In una quarta stagione che è stata accusata da più fronti di aver tradito l’atmosfera tipica della serie, Metalhead cerca di bilanciare i conti con un netto ritorno alle origini, sia nei contenuti che nella forma. Un tentativo sicuramente riuscito ma non esente da critiche e, soprattutto, da dubbi sul futuro dello show.
La Bella e la bestia
In un mondo post-apocalittico in cui gli umani sono decimati e temono la costante e letale minaccia di feroci “cani” robotici, Bella e un gruppo di superstiti si imbarcano nella missione di recupero di un oggetto per Jack, un ragazzino moribondo. Ad aspettarli troveranno uno dei cani e Bella dovrà fare affidamento a tutta la propria forza per sfuggire a un terribile destino, attraversando una terra devastata in cui la speranza ha lasciato spazio alla disperazione, fino all’epilogo finale.
L’episodio più breve di Black Mirror (41 minuti) è caratterizzato da uno straniante quanto affascinante bianco e nero della fotografia, scelta azzeccata del regista David Slade, il quale, con un curriculum di tutto rispetto che lo vede alla regia di episodi di Breaking Bad, Hannibal e American Gods, ha deciso di richiamare le atmosfere tipiche dei film horror, con quel senso di oppressione che solo la dicromia riesce a rendere (e in più punti la puntata sembra ricordare La notte dei morti viventi). Il bianco e nero, inoltre, è funzionale alla trama, in cui assistiamo allo scontro manicheo tra la fredda razionalità logica del cane e il caldo appello ai sentimenti di Bella: l’amore per le persone care, in primis, ma anche il più essenziale istinto di sopravvivenza e, soprattutto, la speranza.
Bella rischia la propria vita non per salvare il povero Jack, ma per allietarne la dipartita; è la stessa donna che, pur sapendo di essere a rischio intercettazione, si dilunga comunque nell’accorato discorso alla radio e che accosta speranzosa nella vana attesa del proprio compagno sul furgone. Non regge, Bella, a quella tragica manifestazione di disperazione che è il suicidio della coppia nella villa, tanto lontano dalla protagonista di inizio puntata eppure così familiare alla donna che arriverà a fine episodio.
La trama, rafforzata dalla fotografia, è asciutta, essenziale, priva di qualsiasi cornice che permetta di individuare le cause di quanto accaduto: una narrazione che non lascia spazio ad alcuna sfumatura. Il che, se da un lato riesce a ricreare le sensazioni tipiche dell’originale Black Mirror (le prime scene s’inseguimento ricordano tantissimo, così come il colpo di scena finale, White Bear), dall’altro fa risultare l’intreccio fin troppo snello e basico, quantomeno nei contenuti.
È il comparto tecnico a giovare di questa aridità, surclassando infatti quello narrativo, qualificandosi come parte migliore di questa puntata: oltre alla già citata scelta fotografica si aggiungano le bellissime inquadrature (quelle asettiche dall’alto su tutte), il ralenti azzeccato, l’equilibrio (manicheo anch’esso) tra l’accompagnamento musicale e il silenzio più totale, la grande prova interpretativa di Maxine Peake (Shameless UK).
Metalhead rimane un’occasione sfruttata a metà, un buon episodio di Black Mirror (tenendo conto anche della stagione) che non è però tra i più memorabili e lascia più di un dubbio su quanto ancora la serie abbia da dire ora che sembra stare esaurendo la verve e le idee.
Note
- Tra la corrispondenza inquadrata su un tavolo della villa è possibile scorgere una cartolina da San Junipero.
Porcamiseria
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6.5/10
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9/10
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7.5/10
In breve
Metalhead recupera le atmosfere opprimenti dell’originale Black Mirror facendo ricorso a una solidissima parte tecnica (fotografia e inquadrature su tutto) e puntando su una trama snella ed essenziale che presta il fianco a critiche di basicità e asetticità.
User Review
( votes)La 4×05 di #BlackMirror è un capolavoro. Atmosfere che rimandano ad un racconto di fantascienza di Fredrick Brown o di Ray Bradbury. Il piano-sequenza finale è mozzafiato.#BlackMirror4 #Metalhead
— Matteo Capezzuoli 🇦🇷 (@matteocippe) January 1, 2018
#BlackMirror4 Metalhead è una puntata atipica. Il BN funziona ma l’estetica ricercata non basta a reggere un episodio in cui è più interessante quello che non viene detto più che quello che vediamo. Il “colpo di scena” finale non sposta molto.
— Ivan Luigi Fabbris (@IvanFabbris) January 1, 2018
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Porcamiseria
Metalhead recupera le atmosfere opprimenti dell'originale Black Mirror facendo ricorso a una solidissima parte tecnica (fotografia e inquadrature su tutto) e puntando su una trama snella ed essenziale che presta il fianco a critiche di basicità e asetticità.
Storia 6.5 Tecnica 9 Emozione 7.5