50 anni, accoglie sempre più persone desiderose di vivere quattro, cinque giorni immersi in interessi che solitamente sono bollati come “da sfigati”: fumetti, videogiochi, cosplay, serie tv. Lucca regala una fuga dalla realtà davvero inimmaginabile per chi non c’è stato almeno una volta: non è qualcosa che si può spiegare.

Lucca Comics and Games Zerocalcare Freakout

Eppure, c’è un dettaglio che in questi anni è cambiato ed è diventato sempre più evidente: il mondo nerd, fatto di gente considerata infantile o sconnessa dalla realtà delle cose, impegnata a rincorrere draghi e creature di carta piuttosto che fare vita sociale considerata “canonica”, fa sempre più gola. E se ne sono accorti tutti. Quante sono le persone che conoscete che sono state almeno una volta a Lucca, anche solo “per vedere com’è”? Se da un lato il mondo nerd ha sempre avuto la tendenza a ghettizzarsi da solo, dall’altra è innegabile che quando le grandi produzioni hanno cominciato a interessarsi a questa fetta di mercato è stata una boccata di ossigeno per qualcosa che, altrimenti, sarebbe collassata su se stessa.

Lucca Comics and Games FreakOut

Lucca Comics and Games adesso è diventata una manifestazione di caratura mondiale, con ospiti illustri e internazionali (citiamo solo, tra i tanti, Frank Miller!), vetrina privilegiata per qualsiasi prodotto che appartenga alla cultura pop. Esatto, dai sottoscala e dagli scantinati, i manuali di giochi di ruolo e le collezioni di fumetti sono diventati oggetti pregiati, di grande valore – soprattutto economico – in una totale rivalutazione di ciò che viene considerato figo. E passatemi il termine assolutamente colloquiale.

SerialFreaks c’era. Io c’ero, come ogni anno o quasi – quando il tempo e le finanze me lo permettono – e confesso che ogni volta è davvero come tornare a casa. Specialmente perché le serie tv, col passare delle edizioni, sono diventate un fenomeno sempre più grande, arrivando a guadagnarsi padiglioni interi e schiere di fan urlanti. O in cosplay, ovviamente. Impossibile non citare l’ultima, sconvolgente morte di The Walking Dead e la quantità di fanciulle disperate che gironzolavano per Lucca con in mano cartelli che recitavano: l’avete visto?

Tutto il padiglione Warner Bros sfoggiava il suo parco serie DC: da Arrow a The Flash, fino ai più recenti DC Legends of Tomorrow e Supergirl; altrove, sulle mura di Lucca, capeggiava uno degli androidi di Westworld e nel cuore della città una grande Ellcrys ricordava a tutti gli appassionati di The Shannara Chronicles che, adesso, l’Eterea è salva grazie ad Amberle.
Fox e Sky, inutile dirlo, si sono guadagnati un posto di assoluto rilievo anche in una manifestazione come Lucca Comics and Games, attirando a sé tutti quelli che di fumetti o giochi di ruolo non capiscono granché e preferiscono quanto c’è di più accessibile al grande pubblico. Senza rinunciare alla qualità, ovviamente.

Lucca Comics and Games FreakOut

Insomma, se domenica si è arrivati a vendere 80.000 biglietti e finire sold out – più di un tot, le mura e i padiglioni di Lucca non riescono a contenere, per legge e sicurezza – un motivo ci sarà. La cultura popolare, fatta di serie tv e divertimenti che in passato venivano snobbati come qualcosa di seconda categoria, sta diventando sempre più radicata in una società che adesso guarda ai grandi attori in modo diverso. Fino a dieci anni fa, se facevi parte del cast di una serie tv era perché Hollywood non ti voleva più; adesso, se non reciti in una serie tv non sei più nessuno. I budget a disposizione per le serie, gli sceneggiatori, il cast: tutto dimostra come gli interessi del pubblico stiano virando sempre di più al formato 40-50 minuti. E come ogni produzione intelligente dovrebbe fare, gli si regala qualcosa di qualità.

C’è chi definisce i fumetti una forma d’arte, chi scrive saggi sullo storytelling televisivo, chi sviscera nel dettaglio la psicologia dietro i giochi di ruolo o i videogiochi – con tutto il relativo contorno di patologie. Si potrebbe toccare l’argomento Youtube, ma servirebbe un FreakOut a parte anche solo per capire come sia diventato un fenomeno talmente “ingombrante” da meritarsi un padiglione a parte fuori dalle mura di Lucca: il Palayoutuber. Come giocatori di League of Legends siano considerati atleti veri e propri, con sponsor e salette vip, come gente mascherata da Pokémon attiri sguardi e apprezzamenti da tutti quanti.

Lucca Comics and Games FreakOut

Potremmo guardare a tutto questo con superiorità, certo. Ma chiunque abbia visitato il Lucca Comics and Games, anche solo una volta, non potrà che rimanere affascinato dalla gioia che satura le stradine del borgo e dalla passione che qualsiasi espositore o autore invitato mette in quello che fa. Guardare serie tv è solo un modo per sentirsi parte di tutto questo.
Arrendetevi, nostalgici nerd: la vostra cultura è diventata famosa.