Dirk GentlySeason 2: Tutte le strade portano a Wendimoor

Season Recap Continuano le indagini "olistiche" di Dirk Gently e la sua squadra, che stavolta hanno a che fare con dimensioni parallele, bambini scomparsi e strambi personaggi che sembrano usciti da un libro di fiabe, mentre l'universo si rivela padre e patrigno.

8.5

In un’offerta di serie televisive sempre più ricca, al vantaggio di poter scegliere tra decine di prodotti quello che più si adatta alle nostre esigenze fa da contrappeso il rischio di lasciare che altri, magari più di nicchia ma non per questo meno validi, si perdano nella moltitudine generalista e non riescano a mostrare il proprio potenziale. È il caso di Dirk Gently – Agenzia di investigazione olistica, la cui seconda stagione è stata recentemente caricata da Netflix dopo essere andata in onda su BBC America e che, a pochi giorni dalla distribuzione del season finale, è stata improvvisamente cancellata, con grande disappunto di quel pubblico che aveva trovato nelle assurde indagini di un detective “olistico” e dei suoi amici un’efficace forma di intrattenimento.

La seconda stagione, infatti, ci catapulta in un intreccio di eventi, domande e inspiegabili connessioni tra situazioni e personaggi forse ancora più complicato di quanto visto negli otto episodi precedenti: il caso, in cui il ruolo di Dirk si fa sempre più essenziale e non limitato alla semplice risoluzione, conduce i protagonisti in un’atmosfera fiabesca apparentemente senza senso, sulle tracce di un bambino da ritrovare e con una misteriosa profezia da realizzare. Naturalmente, ormai non perdiamo più tempo a cercare di capire tutto e subito, certi che quello che finora è parso un puzzle irrisolvibile troverà la sua naturale (e sempre un po’ eccentrica) soluzione. Orientarsi tra le mille strade percorse dalla narrazione è pressoché impossibile, eppure mai ci sfiora l’idea di mollare: questo dimostra che, nonostante il tempo per introdurre lo spettatore a questo surreale e ingarbugliato racconto sia finito, Dirk Gently riesce comunque a tenere il proprio pubblico incollato allo schermo, coinvolgendolo in casi che, al limite tra l’ingegnoso e il surreale, intrattengono a trecentosessanta gradi senza mai risultare pesanti – complice un’imprescindibile dose di comicità.

A confermare il sapiente lavoro di sceneggiatura è lo spazio riservato all’evoluzione dei protagonisti, che mostrano come la prima avventura abbia cambiato le loro personalità e li abbia costretti ad assumere una consapevolezza diversa sulla propria condizione. Se Todd e Farah, nonostante alcuni spunti di approfondimento interessanti, continuano ad avanzare in ruoli non troppo originali, in altri casi lo studio del personaggio porta ad esiti ben più stimolanti. L’esempio più evidente è certamente Dirk che, stanco di mettere a rischio la propria incolumità – e soprattutto quella dei suoi nuovi amici – a causa di bizzarre e pericolose coincidenze di cui neanche lui riesce a capire la natura, sopporta malvolentieri il peso delle rocambolesche missioni che l’universo sembra lanciargli contro e vorrebbe opporsi; lo stesso disagio è vissuto dalla sua “nemesi”, Bart, che addirittura smette di uccidere nel tentativo di sottrarsi al ruolo assegnatole.

You hear that, universe? I don’t have to listen to you if I don’t wanna. I am the boss of me, not you!

La ribellione all’olismo, portata avanti dai due personaggi a più riprese fino all’ultimo episodio, si rivela però inattuabile e la presa di un maggiore controllo sulle proprie scelte da parte del singolo, come suggeriscono Todd e Panto, non sembra una soluzione efficace. A complicare il quadro ci pensa Amanda, che ha ormai abbandonato le insicurezze dovute alla propria malattia: l’addestramento con la strega per diventare il Corvo a Tre Occhi imparare a usare le allucinazioni per controllare la realtà ridimensiona il suo ruolo nella trama orizzontale riguardante l’universo, in cui ritrova quasi più coinvolta di Dirk e Bart, e rappresenta di certo una virata interessante per un personaggio dal grande potenziale, oltre a sollevare mille altre domande.

Accanto all’approfondimento di alcuni tra i personaggi principali, troviamo una folta schiera di comprimari che rendono estremamente polifonica la narrazione, portando ciascuno un importante contributo. Date le tempistiche, che non permettono una caratterizzazione che vada ad esplorare troppo in profondità, si tratta ovviamente di personaggi macchiettistici, che trovano proprio nel loro essere sopra le righe – prerequisito principale per far parte di una serie come Dirk Gently – un’integrazione efficace e totale all’interno della storia. Ciò è evidente nel caso della coppia di sceriffi della cittadina di Bergsberg – la cui presenza come comic relief appare immediatamente giustificata dalla sintonia con i protagonisti e i loro metodi di indagine – o dello spadaccino Panto Trost, il cui rapporto con Bart incuriosisce e commuove, non facendoci mai sentire la mancanza dei siparietti che nella prima stagione vedevano protagonisti l’assassina olistica e Ken.

Sul versante degli antagonisti, invece, il tentativo di renderli altrettanto macchiettistici e surreali non sempre si rivela una carta vincente: mentre Suzie Boreton, grazie ad una buona dose di pazzia, riesce a trovare una maggiore contestualizzazione, le scene che vedono coinvolto il Mago non convincono e sembrano degli inutili riempitivi del minutaggio, senza suscitare particolare interesse per il personaggio o i suoi piani – al punto che anche Dirk si dimentica di lui, alla fine. La vera delusione, però, è rappresentata dal repentino mutamento di Ken, che diventa nel giro di un paio di episodio il freddo e manipolatore leader dell’Ala Nera – con tanto di frasi ad effetto del tipo “in my world there are no good guys” – rompendo ogni continuità con il ragazzo dall’atteggiamento bonario e pacioccone che conoscevamo.

A non convincere del tutto, in realtà, è l’intero filone riguardante i progetti dell’Ala Nera, che viene ripreso attraverso la figura del supervisore Friedkin già dal primo episodio, illudendoci di essere vicini a un’imminente esplorazione del passato di Dirk e del suo ruolo nei piani dell’organizzazione, per poi portarci – ovviamente – da tutt’altra parte. Le scene ambientate all’Ala Nera, totalmente a sé stanti per gran parte della stagione, interessano fino a un certo punto: sembrano essere una continua preparazione alla rivelazione di qualcosa di più grande finché, arrivati all’episodio finale, non si ottiene alcuna spiegazione ma anzi si moltiplicano gli interrogativi circa la trma orizzontale, il mistero sull’universo e la vera natura dei “poteri” dei personaggi. In altre circostanze (quelle previste dagli autori, probabilmente) questo carattere preparatorio avrebbe avuto esiti ben più felici, proprio in quanto costruisce l’hype per una terza stagione in cui tali domande avrebbero trovato delle risposte, ma in questo caso quello che resta è un senso di amarezza e di rabbia nel veder restare incompiuto un prodotto di alta fattura.

Per questo, speriamo che tra petizioni, lettere aperte a Netflix nella speranza che riscatti il progetto, hashtag e spam sui social per aumentarne la visibilità, il fandom riesca a salvare questo progetto, dimostrando che anche serie meno convenzionali, che tuttavia non hanno nulla da invidiare alle altre, possono trovare il proprio spazio nel mercato televisivo e, soprattutto, nel cuore del pubblico.

Porcamiseria
  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 8.5/10
    Tecnica - 8.5/10
  • 9/10
    Emozione - 9/10
8.5/10

In breve

La seconda stagione di Dirk Gently – Agenzia di investigazione olistica ci trascina in un altro coinvolgente caso, in cui al mistero si interseca un interessante approfondimento dei protagonisti, esaltato dall’importante contributo dei nuovi personaggi – e dall’immancabile comicità. Poche risposte e ancora troppe domande, che restano in sospeso a causa della cancellazione della serie, penalizzando una trama orizzontale che faceva affidamento su almeno un’altra stagione.

Sending
User Review
9.13/10 (8 votes)

https://twitter.com/EmilyPennimans/status/944188634973995008

 

Porcamiseria

8.5

La seconda stagione di Dirk Gently - Agenzia di investigazione olistica ci trascina in un altro coinvolgente caso, in cui al mistero si interseca un interessante approfondimento dei protagonisti, esaltato dall'importante contributo dei nuovi personaggi - e dall'immancabile comicità. Poche risposte e ancora troppe domande, che restano in sospeso a causa della cancellazione della serie, penalizzando una trama orizzontale che faceva affidamento su almeno un'altra stagione.

Storia 8 Tecnica 8.5 Emozione 9
Scopri di più sui Porcamiseria

Ti è piaciuta questa stagione?

like
0
Mi è piaciuto
love
0
Tutto!
haha
0
Divertente
wow
0
Porcamiseria!
sad
0
Meh...
angry
0
Che schifo

Commenta l'articolo

Simili a Dirk Gently