Broad City

I finali di stagione di Broad city sono sempre grandiosi. Lo è stato il primo con la cena raffinata per il compleanno di Abbi, e lo è stato il secondo tra le vie di St. Marks per il compleanno di Ilana. Continuare la storia degli anniversari sarebbe stato divertente, avrebbe iniziato una piacevole tradizione lasciando comunque la possibilità di sorprendere. Abbi Jacobson e Ilana Glazer decidono invece di cambiare le carte in tavola, introducendo un inspiegato, nel vero senso del termine, viaggio in aereo verso una meta inizialmente imprecisata. Abbiamo lasciato New York già in altre occasioni, ma per la prima volta lasciamo la strada e le sue regole non scritte che le due amiche ormai padroneggiano, e il risultato, dispiace dirlo, non è tra le cose più riuscite della stagione.

Broad City 3x09 3x10 recensione

“Getting there“, il primo dei due episodi dedicati al finale di stagione, inizia con una scena totalmente a caso, inutile e scollegata dal resto del finale: un’affollata e gratuita seduta di yoga che si risolve in un grande peto liberatorio di gruppo degno dei migliori cinepanettoni anni 2000. Iniziamo male, molto male. Poi comincia finalmente il viaggio, o meglio inizia il viaggio verso l’aereo, e a parte i soliti classici disagi da preparazione della valigia, le cose cominciano a risollevarsi quando le due si incontrano. Broad City è Ilana e Abbi, nient’altro, tutto il resto è un piacevole contorno, perché non c’è situazione o personaggio o location che funzioni senza il loro umorismo sfrenato; certo, c’è New York, ma in questo finale ci voliamo soltanto sopra, purtroppo.

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I dialoghi tra le due ragazze sono tutto quello che vale la pena guardare. Grazie alla loro perfetta alchimia riescono a creare un microcosmo fatto di situazioni assurde e pensieri strampalati che in pochi hanno saputo trasporre in sceneggiatura; pensiamo ad esempio all’amicizia di Jd e Turk in Scrubs, ma mentre li la verosimiglianza veniva spesso accantonata in favore della trovata comica, qui la simbiosi è totale e sincera, senza un secondo fine. Così ci ritroviamo a parlare senza problemi di mangiare bambini in casi di emergenza, a inventare nuovi verbi per indicare il pegging (Jeremy e l’episodio 2×04 ormai sono un piccolo cult), e a sfruttare passate mestruazioni per nascondere ingegnosamente quel po’ di erba sempre necessario.

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Ilana che tira una scarpa in testa alla hostess che sta chiudendo il gate e subito dopo si scusa con un “I was just trying to get one foot in the door” è il massimo che ci offre questa puntata, di cui apprezziamo il concept più che la scrittura. Dividere il “viaggio” del finale in due parti, la prima delle quali solo per arrivare in aeroporto, senza mai che lo spettatore sappia dove stiano andando le due protagoniste se non una volta partito l’aereo, è indubbiamente una scelta azzeccata e in linea con lo stile sgangherato della serie, ma ridurre l’episodio ad una corsa sfrenata, seppur arricchita da tanti divertenti dettagli, non soddisfa pienamente le aspettative ogni volta altissime. Ridiamo sempre e comunque però, e questo conta più di tutto; basta il “baciamano” di Abbi al suo vicino in aereo e dimentichiamo tutto quello che non ci era piaciuto.

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Il finale del finale tenta di sollevare le sorti della vicenda introducendo il classico inconveniente da risolvere e un paio di sequenze registicamente più “pensate”. Ci riferiamo alla ricerca disperata degli assorbenti, allo scambio dei posti in time-lapse, e al ralenti d’azione che tanto ricorda quello – ben più riuscito – del finale della prima stagione. Quello che convince maggiormente è però come al solito l’insieme delle cazzate che dicono e fanno le due giovani: i riferimenti inconsapevoli al ciccione dormiente in realtà morto, gli scabrosi e dissacranti discorsi – e non solo quelli – di Ilana pericolosamente in bilico tra il culto religioso e il desiderio sessuale, il chiamare la propria valigia “the bomb” – quando è nota la diffidenza degli statunitensi verso l’umorismo a tema terroristico -, il colpo di genio (probabilmente suggerito dal basso budget) di passare dall’andata al ritorno nel giro di una scena, ritrovando sempre e comunque le due ragazze insieme a consolarsi con due risate e a pensare positivo nonostante tutto, come nel finale di ogni puntata.

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Seth Green guest star, così come Tymberlee Hill e Tracee Ellis Ross, della grande famiglia di Comedy Central, e Adam Levine in un piccolissimo cameo, dà il suo contributo alla puntata senza strafare. Tutto risulta però a tratti un po’ carico, non dell’assurdità che amiamo, ma di una finzione ed esagerazione dalla dubbia originalità. Un esempio su tutti è il duplice stacco in cabina di pilotaggio, che troppo ricorda il decisamente poco riuscito ritorno alla commedia di Pedro Almodovar con “Gli amanti passeggeri“. A differenza dello spagnolo però le due Newyorkesi le commedie le sanno fare, e pure bene, come ci hanno ampiamente dimostrato. Le fenomenali capacità comiche delle due sono rimaste invariate, dubitiamo però che si adattino ad altri personaggi che non siano Abbi Abrams e Ilana Wexler. Non rimane quindi che una cosa da fare: aspettare la quarta stagione di Broad City, consapevoli degli ormai consueti alti e bassi e consapevoli che in giro non si trova altro show più divertente e geniale di questo.