The Flash3×19 The Once and Future Flash

Mentre a Central City fa sempre più freddo, Barry continua a cercare risposte che lo potrebbero aiutare nella battaglia contro Savitar. Questo lo porterà otto anni nel futuro, dove scoprirà come le conseguenze del suo fallimento abbiano distrutto non solo le vite dei suoi cari, ma anche l'essenza stessa del Team Flash.

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Con un mese di pausa alle spalle, la terza stagione di The Flash fa il suo ritorno su The CW, con un episodio verso il quale le aspettative erano piuttosto elevate e che si rivela essere un filler senza troppe pretese: eppure, ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che, se si tratta di Arrowverse e, più in particolare, del Velocista Scarlatto, l’hype che si tende a fomentare è spesso uno degli ostacoli più grandi alla godibilità del prodotto, quasi mai degno delle speranze che i fan riponevano.

Non che ci fossero molti motivi per essere in fibrillazione, se si ragiona con il senno di poi. Conoscere il Team Flash del futuro è un’idea attraente quanto banale, come sottolineato dall’estrema prevedibilità della trama verticale e dalla sua assoluta inutilità per il prosieguo della lotta contro Savitar. Dopo viaggi nel passato e rapidi sguardi a ciò che sta per accadere, era solo questione di tempo prima che il nostro Barry Allen facesse il definitivo “salto” di qualità, andando di propria volontà nel futuro per ottenere consigli e risposte per quanto riguarda la propria corsa – a tutti gli effetti – contro il tempo, per impedire al Dio della Velocità di uccidere la donna amata. Ciò che non convince, dunque, non è tanto la scelta di un ulteriore viaggio nel tempo per il protagonista, quanto l’ennesimo episodio totalmente slegato dalla trama orizzontale, che cerca nell’espediente della realtà alternativa un’esca per stuzzicare il più possibile la curiosità del pubblico: dopo averci portato su Terra-2 e nella Forza della Velocità, dopo averci offerto un weekend a Flashpoint, dopo averci mostrato sogni e realtà alternative ad intervalli regolari, era piuttosto prevedibile che The Flash trovasse difficoltà nell’interessare i suoi spettatori attraverso i medesimi schemi narrativi.

Perché nonostante la forma cambi, la sostanza resta invariata. Stessi attori che interpretano personaggi leggermente diversi, vittime di un cambiamento repentino a causa di qualche paradosso spazio-temporale o, più semplicemente, di un evento traumatico destinato a sconvolgere le loro menti e le loro vite. Se quindi da un lato possa fare un certo effetto vedere Cisco con delle protesi al posto delle mani, Wally su una sedia a rotelle e incapace di intendere e di volere, Joe devastato dalla morte della figlia e Barry sfiduciato e arrendevole (come potevamo benissimo immaginare), questo breve soggiorno nel 2024 non aggiunge nulla di nuovo ad una serie che ha già dimostrato troppe volte, nel corso dell’ultima stagione, di non saper più dove andare a parare. E, purtroppo, non bastano neanche dei Rogues potenziati (e quasi assenti) o un costume con qualche altro inserto d’oro – più simile al corrispettivo fumettistico – per aggiustare la situazione.

Inoltre, un’altra diretta conseguenza di questo tipo di filler è l’eccessiva fretta con cui si tenta di risolverli, spesso appiattendo le nuove versioni dei personaggi introdotti a figure bidimensionali, prive di un sufficiente raziocinio e di una dignitosa credibilità narrativa. È il caso del Barry Allen del futuro, il quale, incarnando l’archetipo dell’eroe sconfitto dagli eventi e ormai disperato verso ogni possibilità di recupero, non solo non accoglie di buon grado la visita del suo sé stesso più giovane, ma cerca anche di persuaderlo a desistere dai tentativi di salvare Iris. Insomma, la resa può anche essere comprensibile, ma almeno un tentativo per aiutare il nostro Barry a salvare la sua futura moglie e cambiare il futuro sarebbe stato sicuramente più in-character.

A bilanciare le deludenti azioni dei due Flash ci pensa però l’ultima arrivata negli STAR Labs, l’attesissima Killer Frost. Dopo la morte fisiologica della dottoressa Snow, il suo demone interiore e meta-umano ha potuto finalmente liberarsi nello scorso episodio, prendendo il sopravvento e fuggendo dai laboratori, non prima di aver intrapreso uno scontro breve ma molto piacevole da vedere contro i vecchi amici della povera Caitlin. Seppur faccia male al cuore vedere la dottoressa Snow in questo stato, vittima di personalità multiple e ormai incline al lato oscuro, l’arrivo del suo alter-ego su Terra-1 costituisce una delle speranze maggiori che la serie ha per migliorare; se già nella scorsa stagione abbiamo potuto apprezzare l’inaspettata e ammaliante interpretazione di Danielle Panabaker nei panni della glaciale meta-umana, in questo The Once and Future Flash tutto si fa più intenso, sia perché si tratta della nostra Caitlin che vuole congelare i suoi più cari amici, sia perché la scissione tra le due identità diventa più evidente. Anche grazie alla sua imminente alleanza con il villain della stagione, Killer Frost riesce ad attirare l’attenzione di tutti già con pochissime scene, tra le quali spicca senza dubbio il dialogo con Barry ambientato nel futuro.

Pur con i limiti del caso, questa terza stagione di The Flash riesce dunque ad avere ancora dei margini di miglioramento, che potrebbero portare a degli episodi finali addirittura esplosivi: fondamentale risulta essere, ormai, la rivelazione dell’identità di Savitar, intorno alla quale è stata costruita un’aspettativa quasi viscerale. Se da un lato questo graduale vedo-non vedo può essere vincente per spingere gli spettatori a proseguire nella visione, il rischio di deludere tutti si fa sempre più reale: che anche questa volta The Flash abbia voluto andare più veloce delle proprie potenzialità, correndo (è il caso di dirlo) il pericolo di inciampare rovinosamente nei suoi stessi passi?

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