È veramente difficile, quando ci si addentra nel genere fantascientifico, uscire con qualcosa di veramente originale. Il genere, da fine Ottocento in poi, è stato sviscerato in ogni sua minima sfaccettatura, sia con risultati eccellenti che rasentano il capolavoro, sia con tonfi clamorosi e pericolosissime deviazioni trash. Per questo qui a SerialFreaks, alla notizia di una nuova serie tv nella cui sinossi compare la parola extraterrestre, si storce il naso, ci si inizia a grattare come in preda a un attacco allergico e si tenta di passare la patata bollente a un altro compagno di revisioni, convinti che sarà l’ennesimo, scadente prodotto uguale a molti altri.
È anche vero, tuttavia, che nell’infinito mare di porcherie è possibile, ogni tanto, trovare qualche perla. Come? Avete detto Battlestar Galactica? Ecco, esatto, ma anche il recente The Whispers, che non sarà di sicuro un capolavoro seriale ai livelli della creatura di Glen A. Larson ma la cui idea di base – una forza aliena silenziosa che usa come veicolo d’invasione i bambini – è indubbiamente originale e innovativa.
È con questo spirito, a metà tra il disilluso e lo speranzoso, che mi sono avvicinato al pilot di Colony, la nuova serie sci-fi di USA Network con protagonisti Josh Holloway – il nostro amato Sawyer di Lost – e Sarah Wayne Callies, la Lori di The Walking Dead e la Sara Tancredi di Prison Break. Le aspettative non erano altissime, eppure questo primo episodio compie un lavoro più che degno, spiattellandoci davanti agli occhi un mondo post-invasione aliena che sembra avere davvero molto da raccontare.
L’ambientazione di Colony è quella di una Los Angeles dell’immediato futuro, così simile all’attuale ma allo stesso tempo così diversa, isolata dal resto del mondo da un altissimo muro. La serie comincia in medias res: l’invasione è già bella che avvenuta e noi non dobbiamo fare altro che abituarci al nuovo status quo.
È questo, infatti, l’obiettivo che questo primo episodio si pone: i personaggi principali sono appena accennati – del resto, si spera, avremo tempo per conoscerli meglio – mentre tutta l’attenzione è concentrata su questo nuovo mondo, in cui gli alieni (che, come dice un prigioniero, non si vedono mai) sono una vera e propria forza di occupazione militare che si affida a una specie di governo locale, la Colony Transitional Authority, per gestire i settori colonizzati. Quella di questi “occupanti” è una politica dura, fatta di oppressione e repressione (attraverso una forza militare apposita, i RedHats), coprifuoco, lavori forzati (per chi non viene direttamente giustiziato, ovviamente) razionalizzazione estrema delle risorse, separazione dei nuclei famigliari, limitazione dell’uso di mezzi a motore e quant’altro.
Come sempre accade nella Storia durante un’occupazione militare, c’è chi si oppone strenuamente, costituendo una segreta Resistenza che si promette di cacciare gli invasori (anche con metodi discutibili come attentati ed esplosioni), e chi invece decide di collaborare con la nuova autorità (i Collaborazionisti, appunto). Ed è in questo colossale scontro tra regime militarizzato e ribelli che si collocano i nostri protagonisti, Will e Katie Bowman.
Non starò a perder tempo ulteriormente con i dettagli di questo nuovo assetto politico post-invasione, anche perché questo pilot riesce egregiamente in un’impresa davvero difficile e ci consente in circa 50 minuti di conoscere in maniera esaustiva il nuovo ordine mondiale, senza spiegoni di sorta (che sono sempre un po’ la trappola mortale, in questi casi) ma attraverso l’utilizzo di inquadrature strategiche, dettagli e situazioni.
I nostri protagonisti, dicevamo, si trovano esattamente nel mezzo del conflitto: Will e Katie sono una coppia che cerca di cavarsela come può, vivendo sotto falso nome e tirando a campare tra lavoretti e traffici nel mercato nero delle sostanze proibite (tra cui l’alcool e l’insulina). Il loro terzo figlio, scomparso durante l’invasione, è il motore che dà il via agli eventi della serie: Will cerca di uscire dal settore di Los Angeles come clandestino, passando dall’ormai famoso muro, per andarlo a cercare in uno dei settori adiacenti; a causa di un attentato della Resistenza, però, viene scoperto dai RedHats e portato nella Green Zone, dove tra agi e sontuosi cocktail party vivono i Collaborazionisti più influenti. Qui il governatore Snyder, capo del governo provvisorio di Los Angeles che ha scoperto la sua vera identità di ex-agente FBI, gli fa la tipica offerta che non potrà rifiutare: collaborare col regime per scovare i capi della Resistenza, pena la deportazione di tutta la famiglia ai lavori forzati.
La moglie Katie, però, accetta la nuova situazione solo di facciata: senza dire nulla a Will, decide di agire da infiltrata, sfruttando il nuovo ruolo del marito nelle fila dei Collaborazionisti per carpire informazioni preziose da fornire alla Resistenza. Si prospettano fuochi d’artificio coniugali all’orizzonte, insomma.
Benché il concetto di un regime oppressore e di un manipolo di ribelli non sia certo un’idea originale di per sé (Star Wars, anyone?), è molto interessante il come quest’idea sia stata realizzata: piuttosto che ai dogmi tipici della fantascienza classica, l’universo narrativo descritto da Colony è per certi versi molto più vicino a ciò che gli Stati Uniti hanno fatto ad esempio in Afghanistan, ponendo al potere governi locali da essi stessi controllati. Colony assume così un taglio decisamente più “realistico”, alla maniera tipica dei film di Neil Blomkamp come District 9 e Humandroid e che, proprio come quei film, o si ama o si odia. Di sicuro ci sono molti spunti narrativi interessanti, sia per quanto riguarda il quadro generale (a cosa si stanno preparando i Collaborazionisti? E a cosa punta davvero la forza aliena?) sia nel “piccolo” della famiglia Bowman. È chiaro che non siamo davanti a un nuovo capolavoro del genere, non ancora perlomeno, ma le premesse sono più che buone e, a questa prima immersione nel mondo di Colony, il pericolo inguardabilità sembra scongiurato.
Staremo a vedere nelle prossime settimane, decisive per capire la direzione che questo nuovo sci-fi intraprenderà; per adesso, questo pilot si aggiudica 4 porcamiseria e tutta l’attenzione della redazione di SerialFreaks. Oh, mica cotiche.
Ti è piaciuto l'episodio?
