Questa seconda puntata di Empire pone le prime basi per una stagione che si preannuncia di fuoco, creando un ponte tra la grandezza della prima serie e ciò che ci aspetta. Tutto dipende da quanto risulterà essere resistente questo ponte.
Gli avvenimenti all’interno del carcere sono sicuramente uno dei punti caldi dell’episodio. Ritroviamo il pm Roxanne Ford, sempre più determinata a ripulire il mondo dell’hip-hop, tanto da togliere a Lucious le medicine indispensabili per la sua malattia, pur di convincerlo ad accettare il patteggiamento e spifferare i nomi. Oltre alla “bitch with cheap shoes”, anche l’agente McKnight (Ludacris) mette i bastoni tra le ruote al piccolo regno creato da Lyon dietro alle sbarre, sequestrando il pc che Jamal gli aveva fatto avere per registrare della nuova musica.
Dai tempi in cui la santa trinità Hilton–Lohan–Richie è stata arrestata, abbiamo capito come la prigione abbia il doppio ruolo di rieducare il detenuto e fornire alle celebrities un trampolino perfetto per un lavoro congiunto di pr e marketing post condanna. Cosa c’è di meglio di rilasciare una nuova hit song mentre sei ancora in gattabuia? Poco importa se hai le mani sporche di sangue.
A salvare Lucious arriva un nuovo personaggio: l’avvocato Thirsty Rawlings che – fermo sostenitore della teoria per cui la legge può essere relativa se ci sono buoni avvocati – riesce con qualche pugno sotto la cintura e alcuni dritti in faccia a fornirgli le medicine necessarie e a farlo addirittura uscire di prigione. That’s right folks, Lucious è libero. Non è strano come una persona ricca ed influente come lui, che riesce addirittura a far uccidere un altro detenuto in prigione, non avesse un team legale minimamente capace?
Nel frattempo, Cookie decide di prendere una nuova strada. Perché continuare a combattere per accaparrarsi Empire quando può formare una propria casa discografica assieme ad Hakeem, Andre e Anika e chiamarla Dynasty? Un nome più azzeccato non si sarebbe potuto trovare, anche perché, fin dal pilot, i paragoni con la omonima serie tv degli anni ’80 si sono sprecati. Spero vivamente che le future lotte tra le due compagnie siano degne delle catfight tra Alexis e Krystle (andatevele a vedere su Youtube).
Assieme a questo improvviso cambio di rotta, torna un muro portante della serie, e cioè la musica. Ritroviamo Tiana; abbiamo un assaggio di “Born To Love You” di Jamal; una studio session con Veronica, una delle artiste che Cookie è riuscita a strappare alla Empire; e scopriamo Valentina, new entry latina (interpretata da Becky G).
Sicuramente la serie ha toccato vette migliori sul piano musicale. Siamo solo alla seconda puntata e si sente la mancanza di una pezzo come “Drip Drop” della prima stagione. La maggior parte delle critiche lamentavano canzoni datate per il panorama moderno e, se continuano di questo passo, la situazione può solo che peggiorare. Soprattutto se ci ripropongono di nuovo quei pochi versi di rap con cui Lucious ci ha quasi ucciso in questo episodio. Per quanto aver interpretato un rapper nel film Hustle&Flow possa avergli fatto ottenere una candidatura agli Oscar e l’aver pubblicato addirittura un album nel 2008 lo abbia portato al sesto posto della classica degli album hip-hop, credo che improvvisare due rime non faccia parte delle doti di Howard.
Chi paga le conseguenze di tutta questa instabilità sono sicuramente i tre fratelli.
Jamal, ormai a suo agio nella figura del capo, è riuscito a cucirsi un rapporto con il padre, tanto da ricordarlo sempre di più nei comportamenti e nel modo di pensare. Stare a lungo tra i due fuochi genitoriali non è facile e, quasi sempre, le azioni distruttive verso gli altri e verso se stesso sono dietro l’angolo.
Hakeem è il perno su cui fare leva con il pubblico giovane. Il suo personaggio ci aveva convinto nella prima stagione e non si smentisce in questi due episodi. Bisognoso semplicemente di affetto materno, è passato dalle braccia di Naomi Campbell a quelle di Cookie. Creargli una trama laterale alla X-Factor si può rivelare vincente ma forse un po’ castrante: trovare il giusto bilanciamento tra sviluppo interno del soggetto ed un filler per arrivare ai futuri colpi di scena non è semplice.
Andre non è mai stato il mio preferito, lo ammetto. Ho sempre pensato che avessero calcato troppo la mano sul suo disturbo mentale. Questi primi due episodi, però, lo hanno messo sotto una luce nuova: meno dipendente dalla moglie e più stabile generalmente. Il suo andare a chiedere perdono al padre in prigione ci mostra quanto sia davvero bisogno di trovare un proprio equilibrio e, contemporaneamente, quanto Lucious faccia fatica a conciliare il proprio ego con l’amore per i figli.
Nelle ultime scene è stato buttato in mezzo, senza troppa grazia, un flashback di Lucious bambino assieme a sua madre (Kelly Rowland) che sembra vittima di un breakdown psicologico. È quella la causa di tutti i problemi di Andre e dello stesso Lucious?
Empire è sicuramente raccontato attraverso i toni a volte eccessivi della soap opera. Per quanto questi non possano piacere a tutti, una volta che si entra nell’ottica, ci troviamo di fronte ad un qualcosa che non passa inosservato e scatena delle reazioni nello spettatore, di solito quelle più estreme: l’amore o l’odio. Sperando che non si perda in una miriade di sotto-temi e che riesca a rimanere focalizzata sull’obiettivo finale, questa seconda stagione potrebbe essere un degno prosieguo della prima.
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Ecco i tweet che vi segnaliamo per questo secondo episodio:
La nuova emoji per #Empire. OMG.
— Alessia Esse (@alessiaesse) October 1, 2015
La serie tv @EmpireFOX è una figata!
Il Dinasty della discografia… con colonna sonora by Timbaland. #Empire #serietv #vitadanerd— Massimiliano Longo Ⓜ️ (@massyallmusic) September 29, 2015
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