Black Sails4×07 XXXV.

Puntata di transizione in vista del gran finale, ma come sempre gli intrighi non mancano mai. E le donne, ancora una volta, si dimostrano le vere indiscusse regine della serie. Tra sconvolgimenti di alleanze e nuovi patti, la lotta finale per il dominio di Nassau promette di essere più insanguinata del previsto. Specialmente perché un certo "qualcosa" sta tornando sull'isola...

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Puntata di transizione, questa settimana, che fa da degna ouverture – anche se forse un po’ lenta in alcuni passaggi – al finale di stagione e conseguente finale di serie. Black Sails rallenta il ritmo di parecchio, dopo i brutali colpi di scena della scorsa puntata, per mostrarci un aspetto più malinconico della lotta tra pirateria e civilizzazione; mentre da entrambe le parti si piangono i morti – o presunti tali – gli intrighi e le alleanze non aspettano certo il lutto per consumarsi, uno dopo l’altro, rimodellando la scacchiera e le mosse dirette verso uno dei pezzi più importanti: il vero Re di Nassau, o meglio il Tiranno. Sapete di chi stiamo parlando?

James Flint VS the World

Chiunque sappia giocare a scacchi, o sa più o meno di che si tratta, vi dirà una cosa soltanto: ogni partita, per quanto sembri essere delineata all’inizio, può ribaltarsi nel giro di un paio di mosse e sconvolgere completamente lo scenario. Ed è esattamente ciò che succede, in sordina, in questo episodio. Gli scenari introspettivi davanti a cui ci mette Black Sails, stavolta, hanno una delicatezza necessaria a lenire le ferite delle precedenti puntate solo per infliggercene di peggiori in ciò che sta per accadere, immagino, ma cerchiamo di non pensarci. Questa serie mostra chiaramente quanto sia superflua la paura degli spoiler, quando si ha a che fare con una serie tv per la maggior parte “storica”: che i personaggi di questa serie moriranno tutti o quasi, alla fine, è quasi scontato.

Quello che non era scontato, tuttavia, è questo improvviso ribaltamento della forte alleanza stretta all’inizio di questa quarta stagione. La lealtà dei pirati, si sa, non è esattamente leggendaria, ma di una cosa siamo sempre stati convinti: il sacrificio di Charles Vane, volente o nolente, li ha uniti tutti sotto una causa comune, per onorare la sua memoria e il suo essersi immolato in nome di un ideale che tutti i pirati condividono. Ma la libertà tanto cercata passa in secondo piano quando ognuno dei protagonisti si accorge che è molto più difficile ottenere un successo condiviso piuttosto che concentrarsi sui propri bisogni.

Ed è così che assistiamo all’assottigliarsi di qualsiasi legame Jack, Billy e persino Silver abbiano mai avuto con Flint e con i suoi ideali. Billy Bones, smanioso di vendicarsi, propone a Woodes Rogers un’alleanza per farla pagare a tutti quelli che si sono rivoltati contro di lui; perché ha ragione, lui è il vero Long John Silver, ha creato lui la leggenda, eppure come nelle migliori storie gli si è ritorto contro nel peggiore dei modi. Silver, spinto dall’amore per Madi – al momento ostaggio di Rogers, il fatto che non fosse morta davvero era abbastanza telefonato – accarezza l’idea di togliere di mezzo Flint per consegnare il tesoro richiesto come riscatto. Il famoso tesoro, che adesso non è più sotterrato sull’isola dei Cimarroni ma è nascosto nella stiva della nave diretta nuovamente a Nassau, è l’arma che useranno Flint e Silver per farsi la guerra; quanto siete pronti a scommettere che alla fine di tutta la serie il Capitano Flint scapperà a bordo della nave, con il tesoro, per seppellirlo chissà in che Isola del Tesoro sperduta?

Jack Rakham, invece, alla sofferta decisione di togliere di mezzo Flint c’è arrivato in modo decisamente più arzigogolato. E ancora una volta, chi manovra le redini degli intrighi non è altro che una donna; anzi, due donne, in apparenza molto diverse ma con la stessa abilità puntualizzata dallo stesso Rakham: la capacità di far credere agli uomini di avere il controllo su qualcosa quando, in realtà, sono loro a decidere tutto quanto. Dietro ogni grande uomo, dice il detto, si nasconde una donna.

La nonna di Eleanor Guthrie conferma l’ennesimo modo di dire, ovvero che il sangue non è acqua e l’abilità nel fare affari deve avere una componente genetica sul ramo femminile, probabilmente, visto e considerato che il famoso nonno di Eleanor che avrebbe dovuto salvare la situazione si rivela essere l’ennesimo papavero dei salotti di Philadelphia, troppo interessato a smacchiare la sua candida reputazione per valutare la validità di affari proposti da partner improbabili ma di sicuro succulenti. E a quelli, infatti, ci pensa Mrs. Guthrie.

Sono le donne, in questa serie, che si sporcano davvero le mani.

In un dialogo davvero magistrale tra lei e Max – a cui Jack assiste solamente dopo essere stato avvicinato dalla donna in cerca di una mediazione – Max e la nonna di Eleanor mostrano davvero cosa significhi essere pronti a fare sacrifici per gestire una situazione spinosa. Sono le donne, in questa serie, che si sporcano davvero le mani: è stata Anne a salvarli tutti, qualche puntata fa; è stata Miranda a cercare di tirare fuori Flint dal circolo vizioso in cui si era cacciato, è stata Madi a tenere unita l’alleanza quando si pensava che Silver fosse morto; è stata Eleanor a cercare di riappacificare Vane e Flint, senza molto successo, ed è Max – ancora una volta – a specificare che non tornerà schiava a Nassau solo perché Woodes Rogers ha deciso così. Max ha avuto il fegato di fare ciò che nessuno, finora, è stato in grado di fare: Nassau ha fame, sempre fame, ed è guidata dall’istinto più primordiale di danneggiare se stessa e chiunque ci abiti. Affogarla, come affogare un gatto che mendica sempre cibo alla finestra, è un atto necessario per andare avanti. E chi altri incarna meglio Nassau se non Flint?

L’amaro presentimento che Jack e Anne Bonny non si rivedranno mai più non va via, e neanche la sensazione che tutti quelli diretti a Nassau per uccidere Flint e porre fine alla guerra andranno incontro presto alla loro stessa fine. Silver e Rakham saranno davvero pronti a tradire gli ideali per cui Vane si è lasciato impiccare? Saranno in grado di uccidere Flint per perseguire interessi più alti del semplice “principio” che muove qualsiasi pirata? Non lo sappiamo. Quel che sappiamo, purtroppo – come ci ricorda lo stesso Jack – è che Charles è morto e i pirati sono diventati dei fenomeni da notizie scandalistiche sul giornale, visti come animali o mostri crudeli, senza un vero e proprio scopo. L’epoca della pirateria, stavolta, è davvero alla fine.

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Quattro porcamiseria per una puntata piuttosto lenta ma necessaria a imbastire il palcoscenico per il gran finale; ancora una volta, tutto e tutti convergono su Nassau, per lo scontro finale con Rogers – un Governatore sempre più solo e sempre più sfiduciato sulla riuscita del suo piano, che porta avanti con la rabbia che si confà a un uomo che ha perso tutto: i soldi, la reputazione, la moglie. E tutto, unicamente, per colpa sua.

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Eloquenza:

Right in the feels:

https://twitter.com/silversflint/status/841387726909919232

SHAME! (cit.)

https://twitter.com/BBowtiesarecool/status/842001061955137536

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