Continua il percorso di Class alla ricerca di un’identità propria, non facilitato però dal continuo attingere a storie già viste o a serie più rodate. Personaggi dai cambiamenti troppo rapidi o incoerenti rendono più difficile affezionarsi a una serie che, pur avendo delle potenzialità, non riesce a svincolarsi da un’evidente superficialità strutturale.
In Nightvisiting il gruppo è alle prese con Lan Kin, misteriosa creatura aliena che, assumendo le sembianze di persone morte, illude gli esseri umani al fine di assorbirne il dolore, di cui si nutre. Il pasto principale di questo banchetto è rappresentato da Tanya, la quale soffre ancora per la morte del padre avvenuta due anni prima. Anche Quill si trova faccia a faccia con l’alieno, ma il tentativo di catturarla trasformandosi in sua sorella non va a buon fine, grazie anche all’intervento di Charlie e Matteusz; intanto Ram e April, mentre indagano su ciò che sta accadendo, si scoprono attratti l’uno dall’altro. Ancora una volta trovano spazio all’interno della puntata temi rilevanti (la lotta all’omofobia, ad esempio, e le difficoltà di un coming out), così come i più classici motivi della produzione adolescenziale, in questo caso il superamento della morte di una persona cara.
Purtroppo si tratta di una trattazione che non è originale neanche all’interno della serie stessa, giacché l’episodio precedente era fondamentalmente incentrato sullo stesso tema (e difatti Ram non perde neanche tempo con la falsa Rachel). Si salva, invece, l’idea di rendere questo andare avanti dopo la dipartita di qualcuno, importantissimo nella psicologia di ogni essere umano, attraverso non la costrizione ma la scelta personale di non tendere la mano ai fantasmi del proprio passato: Lan Kin non può assorbire nessuno che non si presti volontariamente a toccarlo, metaforicamente cedendo al dolore e finendo in un loop di sofferenza. La puntata sconta una sensazione di déjà vu unita alla superficialità con cui tenta di concordare il rischio della fine del mondo con i momenti di crescita dei personaggi: ci sono pause improprie all’interno delle scene, sacrificate per dare spazio a dialoghi che spesso risultano totalmente decontestualizzati. A farne le spese è anche Londra, la città in cui tutto è ambientato ma che, al pari della serie, non ha caratteristiche identitarie forti, alla volte mostrandosi come periferia più lontana o piccolo villaggio delle campagne inglesi.
Non va meglio col quarto episodio della serie, Co-Owner of a Lonely Heart. Il legame del cuore condiviso da April e Corakinus, il re degli Shadow Kin, si fa sempre più forte e la prima comincia a manifestare segni d’instabilità, uniti alla possibilità di fare apparire scimitarre d’ombra quando cede alla rabbia. Con un gran tempismo, il padre della ragazza esce di prigione e cerca di contattarla dopo aver rovinato la vita a lei e a sua madre, costretta sulla sedia a rotelle per colpa sua. Charlie intanto deve affrontare le critiche di Matteusz e Tanya che non vedono di buon occhio i suoi atteggiamenti tirannici verso Quill. Accecata dalla rabbia, quasi sul punto di uccidere il padre, April capisce che Corakinus ha localizzato la Terra e presto si farà vivo per uccidere la razza umana, e decide quindi di raggiungere il pianeta degli Shadow Kin per mettere fine a questa storia; Ram, per nulla intenzionato a perdere l’ennesima fidanzata, si lancia nel portale dietro di lei, lasciando il resto gruppo sulla Terra. Intanto il pianeta è silenziosamente minacciato da fiori sanguisuga, e la nuova preside Dorothea Ames propone a Quill di liberarla dalla tirannia di Charlie grazie all’aiuto dei misteriosi Governors.
Anche in questo caso la struttura portante dell’episodio si rifà al rapporto con i genitori: dopo aver affrontato prima Ram, poi Tanya, adesso è il turno di April. Niente di nuovo sotto il sole, un padre egoista che ha rovinato un’intera famiglia e che cerca riscatto mostrando un pentimento, sincero o meno, alla figlia. Più interessante è invece la storyline in sordina di Charlie e Quill, i cui ruoli si invertono, facendo empatizzare più per la seconda che per il primo. La speranza di riportare in vita gli abitanti del proprio pianeta copre solo in parte la strage necessaria affinché questo proposito si compia, e comincia a incrinare i rapporti all’interno del gruppo. La solitudine di Quill, emersa nelle puntate precedenti, potrebbe trovare uno sbocco nell’idea di liberarsi definitivamente di Charlie, gettando luce sulla presenza misteriosa dei Governors. La trama orizzontale comincia ad assumere una forma delineata, ma ci pensano i dettagli molto alla buona gettati all’interno della puntata a ridimensionare il tiro dell’episodio.
Ridicolo è infatti il momento di condivisione dell’atto sessuale tra April e Corakinus: uno scimmiottamento di Sense8 imbarazzante, cui segue l’altrettanto ingiustificato evento della guarigione della madre di April, in attimi di confusione estrema in cui la puntata non riesce a trovare senso. Class continua a non venire fuori dalla comoda nicchia che ha costruito, convinto che citazionismo al limite del plagio e una struttura narrativa e formale rapida possano fare presa su un pubblico giovane e nerd. La superficialità del tutto rende però la serie completamente indefinita: un patchwork con la pretesa di essere un arazzo. Due puntate che non arrivano alla sufficienza e che fanno desistere dal continuare a sperare.La superficialità del tutto rende però la serie completamente indefinita: un patchwork con la pretesa di essere un arazzo
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Giudizio quasi unanime in rete:
Ram ed April sono inguardabili come coppia 🙈 #Class
— Giulia (@allonsygiu) November 6, 2016
Serie come questa esistono per ricordarlo:
#Class, a volte ce ne dimentichiamo ma anche in Inghilterra ci sono serie veramente brutte e attoriattrici canicagne. #SerialUpdate
— Gosazer (@Gosazer) November 6, 2016
Doctor Who alert:
John Smith, riferimenti casuali #Class
— … (@did_youmissme) November 6, 2016
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