Siamo giunti al capolinea di questa seconda annata passata a vagabondare per la Storia con i reietti dell'Arrowverse. Tra incongruenze, forzature logiche e trovate narrative assurde, si articola un season finale che non convince, in cui le Leggende finalmente scendono in campo contro la Legion of Doom per un'ultima, trascurabile battaglia.

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Paradossi e forzature logiche al di là della decenza sono sempre stati all’ordine del giorno in Legends Of Tomorrow, che non ha fatto altro che confermare nel corso delle sue due stagioni un notevole distacco qualitativo – e non nel senso buono – rispetto alle altre serie dell’Arrowverse. Eppure, questo season finale dimostra come al peggio non ci sia mai fine e come a volte la giustificazione “è una serie che si prende poco sul serio” risulti davvero inopportuna e troppo, troppo comoda.

Recensire un episodio come Aruba, dunque, non è affatto semplice, perché si potrebbe dire di tutto o semplicemente riassumere in poche, deluse parole il fulcro dell’intera puntata: potrebbe però essere divertente, se non addirittura catartico, esaminare insieme l’incoerente e, come sempre, fin troppo dozzinale trama verticale, lasciando a questo finale di stagione quantomeno il beneficio del dubbio, mentre cerchiamo di trovargli un senso che, forse, durante la visione ci può essere sfuggito.

Il primo problema che salta all’occhio in Aruba è una certa recidività, che si manifesta pienamente quando lo spettatore si rende conto di avere davanti un episodio a metà tra i due che l’hanno preceduto e che già allora ci avevano fatto storcere non poco il naso. Partiamo così da Doomworld, la realtà alternativa creata attraverso la Lancia del Destino in cui il professor Stein – che in questo episodio pronuncia sì e no due battute – è tenuto prigioniero, Amaya è stata uccisa in stile Frozen e Rip è tenuto a bada all’interno di una Waverider versione modellino. E fidatevi, l’unica cosa che mi ha impedito di interrompere la visione e urlare contro lo schermo è stata la faccia divertita di Darhk mentre viene colpito dai raggi della mini-navicella.

Fuggire da Doomworld sembra essere proprio un bel problema, perché l’unica alternativa parrebbe essere quella di viaggiare nel tempo e tornare alla battaglia della Somme vista due episodi fa, ma noi sappiamo bene che non si può, questo è vietato dalle leggi temporali, si rischia di peggiorare tutto e… niente, lo hanno fatto. Questo momento segna l’inizio del declino di Aruba, che cala sempre più a picco fino ad arrivare a delle soluzioni finali degne della fantascienza di serie D.

Di nuovo sul campo di battaglia della Prima Guerra Mondiale, le Leggende sopravvissute a Doomworld iniziano ad architettare un piano tutt’altro che ingegnoso, che prevede l’infiltrarsi di alcuni nella Waverider dell’altro gruppo di Leggende – quelle del passato – per rubare la Lancia, dopo che i tentativi per recuperare il Sangue di Cristo sono stati vanificati dalla rottura dell’ampolla e dalla morte di Ray del futuro per mano di Regina Mills Eobard Thawne. Tutto chiaro, no? Due gruppi di Leggende, separati cronologicamente dalla creazione di una realtà alternativa, si incontrano e si alleano infrangendo una decina di leggi temporali, per combattere una Legion of Doom che fa capo ad un Thawne proveniente anch’esso dal futuro. Alla faccia della sospensione dell’incredulità, potremmo dire.

Ovviamente però, se le Leggende del passato riuscissero a portare in salvo la Lancia, i loro corrispettivi del futuro cesserebbero di esistere, passando per il pubblico come martiri: inizia così un vero e proprio macello dei superstiti di Doomworld, che vengono uccisi nelle maniere più idiote dai loro nemici, giusto per aggiungere quel pizzico d’ansia dovuto alla morte di un personaggio che non si sa a quale linea temporale appartenga. Nel frattempo, però, le incongruenze logiche fanno di nuovo capolino, attraverso degli inevitabili dialoghi tra le Leggende del futuro e quelle del passato, pieni di consigli e motivazioni a combattere.

Arriviamo così all’ultimo scontro tra i due schieramenti, che ovviamente si risolve graficamente nella classica e rozza scazzottata tra Leggende del passato e Legion of Doom: una menzione d’onore va, in questo momento, ai tre villains – fatta eccezione di Eobard, di cui parleremo tra poco – che dopo delle storyline piuttosto dignitose nelle altre serie dell’Arrowverse, confermano di aver perso quasi del tutto la propria credibilità in questa seconda stagione di Legends Of Tomorrow, che li ha ridicolizzati e resi del tutto privi di quel carattere che in passato abbiamo potuto apprezzare.

In un episodio a dir poco imbarazzante sia per gli sceneggiatori, che per gli stessi personaggi, gli unici che mantengono un minimo di dignità sono i leader delle due fazioni, Sara e Eobard. Nonostante l’esercito di residui temporali chiamato da Thawne sia l’ennesima risoluzione trash di Aruba, la sua mente machiavellica e geniale non viene rinnegata e anche la sua fine si presenta come perfettamente coerente, con l’arrivo di Black Flash. Unica pecca è la poca chiarezza con cui viene gestito il fatto che, ad essere stata uccisa, è in realtà la versione futura di Eobard: cosa ne è stato del capo della Legion of Doom che si trovava con i suoi sottomessi durante la Prima Guerra Mondiale? Mistero.

SARA: Everything that has happened to me, all the suffering that I’ve endured, it all led to this moment, hasn’t it?

LAUREL: The Spear doesn’t need someone pure of heart, it need someone strong enough to do the right thing. Sara, it needs you.

Per quanto riguarda il capitano Lance, invece, il suo carattere forte e determinato, ma sempre messo in discussione dai propri dilemmi morali, viene rispettato pienamente e diventa in questo season finale non solo ciò che salva – per quanto possibile – l’episodio, ma anche l’espediente narrativo che porta alla vittoria delle Leggende. L’incontro con la versione quasi angelica della sorella Laurel si carica di pathos non solo per l’emozione che la presenza di Katie Cassidy in ogni sua forma riesce ancora a suscitare nel pubblico, ma soprattutto perché sancisce l’unico e definitivo addio che abbiamo potuto vedere tra le due Canary, così diverse eppure così complementari e vicine tra loro.

Tuttavia, in una serie come Legends Of Tomorrow, la quiete dopo la tempesta [del tempo] non è mai possibile. Gli altri membri della Legion of Doom vengono ricollocati – stranamente, ma giustamente – dove dovrebbero essere, anche se non si capisce perché nessuno abbia pensato a mettere Merlyn dietro le sbarre, mentre Amaya decide di restare sulla Waverider solo per vivere il proprio sogno d’amore con Nate, nella speranza che il Tempo sia più forte e riesca a riaggiustare il suo destino. Senza dilungarci troppo sul perché le parole di Vixen siano la definitiva coltellata alla credibilità di uno show che fa delle leggi temporali e dei viaggi nel tempo “ragionati” il suo concept formale, non resta che esprimere i nostri più timorosi dubbi circa il secondo congedo di Rip, che si spera a tutti gli effetti essere temporaneo, dato che il vecchio capitano era ancora uno dei pochi personaggi a dare dignità alla serie. Il season finale di Legends Of Tomorrow conferma dunque, anche dopo averci riflettuto, di essere un episodio che va ben oltre l’illogico e l’imbarazzante, e che in più momenti rischia di insultare l’intelligenza del suo pubblico, per poi gettare le basi per il definitivo crollo dello show nei minuti finali. R(est) i(n) p(eace).

1.5

 

Tirando le somme, questa seconda stagione di Legends Of Tomorrow, nonostante le sue trovate a volte molto interessanti per quanto riguarda la trama verticale degli episodi, non riesce comunque a fare una figura dignitosa, a causa di troppi momenti insensati e totalmente al di fuori di quelle logicità e coerenza, che una sedicente serie sui viaggi del tempo dovrebbe avere. Troppa tracotanza, troppa pretesa di essere il comic relief dell’Arrowverse, che rendono questo show sempre più secondario e trascurabile rispetto alle proprie cugine, con le quali tuttavia è evidente un insano contagio – The Flash e i suoi viaggi nel futuro sono l’esempio più immediato.

2

 

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