Black LightningSeason 1 Recap: il fulmine nero centra il bersaglio

Season Recap Può una serie supereroistica della DC avere un taglio maturo invece che infantile? Può una serie dedicata a un eroe di colore di seconda fascia avere ritmo, trame interessanti e non venire fagocitata dalla questione del razzismo? Jefferson Pierce ha una sua idea in proposito...

7.0

Black Lightning è un personaggio minore del DC Universe, ma è anche (o soprattutto) il primo eroe di colore DC Comics, creato da Tony Isabella, uno scrittore che in precedenza aveva anche lavorato, in casa Marvel, su Luke Cage. E se nei fumetti il fulmine nero della DC arrivò cinque anni dopo la nascita di Cage, in televisione l’esordio su CW di Black Lightning segue di due anni la prima stagione Netflix della serie dedicata a Luke Cage (in precedenza comprimario nella prima stagione di Jessica Jones).

Viste le premesse appare dunque scontato un paragone tra le prime stagioni dei due eroi di colore in scuderia Marvel e DC, eroi che ovviamente affronteranno la questione della discriminazione razziale e della condizione attuale delle persone di colore in America.
Ma a differenza di Luke Cage, questa serie offre anche altro che non sia la tematica del razzismo.

Le tematiche del razzismo e della condizione di vita degli americani di colore è ovviamente presente, ma non ha l’importanza capitale che le è stata data invece in Luke Cage. Esiste questa importantissima questione, ci viene data la visione del personaggio e dello sceneggiatore, ma la storia si sviluppa a prescindere da come gli abitanti della città vengano trattati

Tematica che comunque è ben presente nella prima parte della stagione, dove veniamo anche introdotti ai vari personaggi che compariranno nella serie e scopriamo qualcosa sul passato.
Già, perché in questo caso viene effettuata una scelta coraggiosa e, probabilmente, vincente: non si narrano le origini del supereroe, non viene mostrato l’atleta olimpionico impegnato a indossare il costume per combattere il crimine e salvare la propria città. Le lotte giovanili, i problemi derivanti dall’uso dei poteri e dai suoi combattimenti, la crisi con la moglie dovuta al dualismo tra Jefferson Pierce e la sua identità segreta di Black Lightning… tutto questo non viene mostrato, lo ricostruiremo nel tempo dai discorsi tra Jefferson, Lynn e Peter.
Perché quando inizia la storia, Jefferson non è più Black Lightning.
Ha appeso il costume al chiodo, in seguito a un duro regolamento di conti durante il quale sembrava aver sconfitto la sua nemesi, oltre a rischiare la vita e a distruggere il proprio matrimonio. È il preside della scuola locale, dove con la sua fama di atleta olimpionico e la sua filosofia cerca di mettere in riga i ragazzi, tenendoli lontani dalle strade e fornendogli i mezzi per costruirsi un futuro.

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È rispettato da quasi tutti, anche da alcuni delinquenti: in fondo è nato e cresciuto in quelle strade, conosce gli abitanti e conosce i pericoli che vi si annidano. Come le gang criminali, la droga, la polizia corrotta che è più che felice di mettere le mani su una persona se questa ha il colore della pelle sbagliato.
E più volte Jefferson, anche davanti alla famiglia, darà per primo l’esempio di come si deve comportare una persona di colore in America per avere meno guai possibili: essere accomodante con la polizia, sopportare in silenzio e con un sorriso i soprusi, chinare il capo e aspettare che, non trovando niente di illegale, ti lascino andare. Una situazione inaccettabile, che però si impegna in prima persona a cercare di inculcare nelle teste dei ragazzi. Meglio mangiarsi l’orgoglio, fargli credere di avere il potere e nel frattempo studiare per costruirsi una vita, che sfidarli e rischiare di finire in galera o sottoterra.

Ma questa tematica razziale non è al centro della prima parte di stagione.
Al centro abbiamo Black Lightning, la lenta escalation criminale che costringe Jefferson a indossare di nuovo i panni del supereroe di colore amato dai suoi concittadini. Un ritorno sofferto, inizialmente, concordato con l’ex moglie per ragioni di necessità. Ma con le urgenze che si accumulano, i pericoli che si moltiplicano e la sua nemesi che torna sulla scena, Jefferson dovrà fare una scelta: restare e difendere coi suoi poteri Freeland e i suoi cittadini, o tornare a essere solo un preside senza alcun potere reale se non quello del buon esempio, e avere una seconda possibilità con la sua famiglia.

Mentre assistiamo al ritorno in scena dell’eroe, acquista sempre più spazio un altro personaggio, Peter Gambi, sarto italoamericano che in realtà è un misto tra mentore, spalla e aiutante per Black Lightning. Lui ha addestrato il giovane Jefferson, lui ha ideato e costruito il costume che incanala il suo potere elettrico, lui ha una base segreta nei sotterranei del negozio, con tecnologie di ultima generazione.
Una sorta di ex agente segreto che si è dedicato ad aiutare il figlio di un vecchio amico, il padre di Jefferson, giornalista morto quando lui era ancora solo un bambino, ucciso da Tobias Whale sotto gli occhi del futuro eroe.
Ovviamente Tobias è la nemesi di Black Lightning e ha fatto molta strada nel mondo del crimine di Freeland, ma andando avanti con la serie ci fornirà anche il punto di vista interno al crimine, mostrandoci l’organizzazione criminale che controlla la città, la rete di corruzione che ne è l’ossatura, e i modi in cui può contrastare i superumani come Black Lightning.

La seconda parte invece fa virare la serie in tutt’altra direzione con due rivelazioni sorprendenti.
La prima è la storia di Peter Gambi, dell’agenzia governativa che aveva scelto Freeland come luogo dove fare i suoi esperimenti di controllo della popolazione, del complotto su cui indagava il padre di Jefferson, e del legame tra gli eventi di quel periodo e la nuova, pericolosissima droga che gira per le strade nel presente.
Si intuiva che ci fosse qualche scheletro bello grosso nell’armadio di Peter, ma il suo ruolo in tutto quello che è successo era difficilmente ipotizzabile, anche se fornisce la spiegazione al perché abbia deciso di abbandonare tutto dedicandosi ai Pierce e a Black Lightning.

Nella seconda parte della stagione l’azione accelera, fioccano i tradimenti e le rivelazioni sul passato e sul presente. Il mondo di Jefferson Pierce crolla insieme a gran parte delle sue certezze, e dovrà essere ricostruito mattone dopo mattone.

E poi la seconda bomba, l’ereditarietà del potere.
Le figlie di Jefferson che mostrano abilità metaumane.
E se Anissa, universitaria, studiosa, ligia al dovere, impegnata nel civile, appare subito entusiasta di questa scoperta e decisa a mettere i suoi nuovi poteri al servizio della collettività seguendo le orme paterne ancor prima di scoprire la verità su suo padre, la sorella minore Jennifer rappresenterà dei problemi: impulsiva, psicologicamente fragile dopo la sparatoria che aveva distrutto le speranze per il futuro di Khalil, rabbiosa, insicura. Vede i poteri come un peso aggiuntivo che non vuole, una maledizione, una malattia, e vorrebbe solo liberarsene.

Questa seconda parte preme con forza il piede sull’acceleratore, una volta disposte tutte le pedine sullo scacchiere nella prima parte. Complotti su complotti, indagini, crisi in famiglia e tra amici, tradimenti… e senza tralasciare gli spunti iniziali, visto che il tema del trattamento riservato ai cittadini di colore tornerà fuori in almeno un paio di occasioni.

Nel complesso si è trattato di una buona stagione, una sorpresa visto il protagonista praticamente sconosciuto nell’ambito supereroistico. Nella prima parte, a un certo punto, c’è stato il rischio di ritrovarsi un po’ impantanati nelle vicende personali della famiglia Pierce, ma il cambio di ritmo nella seconda parte ha scongiurato ogni pericolo e gettato basi importanti per la seconda stagione sia a livello dei Pierce e dei loro alleati, sia a livello dei loro nemici.
Sicuramente la serie è meno pesante e con più azione rispetto al dirimpettaio Luke Cage, col quale vince il confronto a distanza.

Porcamiseria
  • 7.5/10
    Storia - 7.5/10
  • 6/10
    Tecnica - 6/10
  • 7.5/10
    Emozione - 7.5/10
7/10

In breve

Una serie matura e adulta della DC, un supereroe di colore che non annega nelle acque profonde delle tematiche razziste. Una piacevolissima sorpresa su un supereroe di secondo piano dell’universo DC.

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8/10 (1 vote)

Porcamiseria

7

Una serie matura e adulta della DC, un supereroe di colore che non annega nelle acque profonde delle tematiche razziste. Una piacevolissima sorpresa su un supereroe di secondo piano dell'universo DC.

Storia 7.5 Tecnica 6 Emozione 7.5
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