Fortitude2×07 Episode Seven – 2×08 Episode Eight

Qualche nodo inizia a venire al pettine in Fortitude: tra vespe e virus, esperimenti, rituali sciamanici e demoni in procinto di risvegliarsi, i tasselli del puzzle iniziano a trovare la loro collocazione. L'attenzione è alta, e la resa degli episodi non delude le aspettative.

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Stiamo ancora riprendendo fiato da Episode Six, con il suo assurdo colpo di scena, e Fortitude infila una doppietta di ottimi episodi che finalmente chiariscono gli intenti di ogni personaggio, delineando i collegamenti tra le varie sottotrame con sorprendente nitidezza.

Episode Seven

La scomparsa di Hildur, nonostante comporti un’innegabile perdita nell’economia della serie, non porta in ultima analisi ad un impoverimento dei contenuti, ma a un naturale passaggio di consegne. Si dà innanzitutto più spazio a Dan, al suo tormento e alla sua maledizione: il primo confronto a viso aperto con Vladek, sciamano per cui il fine giustifica i cruenti mezzi, incardina il suo ruolo a cavallo tra protagonismo e antagonismo; il demone che è in lui – o meglio, l’essere sopravvissuto alle vespe – lo ha reso sì praticamente invulnerabile, ma lo porterà alla follia. Ammettiamo di fare fatica a capire quando siamo davanti al “demone” e quando a Dan Anderssen, a causa della recitazione perennemente sopra le righe di Richard Dormer; solo il suo sguardo tradisce qualcosa, ma in definitiva è la parte malvagia a vincere la battaglia, arrivando a uccidere Elena.

Dan: I was a dead man, lost with all the other dead men. And now I’m alive, and they have you all to themselves.

Il testimone dell’intrigo politico passa nelle mani di Natalie, insospettita dal risveglio di Elena ma inconsapevole del rapporto tra Munk e la dottoressa Khatri. Forse è prematuro dire che sarà la prossima a venire fatta fuori, ma visto l’andazzo mettiamo le mani avanti. Ci interessa un po’ meno delle frecciatine di Vincent, un po’ più della sua vista ritrovata, ma non se ne fa più esplicito riferimento, il che ci porta a pensare che possa essere anche lui nella stessa condizione di Dan, ma secondo differenti circostanze.

L’incursione del russo e l’incidente finale fortunatamente risollevano un segmento di episodio altrimenti inutile

Eric intanto inizia a indagare sulla sparizione di Hildur, ignaro della sua morte, riuscendo nel suo lavoro peggio del solito – come se fosse possibile essere più inetti – incrociando la famiglia Lennox senza cavarne un ragno dal buco. Michael è in viaggio con Rune e Yeva, verso il laboratorio in cui il corpo del primo sopravvissuto alle vespe veniva analizzato. La spedizione è sorprendentemente fallimentare, e Yeva viene mostrata essenzialmente come una fattona disposta a tutto per ottenere il succo di renna, tanto da portare mezza famiglia Lennox in un capannone sperduto a raccattare due funghi. L’incursione del russo e l’incidente finale fortunatamente risollevano un segmento di episodio altrimenti inutile, se l’attenzione cade sull’assenza di bulbi oculari del cadavere: forse il sangue di renna e gli occhi cavati hanno un collegamento meno incidentale di quello già osservato con Hindermith.

La sequenza finale di Episode Seven rigira il coltello nella piaga, con il ritrovamento del corpo di Hildur davanti a una Fortitude esterrefatta, primo tra tutti Munk, mentre Dan – o il demone che lo controlla – dà dimostrazione della sua abilità sovrannaturale resistendo alla temperatura mortale dell’Artico.

Episode Eight

Se già nel precedente episodio la strada del paranormale è stata parzialmente abbandonata, in Episode Eight Fortitude si rimette prepotentemente sui binari della razionalità e della scienza. Non è nuovo per la serie giocare a cavallo tra magia e biologia, ma l’impronta reale data a tutta la narrazione ha sempre avuto la meglio, e francamente non si poteva auspicare altro.

Gli interessi di Khatri e Munk si focalizzano ora su Dan Anderssen, nuova potenziale cavia di laboratorio da cui estrarre preziose informazioni genetiche: il demone è semplicemente un effetto collaterale del parassita delle vespe a cui è sopravvissuto, mentre le alterazioni al suo DNA costituiscono la base dell’infezione. Non solo, Munk è in realtà assoggettato a forze esterne – le stesse per cui lavora Khatri – che hanno guidato il loro arrivo a Fortitude per indagare sull’epidemia di vespe preistoriche e conseguenze annesse. A farne le spese è Natalie, infettata dall’oncocercosi per mano di Khatri, a dimostrazione che la donna e il suo associato sono disposti a tutto pur di raggiungere importanti risultati sperimentali. Gli ultimi secondi dedicati alla prossima inconsapevole vittima della cospirazione sono particolarmente suggestivi, e si stringe un po’ il cuore mentre vediamo il rivolo di sangue uscire dal suo occhio.

Dan – o il demone – dà una decisa accelerata alle indagini, arrivando ad imboccare Petra e Ingrid, suggerendogli l’identità dello sciamano. È chiaro il suo intento di mettere i bastoni tra le ruote al suo rituale, il quale si presuppone porterebbe al risveglio di Dan; non crediamo sarà tutto così facile, e siamo fermamente convinti che alla fine, dovesse accadere, sarà un semplice gioco di allucinazioni spacciato per magia.

Si fa chiarezza anche su parecchi punti oscuri riguardanti persone e animali impazziti: è in corso un’altra epidemia, stavolta di oncocercosi, appena passata da Vukobejina e diretta verso Fortitude, che ha contagiato gli animali e presto arriverà anche agli uomini; Vladek non ha tutti questi poteri magici, ma è semplicemente un aiuto elettricista che, minacciando il suo superiore Ketil Blakstvedt, è riuscito a manomettere l’elettricità quanto basta per arrivare da Tavrani e tagliargli la lingua. Insomma, niente magia.

Con Episode Eight la tavola è imbandita, tutto è al suo posto e tutti i misteri sono risolti, tranne due: chi manovra Munk e Khatri (e perché), e se il rito sciamanico sarà reale o se si tratterà di un semplice gioco di suggestione. Diamo l’addio ufficiale a Hildur e a Elena, e ci prepariamo alla lotta furiosa tra scienza, sciamanismo e il tanto atteso demone. Fortitude, persino nel momento cruciale, in cui è facile perdersi in un bicchiere d’acqua, continua a non deludere le nostre aspettative: tolto un montaggio un po’ troppo serrato e a tratti confusionario, che rende quasi necessaria una doppia visione dell’episodio per capire al meglio il dipanarsi della trama, l’eccellenza per questi episodi è dietro l’angolo.

4

 

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