Parlo a voi, ipocondriaci e germofobici: forse questa non è la serie che fa per voi. Se invece non avete nessun problema con cose di questo tipo e bramate quel brivido lungo la schiena che scatta quando pensate a un nemico invisibile e mortale, buttatevi a pesce sopra questo nuovo prodotto CW – che sta facendo notevoli passi avanti per sganciarsi dall’immagine teen che si è cucito addosso.
La “mamma” di Containment è nientepopòdimenoche Julie Plec – Miss Vampire Diaries e Originals, Miss mi-piace-farvi-piangere – e a lei vanno tutti gli applausi; l’idea originale non è sua, dato che la matrice primigenia è una serie belga chiamata Cordon, scritta da un certo Carl Joos, ma Julie Plec ha avuto l’occhio lungo. Ha riscritto la storia e ha sfornato un prodotto in cui, per una volta, il sovrannaturale è messo completamente da parte, visto che la vera minaccia è un virus. Ha poi avuto la brillante pensata di inserirci alcuni degli attori di punta della CW ormai disoccupati, shakerare e servire agli spettatori affamati delle novità d’aprile. Il risultato, almeno in questo pilot, è ottimo.
La storia di Containment comincia in medias res, catapultando lo spettatore in quella che è una vera e propria guerriglia urbana, in una zona piena di gente malata, sanguinante e aggressiva, etichettando questo intervento della Guardia Nazionale come il tredicesimo giorno. Di cosa, ci si chiede subito?
Presto detto. Si torna bruscamente al primo giorno, quando tutto è cominciato e il famigerato Paziente Zero – l’incubo di ogni Dipartimento della Salute Pubblica – fa la sua comparsa sulle scene, infettando una dottoressa, il di lei fidanzato e parecchia altra gente.
Questo è il nucleo centrale attorno a cui si svolge tutta la storia, intessuta con un sapiente fil rouge che ci mostra come apparenti sconosciuti (una ragazzina incinta, un poliziotto, una maestra, un responsabile di laboratorio, un’informatica) sono in realtà collegati con un coinvolgente gioco di sovrapposizioni.
Il virus si dimostra essere altamente patogeno, molto contagioso e letale nel 100% dei casi, per il momento, arrivando persino a rendere il paziente “rabbioso” nelle ultime fasi della rapidissima malattia. La spiegazione scientifica – il virus dell’aviaria modificato – è accurata, il che non è da sottovalutare in una serie tv, che magari tende a lasciare leggermente in secondo piano la credibilità delle basi per concentrarsi sulle storie che ci vuole costruire sopra. Ma come insegna l’esperienza, se non ci sono delle fondamenta salde, ciò che cresce si spezza alla prima occasione.
Containment introduce i propri personaggi – che saranno tutti coinvolti, volente o nolente, nell’epidemia – senza il tante volte citato effetto spiegone, il che fa nascere quella giusta curiosità nello spettatore e non rivela subito tutte le sue carte. L’accenno della storia passata tra Jake e Jana, ora ragazza dell’amico Lex; l’adolescenza di Katie e del perché abbia già un figlio di undici anni; la ragazzina incinta che vuole scappare con il fidanzatino; il responsabile dei topi da laboratorio e la moglie invalida. Tanti scorci di tante realtà differenti, tutte da scoprire. Sperando che vengano sviluppate a dovere, con i giusti tempi, può uscirne davvero un affresco molto interessante e variegato. Se aggiungiamo il dettaglio che il Paziente Zero è un siriano, che si scopre essere in possesso di alcune fiale di virus modificato, il risvolto sul bioterrorismo dà al tutto un tocco molto attuale, che non guasta mai.
La puntata scorre veloce, senza annoiare e regalando anche il succitato brividino che non guasta mai, in questi casi, quando l’ospedale viene chiuso per la quarantena e il virus inizia a diffondersi e mietere vittime una dopo l’altra.
La conclusione lascia aperti numerosi scenari: Sabine Lommers, la capa suprema del Dipartimento della Salute Pubblica – “quella che interviene quando le cose vanno molto male”, per citarla – decide di istituire un cordone sanitario che chiuda la zona sei della città di Atlanta, per tentare di arginare l’epidemia e permettere ai medici di trovare una cura efficace. La decisione, ovviamente, non è accolta con favore dalla città, che si ritrova rinchiusa in una rete elettrificata e impossibilitata a varcarne i confini. Lex Carnahan, il Maggiore e amico di Jake – rimasto suo malgrado in quarantena – prende le redini della situazione critica, essendo lui il responsabile di quella zona cittadina.
Come sceglieranno di raccontarci i futuri tredici giorni, di cui abbiamo visto solo un battito di ciglia, non è dato sapere; forse faranno avanti e indietro tra il presente e il futuro, forse seguiranno un ordine cronologico, forse ci stupiranno e partiranno a ritroso. Ciò che conta è che questo pilot è stato in grado di far nascere la curiosità, dote ormai sempre più rara, e non è un aspetto da sottovalutare.
Tre porcamiseria e mezzo, abbondanti. Non voglio sbilanciarmi, essendo solo la prima puntata. Ci aspettano altri dodici episodi e, se le premesse sono queste, il voto non potrà che salire. Per il momento, Containment va di filato nella lista di serie da consigliare se si vuole iniziare qualcosa di nuovo e accattivante.
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Per l’appunto:
#Containment è un po' un raduno di attori della cw che non hanno più un lavoro negli altri show
— 𝑖𝑙𝑎𝑟𝑖𝑎 🦇 (@aryaesttark) April 21, 2016
Per citare qualcuno, un “bono fotonico”:
https://twitter.com/xnamelessgi0rd/status/723122364557471744
Questa è la nostra risposta:
Qualcuno che ha visto #Containment può dirmi se ne vale la pens iniziarlo?
— lexa kom trikru♀ (@_hedaleksa) April 21, 2016
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