Black Mirror3×02 Playtest

Il secondo episodio della terza stagione di Black Mirror è un episodio atipico, che esplora atmosfere più horror in uno scenario da videogioco futuristico ai confini tra realtà virtuale e accettazione delle proprie paure più profonde.

0.0

Se c’è una cosa a cui Black Mirror ci ha abituati sin dagli albori è la feroce critica sociale sottesa a ciascun episodio, declinata in modalità differenti in ciascun capitolo ma con un unico, saldissimo punto in comune: il cambiamento nella società dovuto all’abuso della tecnologia, spesso rappresentato in contesti talmente estremi e distopici da rendere praticamente impossibile non recepire il messaggio che l’autore desidera veicolare.
Nella prémiere della terza stagione, Nosedive, questo intento era pienamente chiaro: l’abuso dei social media, la ricerca dell’approvazione degli amici, dei colleghi e degli amanti – ma anche degli sconosciuti – è stato rappresentato, come sempre con risultati eccelsi, mediante metafore che non andavano decisamente per il sottile.

In un certo qual modo, il secondo capitolo di questa stagione rappresenta un episodio atipico per Black Mirror. Pur con le atmosfere horror già sperimentate in quello che è probabilmente uno degli episodi più forti di tutta la serie – quel White Bear che, a distanza di anni, ancora fa riflettere sulla cosiddetta “gogna mediatica” e sull’attenzione morbosa per i casi di cronaca nera – in questo episodio spostiamo il focus dall’analisi del comportamento della società a quello individualePlaytest, infatti, non sottende – a differenza di tutti gli episodi precedenti di Black Mirror e anche dei successivi della terza stagione – nessuna critica alla società in sé, né nessun ampio contesto in cui collocare le proprie riflessioni, ma si focalizza piuttosto sul percorso di accettazione e superamento delle proprie paure. In questo episodio la tecnologia rappresenta, pur nel consueto contesto futuristico che è ormai il marchio di fabbrica di Black Mirror, non la causa del male assoluto ma, al limite, un mezzo per sfuggire al male che si trova in ognuno di noi.

black_mirror4

L’incipit della vicenda non sembra, quantomeno all’inizio, nemmeno dei più interessanti: il protagonista, un certo Cooper Redfield che sembra avere un pessimo rapporto con la madre, tale da ignorarne le insistenti chiamate al cellulare, si trova al verde a seguito della clonazione della sua carta di credito, e decide di accettare un lavoro come beta tester per quella che viene definita la nuova frontiera della realtà virtuale nei videogiochi.

E in effetti, di riferimenti ai videogiochi è pieno, a partire dal protagonista Cooper Redfield, evidente citazione al primo Resident Evil (in cui Chris Redfield – C. Redfield è uno dei due protagonisti che deve affrontare le proprie paure proprio in una casa infestata dagli zombie), fino ad arrivare a Bioshock 2 (“Would you kindly open the door?”, implora Katie all’interno del gioco per consentire a Cooper di arrivare all’access point) e in misura ancora maggiore ai due Portal, nei quali il protagonista viene guidato da GLaDOS, che al pari di Katie all’interno della mansion è in grado di interagire solo per mezzo della voce.

1477052497807309

Proprio a Resident Evil si ispira il “gioco” che occupa la maggior parte dello screentime di questo Playtest, in cui Cooper è chiamato ad affrontare e a superare, a livelli di difficoltà crescenti, tutte le proprie paure: dai ragni, al bulletto della scuola, fino ad arrivare alla sensazione di spaesamento data dalla solitudine e dalla perdita del rapporto con la madre, che costituisce la più grande fobia del protagonista. La regia di Dan Trachtenberg (10 Cloverfield Lane) rasenta la perfezione e la rappresentazione della vicenda, al netto dell’idea non proprio originale, raggiunge – e probabilmente supera – lo standard a cui Black Mirror ci ha sempre abituati, immergendoci al pari del protagonista in un mondo di realtà aumentata che si fa via via sempre più aggressivo e pericoloso, scavando nelle paure di Cooper in modo progressivamente più profondo.

Lo spunto di riflessione principale è dato dal fatto che la fine definitiva del gioco è dettata dal non rispetto di una regola che vietava l’utilizzo del cellulare durante la fase di beta testing, cellulare utilizzato al fine di raccogliere prove sulla nuova tecnologia da vendere alla stampa di settore. La fatalità della chiamata ricevuta dalla madre nel momento più sbagliato possibile, a sua volta conseguenza proprio dell’irrisolutezza da parte di Cooper nell’affrontare la propria paura di riallacciare i rapporti con lei, contribuisce a chiudere il cerchio, nel momento in cui scopriamo che quasi tutto l’episodio è avvenuto – esclusivamente all’interno della mente iperstimolata del protagonista – nell’intervallo di 0,04 secondi, il tempo impiegato da Cooper per dire “Mamma”.

blackmirror_ep6_playtest_00455r-e1476908242259

L’intero episodio si rivela, solo a questo punto, un excursus delle paure irrisolte del protagonista, un viaggio sempre più in profondità nella sua mente e nelle sue paure: la paura di rimanere solo, la paura di non ricordare, la paura del lutto familiare e la conseguente difficoltà di riallacciare un legame con i propri affetti rimasti, tutte terribilmente vissute in forma “reale” dal protagonista all’interno della propria mente.

Il finale lascia completamente spiazzati, in piena tradizione Black Mirror; quello che viene a mancare è, tuttavia, la presenza di un messaggio chiaro, di ampio respiro, con i quali la serie ci ha deliziato fin dall’inizio. Preso singolarmente, l’episodio è spettacolare, intenso, inquietante e il finale è crudo e senza speranza quanto basta, ma contestualizzato nella cornice più ampia della serie da cui è tratto Playtest lascia, al termine della visione, un leggerissimo amaro in bocca e la sensazione che si poteva fare qualcosina in più. Per questo motivo, a quello che è probabilmente l’episodio meno originale della terza stagione per le tematiche trattate – ma probabilmente il migliore dal punto di vista della realizzazione tecnica – non possiamo che dare una valutazione di tre porcamiseria e mezzo su cinque.

3.5

 

Vota l'episodio!

Sei d'accordo con noi o avresti dato un voto diverso? Dai i tuoi porcamiseria all'episodio e dicci che ne pensi nei commenti!

1 Porcamiseria2 Porcamiseria3 Porcamiseria4 Porcamiseria5 Porcamiseria
Hanno votato questo episodio 71 lettori, con una media di 3,76 porcamiseria su 5.
Loading...

 


 

Ti è piaciuto l'episodio?

like
0
Mi è piaciuto
love
1
Tutto!
haha
0
Divertente
wow
0
Porcamiseria!
sad
0
Meh...
angry
0
Che schifo

Commenta l'articolo

Simili a Black Mirror