Dear White PeopleSeason 1 Recap: Miei Carissimi Bianchi

Winchester University 2017: in un contesto attuale e moderno Justin Simien ripropone in formato serie tv targato Netflix la sua opera Dear White People, andando oltre i limiti del film per approfondire situazioni e personaggi.

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Formato da 10 episodi della durata approssimativa di 30 minuti, Dear White People ruota attorno ad un avvenimento cardine: il blackface party, una festa in cui gli invitati devono dipingersi la faccia di nero, che viene interrotta dall’irruzione di alcuni studenti di colore che, indignati da quanto sta accadendo, decidono di boicottare la festa e far culminare il tutto con l’intervento della polizia. Partendo da questo grave episodio di discriminazione razziale, la narrazione si sviluppa attorno ai motivi che hanno portato all’organizzazione della festa e alle conseguenze che ne deriveranno. Sarà una sorpresa scoprire che l’artefice di tutto è Samantha White, studentessa di colore e conduttrice dello show radiofonico Dear White People, definito da lei stessa “un esperimento sociale”, volto a dimostrare che dietro l’apparente uguaglianza nel campus sono invece latenti forti sentimenti discriminatori nei confronti delle minoranze etniche, di cui gli studenti afroamericani sono solamente le vittime più evidenti.

Dear White People è una serie che vuole trattare il tema del razzismo in forma assoluta, condannandolo alla radice, e che pone sotto la lente d’ingrandimento il sentimento del diverso, l’unico ostacolo che si frappone all’instaurazione di una società fondata realmente sull’uguaglianza. Nonostante le vicende siano incentrate su un gruppo di studenti di colore, capeggiati da Sam, intenti a combattere per la tutela dei loro diritti, non sono rari i casi di razzismo inverso, in cui ad essere vittime di battutine e trattamenti tutt’altro che gentili sono gli studenti bianchi. Partendo dal microcosmo della serie, in cui la grande colpa degli studenti bianchi è quella di non riuscire a considerare uguali a loro i colleghi di colore, e quella degli studenti afroamericani è di isolarsi in comunità chiuse, dove chiunque non è abbastanza nero viene visto come un oppressore, la serie si pone come obiettivo l’estendere questa critica alla società nella sua totalità.

Ogni episodio mostra gli avvenimenti dal punto di vista di uno dei personaggi principali, fornendo ulteriori tasselli che danno spessore alla storia e approfondendo al tempo stesso personaggi e tematiche. Se grazie alla eccellente caratterizzazione e alla splendida interpretazione di Logan Browning il personaggio di Sam si delinea come la protagonista di questa storia, anche i vari comprimari, su cui ci si focalizza nel corso dei vari episodi, vengono egregiamente caratterizzati ed hanno un grande impatto sull’andare del racconto.

Oltre ad essere legati tra di loro dai soprusi che sono costretti a subire e dal fatto di frequentare tutti la Armstrong-Parker, residenza storica degli studenti di colore alla Winchester, l’approfondimento di ogni personaggio diviene il mezzo per trattare ulteriori problematiche. Ognuno di loro vive il conflitto interiore tra chi è realmente e chi deve dimostrare di essere in pubblico, condizionati dai canoni della società e dai pregiudizi. Sam nasconde le insicurezze e le fragilità dietro un atteggiamento da leader deciso, quando in realtà non ha il coraggio di rivelare di sua spontanea volontà la relazione con Gabe, un ragazzo bianco. Gabe è anche lui vittima dell’insicurezza, poiché non riesce a mostrarsi abbastanza deciso da farsi apprezzare dagli amici afroamericani di Sam, che più o meno inconsciamente non riescono ad accettare la sua presenza accanto al loro leader. Con Lionel, inviato del Winchester Indipendent e leader del boicottaggio del blackface party, approfondiamo i disagi dell’omosessualità dal punto di vista di un ragazzo alla ricerca della sua identità. Suo compagno di stanza – di cui è segretamene innamorato – è Troy, figlio del rettore del campus e attivamente impegnato nella vita politica della scuola, che non è ovviamente a conoscenza dei sentimenti dell’amico e che intrattiene una relazione con Coco. Troy, presidente del comitato studentesco, sotto l’apparenza di studente modello nasconde i disagi provocati da un padre troppo oppressivo, che cerca di lenire con droga e donne, mentre Coco maschera le sofferenze subìte attraverso un atteggiamento sprezzante e la ricerca del successo. A chiudere la carrellata dei vari protagonisti della serie abbiamo Reggie, un ragazzo dal carattere forte e dall’intelligenza fuori dal comune che vacilla totalmente quando vede la sua umanità essere messa da parte nel momento in cui, a causa della sua etnia, una guardia del campus gli punta contro una pistola per futili motivi.

Dear White People è una serie di ottima fattura, con una fotografia di alto livello ed ambientazioni ben realizzate, che si mantiene su buoni livelli per tutta la sua durata, regalandoci picchi drammatici degni di nota. Alla drammaticità vengono accostati vari intermezzi comici con l’obiettivo di alleggerire la narrazione che, anche se non sempre brillanti, riescono a strappare un sorriso il più delle volte. Il finale aperto, in cui il destino degli studenti afroamericani e della Residenza Armstrong-Parker viene lasciato in sospeso, fa ben sperare in una prossima stagione che continui su questi livelli.

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