Alti e bassi nella terza stagione di Broad City, una tendenza che avevamo già percepito nella seconda stagione e che ora risulta evidente, soprattutto dopo una visione ravvicinata di due episodi come “Philadelphia” e “B&B-NYC”, agli antipodi di una ipotetica classifica delle puntate fino ad ora andate in onda quest’anno. Non è un caso che il primo, punto più basso della stagione, sia stato scritto da Naomi Ekperigin e Achilles Stamatelaky, che oltre a dei nomi impronunciabili hanno veramente poca esperienza nel settore, mentre il secondo, migliore episodio fino ad ora, sia stato scritto da Lucia Aniello e Paul W. Downs, già autori delle passate stagioni e fedeli collaboratori delle due comiche. In uno show dove il costante disagio e l’intraprendenza delle due protagoniste deve essere supportato da una credibilità sempre al limite dell’assurdo, la sceneggiatura dovrebbe fornire un punto fermo su cui appoggiarsi, e purtroppo non sempre ci riesce.
Nel sesto episodio – Philadelphia – Abbi, accompagnata da Ilana, fa visita a suo padre in quel di Wayne, paesino non lontano da Philadelphia. Quello del ritorno momentaneo al paese natio è uno degli elementi narrativi più amati e sfruttati dagli statunitensi, che evidentemente leggono nel contrasto tra le due realtà un momento di crescita personale, una sorta di “bisogna ricordarsi delle proprie origini per andare avanti” che, nel caso di Abbi, non porta proprio a nulla. Noi ci vediamo solo una pausa dal racconto principale, quello vero. L’episodio verrà ricordato come quello in cui Tony Danza interpreta il padre di Abbi, perché effettivamente c’è poco altro da ricordare. L’attore italo-americano fa il suo dovere in un ruolo tutt’altro che significativo. Un’occasione persa.
L’ “amore” di Ilana per Abbi qui inizia a stancare, l’intera vicenda dei soldi da restituire alla vecchia amica finisce con un equivoco dalla dubbia originalità. Ilana che parla cinese poi, quando conosciamo bene il suo scarsissimo grado di produttività e impegno, è decisamente poco credibile. Aggiungiamoci poi delle sequenze senza né capo né coda, come la fintissima rincorsa del cane, che fintissimamente scappa via col vecchio pupazzo di Abbi, o la compravendita di 200$ di alcolici, che finiscono per essere due sole bottiglie, tra l’altro lasciate sull’asfalto. Una scrittura raffazzonata e maldestra, a cui va ad aggiungersi un montaggio inspiegabilmente fuori posto, che rovina diversi momenti dell’episodio, tra cui la danzereccia (è il caso di dirlo) colazione a base di pancakes che, dopo aver perso – in modo del tutto gratuito – 13.000$, ha veramente poco senso. La recitazione sfrenata, fisica, divertentissima, di Ilana Glazer e Abbi Jacobson e un paio di situazione riuscite salvano giusto in extremis un episodio tutt’altro che convincente.
Per fortuna arriva il settimo episodio, “B&B-NYC”, a ricordarci quanto Broad City sia sempre e comunque una delle serie più divertenti del momento. Capiamo subito, dal primo frame, che si tratterà di un ritorno alle origini delle passate stagioni, si parte infatti con una videochiamata, un classico di Broad City, e nudità poco imbarazzate, un altro classico. L’idea di base è semplice: fare soldi subaffittando a prezzi maggiorati i propri appartamenti per una notte, la stessa notte che le due amiche passeranno sul tetto in una tenda fingendosi in campeggio. Sì, siamo veramente tornati alle origini. Il piano originale, neanche a dirlo, non va a buon fine (per una volta i rumori fuori campo da incidente stradale causati da qualcuno sul tetto sono giustificati, visto che a finire giù è la tenda intera), e le due newyorkesi si ritrovano per le vie della città che non dorme mai alla ricerca di passatempi notturni. Ovviamente riescono ad entrare nel club più esclusivo di tutta New York, a noi non capita mai.
Come se le fortune non bastassero Ilana rimedia una serata con Blake Griffin, campione NBA dall’altezza imbarazzante. Decisamente meno fortunata è Abbi, ingenuamente derubata dal francese che aveva deciso di ospitare. Il “sesso” tra Ilana e Griffin, una volta esclusa la penetrazione per motivi di proporzioni, è una delle cose più assurde e divertenti viste fino ad ora. Intanto Trey, àncora di salvezza di Abbi, è sempre più divertente, e tra una memorabile imitazione di un quadro di Picasso e gusti cinematografici discutibili, riesce a creare quella serenità che forse in casa di Abbi non c’è mai stata.
Da ricordare è anche la scena del preservativo usato, dove il mascheramento della nottata con Trey sfocia in una descrizione esageratamente mascolina del ladro francese, tanto che Abbi – l’attrice – riesce a stento a trattenere le risate. Noi invece non cerchiamo neanche di trattenerle. Un episodio perfetto, di quelli che i 20 minuti ti sembrano 5, che dà fiducia per i tre che mancano alla conclusione di questa terza stagione di Broad City; tanto slang – parlato e non -, tanto nudismo, assurdità quanto basta e senza esagerare, una storyline con una coerenza interna e soprattutto due personaggi che non smettono mai, ma proprio mai, di sorprendere, nonostante siano al centro della scena in ogni singolo istante.
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Chi mi devo scopare per uscire con Abbi e Ilana? #BroadCity
— Diego 🌈 (@CeredaDiego) April 1, 2016
Broad City non può far ridere sempre di più ad ogni puntata, arriverò al finale di stagione con una paresi facciale.
— 𝔻𝕠𝕞𝕖 (@egodome) March 31, 2016
https://twitter.com/hey__lexa/status/715559517803716608
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