La produzione tedesca Dark approda su Netflix e ci lascia spiazzati. Mentre l’Italia è occupata a sviscerare più e più volte l’universo della criminalità, quasi come se osare in altri generi narrativi non sia consentito, la Germania riesce a confezionare un prodotto sci-fi di ottima fattura – e no, Stranger Things non c’entra una fava, nonostante i ragazzini scomparsi.
La narrazione si prende inizialmente i suoi tempi, presentandoci le famiglie Kahnwald, Nielsen, Tiedemann e Doppler e i loro legami sentimentali, lasciandoci confusi ma affascinati dalla complessità delle interazioni tra i diversi archi temporali. Abbiamo davvero bisogno dello stesso diagramma del viaggiatore misterioso per capire l’importanza di tutti i nessi tra i personaggi e, anche comprendendoli, qualcosa sfugge nelle implicazioni delle loro azioni. Dal fatidico quinto episodio qualcosa si sblocca, scorgiamo un disegno più grande della singola ricerca di persone scomparse, ma soprattutto si affacciano alcuni dilemmi di genere che mai stancano lo spettatore, soprattutto se affascinato da temi fantascientifici.
È sempre più evidente come i meccanismi causali siano stati alterati dal viaggio di Mikkel, ma il nucleo morale della serie, l’inalterabilità degli eventi e del continuum, acquista sempre più peso nella narrazione: emblematico in tal senso è come eventi che secondo le azioni dei personaggi altererebbero il futuro, alla fine lo rendono comunque come sarebbe dovuto essere sin dall’inizio. L’interconnessione tra le tre epoche è un loop attorno a cui gravitano tutti i personaggi, ognuno con il suo peso specifico.
Fermandosi qui, Dark sembrerebbe il classico prodotto seriale sci-fi pieno di paradossi temporali, e la quota di cliché di genere è naturalmente presente – nonostante sia un bagaglio inevitabile. Ciò che tuttavia rende la serie così magnetica posa sulla sua impronta stilistica e sull’atmosfera cupa che permea tutta la storia, in cui nessun personaggio vive momenti di tranquillità – per noi nessun comic relief, è tutto ineluttabilmente drammatico. In aggiunta, non c’è traccia quella stucchevole “americanità” che spesso ci fa storcere il naso, e diversamente da altre produzioni europee nemmeno si ha la percezione di trovarsi in Germania, non fosse per le divise della polizia tedesca.
Dovendo necessariamente trovare un difetto, l’unica cosa che manca è quel quanto basta di introspezione nella vita dei protagonisti. Quasi tutto il cast è schiacciato dagli eventi che travolgono le loro vite e, gioco forza, si ha poco tempo per fermarsi a riflettere o per empatizzare, rapiti dai colpi di scena e dai cliffhanger che si susseguono senza sosta.
Dark, complessivamente, è un successo a tutto tondo, con un ottimo e ampio cast, un’atmosfera opprimente e magnetica, che non deluderà gli appassionati del genere sci-fi. Sappiamo che ci sarà una seconda stagione, e non poteva essere altrimenti visto il grande successo anche fuori dai confini dello Stato di rappresentanza. Forse il tempo potrà essere cambiato, o forse è tutto davvero inevitabile.
Porcamiseria
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Storia - 8/108/10
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Tecnica - 8.5/108.5/10
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Emozione - 9/109/10
In Breve
La produzione tedesca Dark è un piccolo gioiellino sci-fi, capace di dare un’atmosfera cupa e magnetica a un tema trito e ritrito nel genere. Una riflessione sull’ineluttabilità del continuum spazio-temporale, in cui forse nulla può essere cambiato.
User Review
( votes)Comunque #DarkNetflix sta mettendo a dura prova la mia capacità di comprensione sullle relazionali causa/effetto e spazio/tempo 😱
— Michela Valenti (@Pukka_chan) December 21, 2017
https://twitter.com/giulock/status/943925800256057344
Porcamiseria
La produzione tedesca Dark è un piccolo gioiellino sci-fi, capace di dare un'atmosfera cupa e magnetica a un tema trito e ritrito nel genere. Una riflessione sull'ineluttabilità del continuum spazio-temporale, in cui forse nulla può essere cambiato.
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