Black Sails4×10 XXXVIII.

Series Finale Un series finale davvero inaspettato per Black Sails, che dopo aver passato la quarta stagione a convincerci che sarebbe finita in un certo modo, spariglia le carte in tavola e ci spiazza. In positivo o in negativo è tutto da vedere. Vi ha convinto fino in fondo? Qualunque sia il vostro parere, salutate il Capitano Flint, Long John Silver e tutti gli altri; ci hanno fatto un'ottima compagnia ma, purtroppo, è arrivato per loro il momento di mollare gli ormeggi e salutarci. E ci mancheranno davvero, davvero tanto.

0.0

D’accordo, bando alle chiacchiere. Facciamo la domanda che ogni persona che si approccia a un finale di serie – non di stagione, badate bene – si pone mentre legge l’ultima recensione dedicata. “Ti è piaciuto il finale il Black Sails?” Forse. “Sei rimasto soddisfatto da come hanno chiuso le varie storyline dei personaggi?” Dipende. Quindi, il sunto di tutto questo preambolo è: Black Sails è un caposaldo delle serie tv, un must watch a tutti i costi per svariati motivi, ma oltre l’entusiasmo giustificato c’è un grossissimo “ma” che lascia spiazzati e non del tutto in positivo, a dirla tutta. Quindi, SerialFreaks, cosa ne pensi? Perché? Ve lo spieghiamo con calma, qua sotto.

Light vs Dark

Ogni puntata di Black Sails, fin dalla prima e gloriosa stagione, ci ha abituati a un livello di dialoghi davvero fuori dal comune. Senza scivolare nelle classiche pippe filosofiche – mi si passi il termine tecnico – senza capo né coda, è stato in grado di sviscerare argomenti davvero complessi attraverso i pensieri e le parole dei suoi protagonisti: realizzazione personale, libertà, adattamento, civiltà, amore. Sono svariate le citazioni e gli esempi che si potrebbero portare, ma stavolta Black Sails tira fuori l’ennesimo e ultimo asso dalla manica. In uno straziante confronto tra il Capitano Flint e Long John Silver, arrivati all’empasse che ci aspettavamo ormai da un po’ – ovvero scegliere se ritirarsi dalla guerra che Flint ha messo in piedi contro l’Inghilterra oppure essere ucciso da Silver – assistiamo al perfetto riassunto del perché Flint ha fatto quello che ha fatto.

Thomas Hamilton ha avuto una parte molto importante nella vita di James McGraw: è stato il suo grande amore, l’idealista che ha saputo insegnargli che c’è qualcos’altro oltre la vita che ci è stata “imposta” dalle convenzioni sociali; che c’è libertà e possibilità nelle tenebre, una volta che qualcuno è arrivato a illuminarle.

This is how they survived. You must know this, you’re too smart not to know this. They painted the world full of shadows and then tell their children to stay close to the light. Their lights. Their reasons, their judgements, because in the darkness there be dragons. But it isn’t true, we can prove that it isn’t true. In the dark there are discoveries, there are possibilities, there is freedom in the dark, once someone has illuminated it.

Il vero nemico, l’abbiamo sempre detto, è questo “loro” mai specificato: la civiltà, le persone comuni, coloro che hanno scelto di abbracciare il tipo di vita che Flint non ha fatto in tempo a vivere. In un raffinato esempio di metaletteratura – implicito, il che rende il tutto ancora più lodevole – Flint fa notare a Silver che se deciderà di ucciderlo e di mandare all’aria tutto quello per cui hanno combattuto fino a quel momento, sarà stato tutto vano, compresi lui e Silver stesso: finiranno per essere definiti dalle storie che gli altri raccontano senza sapere, distorti per essere incastrati nella loro narrativa finché tutto quello che rimarrà dei pirati sarà la nomea di mostri, di cui narrano ai loro bambini per spaventarli. Ed è esattamente quello che è successo, alla fine, nell’Isola del Tesoro.

“I unmade him”

Ciò detto, Black Sails non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo con la cattiveria della vita reale e ha preferito lasciarci in un limbo per non farci assistere alla fine di tutto. Tecnicamente è corretto, la serie è un prequel dell’Isola del Tesoro e non la storia della pirateria, non stava agli sceneggiatori mostrarci la morte di Jack e il trionfo di Rogers – che storicamente, come sappiamo, ha debellato del tutto questa piaga dalle isole. E L’Isola del Tesoro, a conti fatti, si svolge quando ormai Billy Bones, Long John Silver e tutti gli altri sono vecchi e quasi dimenticati dai più – quindi sarebbe stato strano riallacciarsi senza sbavature all’inizio del libro di Stevenson in un’ora e dieci di svolgimento. Ma è stata davvero una scelta vincente?

Inutile negarlo, la serie ci ha abituato a non affezionarci a nessuno dei protagonisti proprio perché sappiamo benissimo che fine avrebbero fatto tutti quanti. Eravamo pronti a guardarli morire, uno dopo l’altro, a guardarli andare fino in fondo per seguire la causa tanto sostenuta da Flint, la stessa causa per cui Charles Vane si è sacrificato. E invece, nulla di quello che ci aspettavamo è successo: nessun epico sacrificio, nessuna battaglia campale, nessun duello mortale. Black Sails ha scelto, spiazzando tutti quanti, di cancellare in un colpo di spugna il nostro cinismo e proseguire sulla strada della narrativa tanto temuta da Flint: ci ha regalato una sorta di happy ending davvero inaspettato per tutti i suoi protagonisti. O quasi.

L’abbiamo detto e ripetuto più volte – e lui per primo ce l’ha raccontato: James Flint ha preso forma dopo ciò che è successo a Thomas, dopo che gli è stato portato via l’amore della sua vita, dopo aver promesso che avrebbe “salvato” Nassau a tutti i costi. Il Capitano Flint e la sua storia iniziano e finiscono con Thomas Hamilton, per riempire il lutto di una perdita insanabile. E cos’ha fatto Silver – quello scaltro, manipolatore e calcolatore Long John Silver? Ancor prima che arrivassero gli Spagnoli su Nassau, dopo aver scoperto da Max l’eventualità che proprio Thomas sarebbe potuto essere ancora vivo da qualche parte, si è mosso per tutelarsi dalla distruzione che Flint stava portando su tutti loro, combattendo a testa bassa per quel qualcosa che l’ha mosso sin da quando l’abbiamo conosciuto la prima volta. Avere un piano B, per il quartiermastro della Walrus, è un’arte che arriva fino a Savannah e alla piantagione in cui è detenuto il motore delle azioni di Flint.

Silver non l’ha ucciso, come confessa a Madi – che si sente tradita dal fatto che abbia affossato la sua guerra e lo stesso Flint; non poteva ucciderlo perché, da sua stessa ammissione, James Flint è una parte di Long John Silver. Sarebbe stato insostenibile privarsi in maniera così brusca di qualcuno che volente o nolente l’ha trasformato nell’uomo di adesso; così, nella migliore tradizione, Silver ha preferito far sparire il Capitano Flint, inserirlo in una situazione in cui avrebbe potuto vivere senza la guerra che tanto ha cercato e combattuto. Ha riportato in vita James McGraw e, soprattutto, Thomas Hamilton: il loro incontro dopo dieci anni di lontananza, finalmente alla luce del sole, ci dà la dolce soddisfazione di poter dire che James, solo James, ha finalmente trovato la tanto sospirata pace.

Black Sails si conferma essere una delle serie più attente alle tematiche LGBT, paradossalmente molto più di altre serie dedicate all’argomento, e questo è sicuramente un grande punto a suo favore per essere considerata rivoluzionaria nel panorama del piccolo schermo. Ma il fatto che non ci abbiano mostrato l’ultimo saluto tra Flint e Silver, che abbiano liquidato Billy Bones come colui che ha creduto troppo nella sua stessa storia ed è finito male per questo, che ci abbiano introdotto Mary (Mark) Read negli ultimi minuti e che abbiano processato Rogers per i suoi debiti, liquidandolo con grande umiliazione, sono note che stridono nel panorama generale.

Soprattutto, perché le parole di Jack Rakham – per quanto sempre eloquenti – non riescono fino in fondo a lasciarci soddisfatti del quadro che ci ha dipinto sulla Nassau-post-Flint. Sicuramente, le storie di Black Sails non sono finite qua e le scorrerie dei pirati neppure. Non sappiamo se James e Thomas siano rimasti schiavi a Savannah o se siano fuggiti, non sappiamo neanche come Billy Bones abbia tracciato la mappa di un tesoro rimasto sepolto sulla Skeleton Island la cui posizione, a conti fatti, Flint non ha rivelato a nessuno. Non sappiamo tante, troppe cose di cui avremmo sicuramente voluto scoprire di più.

Quello di cui siamo certi è che Long John Silver ha incontrato se stesso nella stiva della Eurydice mentre cercava Madi, un cuoco codardo e spaventato che rifugge l’azione nascondendosi dall’assalto dei pirati. Ha incontrato se stesso, ha pensato a tutta la strada che ha fatto per arrivare dov’è ora e ha seppellito il giovane cuoco in un passato che non ha mai voluto raccontare a nessuno. Neanche a Flint. E da quel momento in poi, è toccato a lui riempire il vuoto della perdita di Flint, arrivando persino a comprarsi un pappagallo e chiamarlo con il nome del Capitano che lui stesso ha ucciso. Metaforicamente o meno, è tutta un’altra storia.

4

 

Il voto per questa puntata non è il massimo perché, a conti fatti, l’episodio non regge la maestosità di tutta la serie. Troppe domande irrisolte, troppe cose date per scontate e una scelta di “finale” che nessuno a conti fatti si aspettava. Ma a tutta la serie, il voto non può che essere questo:

5

 

Perché di serie così, diciamolo, dovrebbero farne di più.
Quanto vi mancheranno Flint, Silver e il resto dei pirati?
Personalmente, tantissimo.

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