Criticare negativamente un episodio di Legends of Tomorrow è veramente come sparare sulla croce rossa. Per quanto ci si sforzi di analizzare il singolo episodio con obiettività e senza pregiudizio alcuno, è veramente impossibile non dire e ridire sempre le stesse cose. E pensare che la prima stagione era anche godibile, quasi un guilty pleasure da guardare, con la consapevolezza di avere di fronte una serie che non sta lì a prendersi sul serio.
Infatti, la scorsa stagione era per assurdo più solida di questa attuale, con una trama orizzontale definita, un chiaro plot – quello relativo alla maledizione di Hawkman e Hawkgirl – che aiutava a mettere a fuoco l’epopea delle Leggende. In questa stagione invece – per dirlo in maniera tecnica – è tutto un gran casino, e si fa una fatica enorme ad inquadrare per bene la trama orizzontale e dove questa vuole portarci. E non è certo l’incertezza di The Leftovers, per intenderci, dove invece assume una connotazione tutt’altro che negativa.
Abominations
Al quarto episodo, ci troviamo di fronte ad un filler che per assurdo è anche uno degli episodi con più spessore della serie. A metà tra The Walking Dead e Radici, le nostre Leggende hanno a che fare con un virus che rischia di alterare la storia nell’America dei tempi della Guerra Civile. Il virus trasforma alcuni soldati in zombie e questo evento rischierà di rovesciare le sorti della guerra: tocca dunque ai nostri eroi metterci una pezza.
Come spesso accade in Legends Of Tomorrow, assistiamo ad una suddivisione di plot per permettere un minino di character development: Nate e Sara vanno a caccia di vampiri con le truppe dell’Unione, Ray e Martin tentano di curare Mick dall’infezione, mentre Jefferson e Amaya si trovano a toccare con mano la durezza dei tempi della schiavitù, afflitti peraltro dal dilemma morale sulla possibilità di cambiare il destino di milioni di americani di colore nel corso dei secoli a venire.
Jefferson è sicuramente il cuore pulsante di questo episodio e in alcuni momenti il suo personaggio acquista una tridimensionalità mai vista prima nella serie. Una volta tanto, anche una serie leggera come questa si regala un momento di riflessione con un tema purtroppo sempre attuale, anche ai giorni nostri. E’ interessante come l’incessante martellare sulle inimmaginabili conseguenze di ogni minimo gesto delle Leggende nelle varie epoche, diventi finalmente il motore per creare le basi di un vero dilemma morale per lui ed Amaya, che hanno la possibilità di poter rovesciare il destino di milioni di neri d’America vessati e/o costretti a vivere nel pregiudizio perpetuo.
Diversamente protagonisti anche Ray Palmer e il senso di inadeguatezza che lo accompagna da quando l’armatura di Atom è stata sacrificata nello scorso episodio. E dire che noi lo trovavamo inadeguato già ai tempi di Arrow, ma tant’è. Ad ogni modo, con le sue sole forze deve necessariamente fronteggiare Mick-Zombie e cercare di curarlo, dato che Martin sembra fuori gioco causa zombiefobia. Se da un lato questo plot serve a dare leggerezza all’episodio – perché farne una serie adulta una volta tanto, mai – dall’altro permette di sfruttare l’effetto nostalgia quando, per gratitudine, Mick consegna nelle mani di Ray l’arma congelante di Snart, quasi ad eleggerlo come suo erede, quasi a nominarlo suo BFF. Che teneri.
Compromised
Se gli anni ’80 hanno sempre il loro perché, soprattutto adesso che siamo in piena febbre San Junipero, questo episodio ci fa venire soltanto un grandissimo mal di testa. Damien Darhk che fa accordi col KGB prima della firma del trattato INF da parte di Reagan e Gorbachev, portando chiaramente ad impensabili conseguenze, per ottenere uno dei soliti antichi manufatti che Dio solo sa a cosa possa servire. Come se non bastasse, ci ritroviamo tra i piedi anche il Martin-giovane che con la scusa del butterfly effect si ritrova alla Casa Bianca per via di un qualche effetto collaterale della precedente incursione delle Leggende negli anni ’70.
Trattandosi di Dhark, ci viene riproposto l’ormai anche monotono dilemma morale di Sara tra il desiderio di vendetta per la morte di Laurel e i suoi doveri da Capitano e novella Time Master. Alla fine, opterà chiaramente per la cosa giusta da fare, ma spiffererà a Darhk quasi tutti i dettagli sulla sua futura morte in quel di Star City. Mancavano quasi solo luogo e ora, per capirci. E Darhk, che mica è scemo, decide di seguire il suo amico Eobard Thawne a spasso nel tempo.
Adesso, giusto per essere un attimo seri dinanzi a cotanto non-sense, la filosofia dietro a Legends Of Tomorrow in questa stagione è quella del “Allora Vale Tutto”. L’introduzione del giovane Stein è un esempio lampante di ciò: non dà nessun contributo al character development di Martin, non è funzionale alla storia, sembra essere stata messa lì per gioco. Perché tanto è sempre possibile giustificare qualsiasi incongruenza come conseguenza di ogni possibile minima azione delle Leggende o un evento alla Flashpoint di uno dei velocisti dell’Arrowverse. In casa Berlanti hanno capito come fare i furbi, evidentemente.
Un po’ più a fuoco è il subplot di Ray Palmer, finalmente vicino alla consapevolezza del suo potenziale indipendente da un’armatura superaccessoriata o un’arma congelante. Ed apprezzabile, anche se molto ammicante, il riutilizzo di un anziano Obsidian per svelarci qualcosa in più della new entry Amaya e di un suo coinvolgimento sentimentale col defunto Hourman.
Speriamo davvero che adesso il team-up tra Darhk e Eobard Thawne e/o l’ancora ignoto mistero svelato da Barry Allen diano i loro frutti in modo da tirar fuori una trama orizzontale degna di questo nome, robusta, che possa destare la curiosità nel proseguire la visione dello show. Fino a questa momento, la seconda stagione di Legends Of Tomorrow, sembra più un’accozzaglia di episodi a caso, dove succedono cose random, accomunati da un improbabile inseguimento di ignoti velocisti / viaggiatori nel tempo.
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Mick che mangia prima di morire è me #LegendsofTomorrow
— 🎃spooky season 👻 Nicoletta Senpai ~ (@TooMuchNiki) November 15, 2016
Sì, Sara, spoileragli pure come andrà a finire così può cambiare meglio il futuro #LegendsofTomorrow
— Marta (@Martolilla96) November 13, 2016
Le lacrime quando Jackson parlava con gli schiavi incatenati. #LegendsofTomorrow
— jess.🦄 (@jess_garavaglia) November 6, 2016
Mick è pronto per The Walking Dead #LegendsOfTomorrow
— Lindsay.🐬 (@AnnaaaGreys) November 4, 2016
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