Everything Sucks!Season 1 Recap: un tuffo nostalgico nei favolosi anni ’90

Questa nuova serie ci porta in una piccola e anonima cittadina dell'America di metà anni novanta per mostrarci ai problemi di un gruppo di liceali, tra primi amori, amicizie al banco di prova dell'adolescenza e l'ambizioso progetto di girare un film.

7.0

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’ondata nostalgica che ha trascinato gli spettatori a rivivere gli anni ’80. Partendo da Super8 nel 2011, c’è stato un vero e proprio effetto valanga che ha prodotto la serie cult Stranger Things, l’ottima Dark e ha portato anche alla nuova trasposizione di It, attualizzata e spostata in avanti cronologicamente di trent’anni.

Adesso Netflix con questa nuova serie compie il passo successivo e avanza di un decennio, abbandonando gli ormai abusati anni ’80 per arrivare agli anni ’90.
Everything sucks! infatti è ambientato nel 1996 nella ridente cittadina di Boring, Oregon. Un nome che è tutto un programma per i suoi abitanti, ma che fortunatamente non si riferisce alla serie: i dieci episodi che la compongono scorrono via con piacere e la loro lunghezza limitata (tra i venti e i venticinque minuti a episodio) rende la rendono ideale sia per accompagnare un pasto rapido che per dedicarsi a una velocissima maratona.

“Hai notato che i turisti non entrano mai in città?Arrivano all’insegna, si fanno una foto e vanno via.”
“Beati loro.”

All’inizio lo spettatore è catturato dall’effetto nostalgia. L’abbigliamento dell’epoca, l’attesa e i dubbi per il nuovo film di Star Wars, gli Oasis, i bambolottini dei Trolls, il tamagochi, quei vecchissimi televisori a tubi catodici con le tacchettine del volume verdi che già ci sembravano quasi digitali, i personal computer con la connessione a internet a 56k e le pagine che si caricavano con lentezza esasperante, le telecamere ingombranti, l’assenza di cellulari, ma anche i classici ereditati dal passato come il gruppetto di ragazzini più o meno nerd ed emarginati, o la passione per il cinema e il club audio/video. Un’epoca che, fermandoci a riflettere, sembra più vicina agli anni ’80 di cui siamo tanto abituati a leggere e a vedere (ma anche agli anni ’50, direi) piuttosto che all’epoca moderna, malgrado sia passata giusto una ventina di anni e fosse già tecnologicamente avanzata rispetto agli anni precedenti.

Il revival degli anni ’90 potrebbe essere la prossima moda…

Comunque questo effetto nostalgia non potrebbe certo trattenere a lungo l’attenzione, per quanto sia un ottimo espediente per far guardare i primi episodi; arriviamo così alle tematiche portanti della stagione, che sono bene o male tre: la relazione tra Luke e Kate, la sessualità della ragazza e Intergalactic Lust.

Luke e Kate sono i protagonisti della storia, anche se seguirà principalmente il punto di vista del ragazzo. Luke è appena arrivato al liceo assieme ai suoi amici, che si avvicinano abbastanza al classico stereotipo dei nerd/sfigati, ed è appassionato di cinema. Punta da subito al club audio/video, in precedenza ha già girato dei corti con i suoi amici e il padre per lavoro realizzava video ai matrimoni prima di fuggire via da Boring, dalla moglie e dal figlio.
La relazione di Luke con Kate, o meglio il fatto che Luke si innamora di Kate, è il motore da cui parte ogni vicenda in questa prima stagione.

È per via di questa relazione che si deteriorano i rapporti con gli amici di sempre, poco a poco esclusi da chi prima passava tutto il suo tempo con loro e che adesso invece ha la testa occupata da un’altra persona.

È per via di questa relazione che i due ragazzi si mettono nei pasticci con il club di teatro e per risolvere questo problema si inventano l’idea di girare un film unendo i due club.

È per via di questa relazione che si conoscono la mamma di Luke e il padre di Kate, due genitori single per motivi diversi, con storie diverse alle spalle, ma con in comune l’enorme amore per i propri figli e l’essere disposti a tutto per la loro felicità.

Ed è sempre per via di questa relazione che a un certo punto partono con la vecchia macchina del padre di Luke per andarsene a Portland a vedere un concerto di Tori Amos (presente in molti episodi come idolo di Kate, pur purtroppo non comparendo mai se non come voce), un evento che risulterà importantissimo sia per il rapporto tra i due ragazzi che per la crescita della stessa Kate.

Ma questa relazione appare da subito difficile, particolare.
Se da un lato fa tenerezza vedere Luke preparare piani per chiederle di uscire (malgrado le paure egoistiche di McQuaid che la cosa possa finire male e avere ripercussioni negative anche sui suoi amici) e addirittura girare il video di Wonderwall per dichiararsi in televisione davanti a tutta la scuola, sul fronte Kate inizialmente non sappiamo come inquadrare la ragazza.
Il suo comportamento tipico sembra quello di una persona spaventata e in certi momenti si può pensare lo sia per la prima relazione della sua vita, per le conseguenze di uscire o mettersi con Luke o di rifiutarlo, per il primo bacio.

Invece c’è molto di più, quella che diventa la tematica più importante della serie.

Riguardo la sessualità di Kate inizialmente gli indizi sono talmente vaghi che neanche li prendiamo in considerazione.
Sottrae una rivista pornografica dal garage di Luke per guardarsela a casa, in camera sua, ma in quegli anni non c’era internet, sul momento si immagina si tratti di normale curiosità adolescenziale, anche quando il padre la interrompe prima che possa andare oltre. Del resto, la sua camera è piena dei classici poster di cantanti e attori, e di cartelloni composti da immagini e scritte ritagliate da riviste.

Poi abbiamo la scena con Emaline negli spogliatoi, dove la ben più matura ragazza (membro del club di teatro, che già abbiamo conosciuto come una persona dai modi teatrali e dal bisogno di essere considerata e apprezzata) nota che Kate la osserva da lontano, le si avvicina spavalda, la costringe a toccarla per poi gridare a tutte le compagne che l’ha palpeggiata, che è una lesbica.
Anche qui, Kate la osservava chiaramente, ma si pensa all’invidia verso la compagna più sviluppata, più estroversa. E poi le azioni di Emaline la qualificano chiaramente come una bulla, quindi non ci pensiamo troppo, in fondo Kate non ha fatto assolutamente niente.

Invece procedendo diventa sempre più chiaro come la ragazza sia quantomeno insicura riguardo la propria sessualità. Si dichiara infine lesbica a Luke appena dopo averlo baciato, ed è da questo momento che il comportamento di Luke diventa disdicevole.

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Se già prima, quando era evidente l’insicurezza di Kate per la loro relazione, lui l’aveva quasi costretta a procedere (probabilmente senza neanche averci ragionato sopra, ma comportandosi semplicemente nel modo in cui immaginava di doversi comportare per dimostrarsi un vero uomo), come quando si era preso la colpa del disastro con il club di teatro per poi rinfacciarglielo, adesso il ragazzo mostra il peggio dei comportamenti del suo tempo cercando quasi di curarla dalla pericolosa omosessualità che Kate pensa di provare, ma che ovviamente non può essere: lui è innamorato di lei, quindi lei deve rispettare il copione e amarlo di rimando.

A momenti sembra quasi comprendere la situazione, calandosi nel ruolo di amico senza più aspettarsi nulla, ma ormai la crisi di Luke è dietro l’angolo e quando questa arriva si porta dietro tutto il cast, trascinato con uno stupefacente effetto domino in un vortice di incomprensioni e cattiverie. Si riscatterà solo nel finale, quando tornerà in sé e indosserà nuovamente i panni di un personaggio positivo.

D’altro canto, però, una volta che Kate scende a patti con se stessa accettando di essere diversa dalle persone che la circondano, tutto per lei sembra sistemarsi, come per magia, malgrado l’ostilità di Luke.
Una delle cose più sorprendenti in quegli episodi finali è la metamorfosi di Emaline: l’attrice che la interpreta, Sydney Sweeney, ha sette anni più di Kate/Peyton Kennedy e questa differenza, finché Emaline rimane la ragazza che abbiamo conosciuto nei primi episodi, si vede molto. Del resto Emaline ha diciassette, diciotto anni, è più grande di Kate (interpretata addirittura da un’attrice più piccola del personaggio stesso) e veste in modo appariscente, con un look spesso da Lolita proprio per esaltare la sua passione per la recitazione. Truccata, con i capelli curati, sempre in personaggioÈ solo quando viene a mancare la figura di Oliver, cioè il motivo per tutti quei comportamenti sopra le righe della ragazza, che avviene la metamorfosi e nella camera di albergo in California Kate si trova davanti una Emeline struccata, al naturale, che sembra per la prima volta davvero una sua coetanea.

E poi ovviamente abbiamo Intergalactic Lust, il film girato dai ragazzi, il progetto nato per caso da idee improvvisate da Kate e Luke e maturato grazie al lavoro congiunto dei club di teatro e audio/video.
L’opera prima di Luke come regista con veri attori.
Un film che vediamo nascere e crescere, con i casting e con le scene girate, con la ricerca delle location, con i problemi degli attori e i problemi tecnici, con i montaggi e con il nervosismo crescente mentre si avvicina il momento della prima.
Un film che profuma della fantascienza degli anni ’80 e ’90, che ci porta a chiederci se davvero in America i liceali erano in grado di tirare fuori cose del genere e che permette sia ai protagonisti che a noi di lasciarci ogni tanto alle spalle i problemi amorosi dei ragazzi per divertirci con questi aspiranti attori e registi, tra macchine volanti, alieni dalla pelle blu, trame strampalate ed effetti speciali artigianali.
Ci si ritrova ad appassionarci per le scene che conosciamo del film, a sperare che la prima vada bene, che tutti si divertano e che il film abbia successo.

Non ci dispiacerebbe nemmeno vederlo, questo film!

Insomma, in definitiva si tratta una serie veloce che attira con la nostalgia e poi tiene legati a sé per questa manciata di episodi grazie a Luke e Kate, malgrado quasi ogni altro personaggio sia tratteggiato in maniera estremamente approssimativa.

Porcamiseria
  • 6.5/10
    Storia - 6.5/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 7.5/10
    Emozione - 7.5/10
7/10

Riassunto

Una serie che gioca molto sulla nostalgia per gli anni ’80 offrendoci un teen drama non particolarmente originale ma ben strutturato, che anche grazie alla breve durata riesce a mantenere alto l’interesse dello spettatore.

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7/10 (1 vote)

Porcamiseria

7

Una serie che gioca molto sulla nostalgia per gli anni '80 offrendoci un teen drama non particolarmente originale ma ben strutturato, che anche grazie alla breve durata riesce a mantenere alto l'interesse dello spettatore.

Storia 6.5 Tecnica 7 Emozione 7.5
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