DC's Legends of Tomorrow3×01 Aruba-Con

Se stamattina siete stati svegliati da due gladiatori che se le davano di santa ragione sotto la vostra finestra e, corsi in salotto, avete trovato un T-Rex al posto del vostro amato chihuahua, non c’è nulla di cui preoccuparsi: i protagonisti di DC’s Legends of Tomorrow hanno tutto sotto controllo, come testimonia lo scoppio di qualche mina nel giardino botanico dei vicini con cui non andate d’accordo. Fidatevi, lo dicono loro stessi che a volte incasinano le cose per il meglio.

Sembra questa la premessa all’inizio della terza stagione, che riprende proprio dall’arrivo delle Leggende in una Los Angeles in delirio a causa della pericolosissima rottura del tempo. A parte la domanda spontanea sul significato di questa nuova e apocalittica catastrofe – servirà mica una fasciatura? – notiamo con piacere che le vane speranze in seguito allo scorso season finale sono state prese in considerazione. Non solo Rip Hunter torna immediatamente in campo con il suo carisma, lo stesso che lo ha portato a mettere su una vera e propria Agenzia del Tempo per sistemare la situazione, ma addirittura congeda i suoi ex-compagni, sollevandoli dal loro incarico e sciogliendo la squadra. Lo sguardo perplesso sui volti di noi spettatori stenta a nascondere quell’aria ingenuamente sollevata, mentre con la mente fantastichiamo su un eventuale protagonismo di Rip e la sua organizzazione, che possa ridimensionare il ruolo delle Leggende, se non addirittura lasciarle indietro in quanto personaggi troppo deboli e caricaturali.

Ma fate attenzione, perché il nuovo motto del team è ben chiaro: a volte – poche – i casini delle Leggende portano a soluzioni positive ed interessanti, soprattutto per quanto riguarda la qualità della scrittura, e questa non si rivela essere una di quelle fortunate occasioni. L’illusione ha vita breve e cede il passo all’ormai abituale amarezza, a mano a mano che vediamo Sara, Nick e Ray alle prese con le loro nuove vite da falliti, mentre sognano in cuor loro di tornare a bordo della Waverider. A parte Jax e il professor Stein, momentaneamente non reperibili ma pronti a rispondere alla chiamata nel momento dell’azione, a mancare all’appello è Amaya: anche la giovane Vixen infatti sembra aver voluto rispondere alle nostre perplessità, tornando nello Zambesi del 1942 e mettere una minima toppa al disastro temporale che i loro viaggi hanno scatenato. Un’azione ineccepibile, se non fosse che viene utilizzata nell’episodio come l’inutile aggancio per tirare in ballo ogni volta la sua storia d’amore con Nick e i sentimenti feriti di quest’ultimo. Se ci sarà un’esplorazione migliore nelle prossime settimane, lo scopriremo, ma per ora è meglio tenere basse le aspettative.

Arriviamo così ad esplorare la sede centrale dell’Agenzia del Tempo, situata sotto il naso degli ignari abitanti di Star City. Proprio da qui e dal furto di una Waverider convertita in un simulatore spaziale che non potremmo trovare nemmeno nei migliori musei della NASA, l’episodio inizia a degenerare drasticamente, con le Leggende che tentano di riprendersi il proprio lavoro con la scusa di rimediare all’errore commesso, mentre si dirigono finalmente ad Aruba per sistemare un Anacronismo – la cui differenza con le anomalie dello scorso anno resta ancora ignota – riscontrato da Mick Rory.

Partendo dall’assurdo incontro tra Heat Wave e Giulio Cesare, il lato più spiccatamente trash di Legends of Tomorrow emerge grazie ad una trama verticale che avvicina il tutto ad una commedia fantascientifica di bassa fattura e ne esalta la mancanza di logicità, sempre più disturbante. Mentre fanno finta di voler passare inosservate, le Leggende si rendono protagoniste di una serie di scene d’azione caotiche e poco curate, in cui combattono in abiti da spiaggia e infradito contro il condottiero romano nel bel mezzo del festino di una confraternita studentesca o, dopo essere arrivate nell’antica Gallia, si scontrano con un’intera legione per sistemare l’ennesimo paradosso temporale che hanno scatenato e, allo stesso tempo, fare bella figura con Rip e i suoi colleghi.

Using your team to fix anything is like doin’ brain surgery with a chainsaw.

La conclusione, con le Leggende di nuovo reclutate dal loro vecchio capitano come supporto alla nuova Agenzia, è a dir poco banale, in quanto riporta quasi tutto alla situazione di partenza e spinge gli spettatori a chiedersi che senso abbia  ai fini della trama ciò che hanno appena visto. Di conseguenza, l’unica cosa che rimane di questa season première è l’effetto tragicomico causato da alcune frasi dei protagonisti, sempre pronti a scherzare sull’illogicità e gli effetti devastanti delle proprie azioni: nonostante siano un tratto distintivo di Legends of Tomorrow sin dall’inizio, in questo frangente la leggerezza e l’autoironia sono portate all’esasperazione nel tentativo, ovviamente destinato a fallire, di distogliere l’attenzione da una trama che non sa più dove andare e continua a girare su se stessa mordendosi la coda, impedendo all’episodio di assolvere il proprio compito e suscitare interesse per il resto della stagione.

Non capisco il comportamento di Rip. Sapeva da quando li scelse che erano dei combinaguai inguaribili. #LegendsOfTomorrow

— Des ✨ (@faithandfuture) October 11, 2017

Turisti per caso 😂😂😂😂😂😂😂 #LegendsOfTomorrow pic.twitter.com/gM3Hzoj2t6

— Annie🍕 (@AnnaL87) October 12, 2017

Della serie: Ci diamo la zappa sui piedi da soli #LegendsOfTomorrow pic.twitter.com/0gh5IVIyQ1

— I'M THE PUPPY (@chase_birkhoff) October 11, 2017

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