SpecialiL’amore è una cosa seria(l)

C'è un mondo televisivo (oltre a quello post-mezzanotte) che è ancora in grado di raccontare l'amore in forme nuove e originali. Uno speciale tutto cuori che potreste aver trovato sul Cioè (ma anche no).

Nella settimana di San Valentino non potevamo tirarci indietro e non curiosare nei cortili del cuore delle serie, che più di altri prodotti culturali (con buona pace dei puristi) riescono a interpretare ed essere espressione di una società che cambia repentinamente, ma in cui l’amore, da secoli, sembra fare da collante, con le dovute evoluzioni.

Sì, perché al di là del sentimento profondo, il cui nucleo di affettività inesplicabile infiamma le relazioni, esiste una facciata di costrutti sociali che cambia in base al contesto storico e sociale e, come un fossile, lascia traccia nella TV. Un media che agisce su fronti diversi, quando cerca di anticipare, confermare o recepire le preferenze di un pubblico sempre più vasto, che ama nelle forme più disparate possibili e cerca (anche) una legittimazione che passi dal seriale televisivo. Così, la narrazione erotica, già sconfinata per millenni di racconti, si tinge di nuove sfumature pur raccontando un sentimento vecchio quanto il mondo.

the end of f***ing world season 1 recap

Prendiamo un prodotto come The End of the F***ing World, esempio recente (e chiaramente esasperato) di un sentimento che si fa largo attraverso canali prima inusuali, ma adesso sempre più comuni per gli adolescenti. In un mondo in cui l’anticonformismo sconfina spesso nel suo opposto, trovare forme di amore originali non è semplice, ma la serie Netflix riesce a tracciare bene i connotati distintivi di una rivolta contro il mondo che pian piano accetta anche il sentimento amoroso. 13 Reasons Why da questo punto di vista è una serie che, al di là di alcune criticità più volte sottolineate e di una qualità spesso stiracchiata, riesce a cogliere gli aspetti di una generazione i cui sentimenti necessitano di protesi elettroniche. L’incomunicabilità tra AnnaClay (e il resto del gruppo) s’infrange nel momento in cui parte il play delle audiocassette, rivelando un mondo di emozioni e violenze altrimenti perduto.

In questo la serie è, anche se meno esplicita, erede del compianto Skins, capace di scardinare le norme del buonismo televisivo dei teen drama a là Dawson Creek, colpendo duro con la complessità di sentimenti che fino ad allora erano bidimensionali. Intendiamoci, non è un giudizio di valore: non si tratta di dire “questa generazione è peggiore della precedente”; non possiamo criticare un DM perché non ha il sapore stropicciato di una lettera d’amore. Gli strumenti sono funzionali per definizione. Lo sa bene Black Mirrorche su questo tema ha impostato il suo successo e ci ha costruito due degli episodi d’amore più discussi degli ultimi anni.

San Junipero è stato vivisezionato in ogni suo testo e paratesto, scandagliato in ogni frame cercando il segreto del suo successo. Una storia d’amore che trascende i limiti della corporeità (e quindi della temporalità) e della bigotteria (di genere e di età), sentimento nuovo in due amanti anziani, rigenerati e rinvigoriti all’interno di un fuoco che più della realtà simulata dell’incantevole cittadina anni ’80 li terrà in vita. A tratti simile, ma al contempo molto diverso è Hang the DJil più recente episodio erotico della serie di Charlie Brooker. Anche in questo caso abbiamo una relazione che sfida il comune sentire e le norme sociali (di una finta società), finendo per dare in loop (o quasi) il medesimo risultato: amore vero ma dal lieto fine non necessariamente scritto, scandito dall’implacabile 99,8% che lascia un minimo margine di rottura.

Nel panorama abbastanza canonico (non per questo meno intrigante) delle relazioni all’interno delle serie, spiccano tra gli altri alcune piccole eccezioni, come il sentimento omo-erotico che lega i due protagonisti di Hannibalfinemente sviscerato con minuzia e maestria da una sceneggiatura capace di non calcare mai la mano su certe esplicitazioni e lasciare decantare le emozioni nell’arco di tre appassionanti stagioni esteticamente inappuntabili, servendo un piatto dal gusto insolito ma estremamente ben cucinato. L’abbraccio finale tra i due uomini è il climax di un inseguimento quasi cortese se non fosse per le tinte rosso sangue di cui è intrisa la relazione.

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Sangue che funge da pretesto per la tormentata ossessione amorosa di Danny per Alex in London Spyconfermando il freudiano luogo comune di eros thanatos. Anche in questo caso troviamo un amore atipico, sviluppatosi nell’arco di una puntata e condizionante il resto della (breve) stagione, muovendosi tra le atmosfere della spy story per raccontare in realtà il difficile rapporto tra verità e menzogna all’interno di una coppia, declinato secondo un’estrema soluzione.

Infine ci permettiamo di segnalare quell’enorme capolavoro seriale che è The Leftovers, erede e perfezionatore di quell’analisi dei rapporti umani che ha reso celebre Lost, capace di incastonare all’interno di un biblico contrasto tra fede e ragione la complessa relazione tra Nora Kevingli Adamo ed Eva del post-Eden, profondamente complicati da personali nevrosi e ossessioni, determinati tanto ad affrontare da soli la fine del mondo e i propri spettri quanto a ritrovarsi poi a parlare e piangere insieme delle battaglie perse, mano nella mano a stringere i colori caldi di un’alba.