La narrazione di Class riprende dove l’avevamo lasciata nel finale dello scorso episodio, primo delle due parti del dittico che cerca di portare avanti la questione Shadow Kin. La soluzione non sarà indolore e spingerà sempre più Quill ad allontanarsi dal gruppo per assecondare le sue riottose istanze.
Brave-ish Heart
April e Ram affrontano Corakinus nell’Underneath, il pianeta degli Shadow Kin. La ragazza vuole infatti mettere fine alla sua connessione con il despota alieno e decide di affrontarlo in battaglia, conscia del fatto che battendolo otterrà il titolo di sovrana dei guerrieri ombra. La sua incredibile (e improbabile) vittoria sarà determinante per salvare anche la Terra, dove il resto del gruppo affronta i micidiali petali assassini, arrivando quasi a convincere Charlie a utilizzare l’Armadio delle anime (sì, si chiama così), col rischio di sacrificare gli spiriti ospitati dall’arma misteriosa. Su ordine di April gli Shadow Kin liberano il pianeta dai malefici fiori, lasciando Quill a riscuotere il proprio debito nei confronti della nuova preside, la quale, in cambio di aiuto, aveva promesso in segreto di liberarla dal parassita che soggioga il suo libero arbitrio. Ancora una volta Class cerca di ritagliarsi un target molto giovane, indirizzandosi specificatamente alla generazione post-Lord of the Rings, per cui La compagnia dell’anello rientra tra “i vecchi film”. La serie ci prova, oltre che con contenuti mirati e calibrati su quella fascia di pubblico, anche con scelte stilistiche piuttosto discutibili, su tutte una particolare insistenza sullo splatter, non sempre giustificato all’interno della narrazione.
Ancora una volta, poi, ritroviamo quel difetto congenito di Class, che, sovrastimando in leggerezza la propria superficialità, decontestualizza i dialoghi dei personaggi localizzandoli in momenti del tutto inopportuni, generando una fastidiosa percezione di discorsi letteralmente fuori luogo (una caccia al nemico viene interrotta per lasciare spazio a una disamina religiosa…). Non ha ancora smesso di urlare la sospensione dell’incredulità, sottoposta a stress improponibili, come quando una ragazza appena iniziata alla sciabola batte un sanguinario re. Tende a sussistere una certa stereotipizzazione nei caratteri dei protagonisti, appiattiti su profili già visti, mentre Quill dal confronto assume sempre nuove sfumature. L’idea di aggiungere nella storyline di April alla già poco chiara questione del cuore condiviso l’ancora, le sciabole d’ombra e i misteriosi poteri taumaturgici, rende il tutto un pasticciaccio ben poco digeribile.Tende a sussistere una certa stereotipizzazione nei caratteri dei protagonisti
Detained
Il sesto episodio di Class rappresenta un punto di svolta nella finora breve vita della serie: finalmente abbiamo un buon episodio. Certo, le atmosfere non sono per nulla originali, la trama nemmeno, eppure gli autori sono riusciti a creare una situazione di pressione tale in cui i personaggi riescono finalmente a uscire dai propri gusti bidimensionali per cominciare a interpretare ruoli nettamente tratteggiati. Detained è un bottle episode grazioso e sadico, che attinge a piene mani da Carnage e Breakfast Club, da cui l’incipit: l’intero gruppo viene messo in punizione da Quill all’interno di un’aula. Lo scontro tra le crepe spazio-temporali e degli strani asteroidi complica le cose, trasformando l’aula in una prigione al di là del tempo, dalla quale i nostri non possono fuggire. A rendere ancora più inquietante il tutto è un frammento degli asteroidi all’interno della stanza, che costringe chi lo afferra a dire la verità (anche in questo caso niente di originale, all’interno della mitologia stessa di Doctor Who una cosa simile si era vista col campo di verità presente su Christmas nello speciale natalizio The Time of the Doctor).
Uno a uno i protagonisti metteranno a nudo le proprie paure e sospetti nei confronti degli altri, minando profondamente la stabilità del gruppo e delle relazioni amorose all’interno di esso. L’espediente permette di passare in rassegna i disagi che un adolescente può provare nel confrontarsi con i propri pari, agevolando un’immedesimazione finora latitante. L’insicurezza della reciprocità dei sentimenti amorosi, la paura di non essere realmente parte di un gruppo di amici, il peso delle colpe del passato sono purtroppo ricorrenze frequenti nella psicologia di un adolescente. L’idea regge bene, la costruzione segue un climax ascendente ben ponderato, accompagnato da un sentore di claustrofobia accennato ma mai esasperato. A rovinare parzialmente il tutto ci pensa l’orribile sequenza di primi piani degli sguardi illuminati dei protagonisti: un tentativo goffo di ammiccare allo spettatore un’evidenza già sottolineata. Il colpo di scena finale, per quanto prevedibile, lascia spazio a una piacevole curiosità di vedere l’episodio successivo, qualità che fino a questo momento era completamente mancata.L’idea regge bene, la costruzione segue un climax ascendente ben ponderato, accompagnato da un sentore di claustrofobia accennato ma mai esasperato
Avere le idee chiare:
– Ram non dirmi che mi ami.
– Non lo volevo dire!
– Invece sì!
– Invece no!
– Invece sì!!
– Invece no!!
– Invece sì!!!
– Invece no!!!#Class pic.twitter.com/0XraDkQRZO— Giulia (@allonsygiu) November 17, 2016
C’è la fila. Ci sono anche quelli dentro l’Armadio delle anime che aspettano:
Si ma io ho voglia di prendere a schiaffoni Charlie #Class
— awake my soul 🍂 (@xUndermyskin_) November 17, 2016
In quale ordine? Perché noi non abbiamo dubbi 😀
ma soprattutto voglio un Matteusz#Class
— dead welsh king🍂 (@bluelilypercy) November 13, 2016