Non c’è tempo da dedicare a Mike o a Gus Fring, stavolta Better Call Saul è tutto per Jimmy, Kim, Chuck e la risoluzione del loro conflitto. Il cold opening di “Chicanery” all’apparenza è uno di quelli dal valore sentimentale, strumentali a capire la relazione tra i due fratelli McGill già in presenza della malattia psicosomatica di Chuck. Non ci si ferma tuttavia qui, perché una volta finito l’episodio capiamo da dove ha origine l’astuto piano di Jimmy: ognuno di noi ha un punto debole, e quello di Chuck è davanti a noi durante tutta la sequenza iniziale, nella combinazione tra la sua salute precaria e la presenza di Rebecca.
I punti deboli non sono utili, tuttavia, se non sanno essere sfruttati. L’elemento ignoto in questo caso è la dimensione della condizione di Chuck, che viene sfruttata da Jimmy con la collaborazione di Huell (!!!); dovevamo intuirlo da quando Jimmy ha finto di aver dimenticato il telefono in auto, ma eravamo troppo concentrati sulla cassetta e sulle sue ripercussioni. Non che non ci siano state, ma erano solo una mossa nella metodica partita a scacchi condotta magistralmente dal dynamic duo Wexler-McGill.
L’aspetto paradossale della vicenda non è tanto l’inevitabile epilogo giudiziario, quanto le conseguenze di quello che abbiamo visto accadere a Chuck. Per quanto il rapporto tra i McGill sia già stato irrimediabilmente compromesso, la sconfitta del fratello maggiore sancisce la probabile chiusura definitiva tra Jimmy e Chuck, anche e soprattutto perché è tutto sotto gli occhi delle persone più vicine, professionalmente e sentimentalmente, al fratello maggiore della famiglia. L’esistenza di Chuck e la sua ragione di vita sono state annullate, soverchiate da una condizione psicosomatica alla quale troppi hanno concesso indulgenza, primo tra tutti Jimmy. Nonostante tutto, per Jimmy questa non ha il sapore di una vittoria, ma di un’inevitabile applicazione dei più elementari meccanismi di autodifesa.
Più in senso lato, quella di “Chicanery” è una riflessione sul messaggio morale dato dal concetto di giustizia. Avevamo già sottolineato il duplice ruolo di etica e morale e di come questi due concetti avessero diversa influenza nella vita di Jimmy e Chuck, e qui ne vediamo la diretta applicazione alla filosofia del diritto. La questione centrale è l’elevazione della legge al di sopra di ogni principio di giustizia morale, e se la legge sia un fine o un mezzo per un bene più grande. In questo, sia Chuck che Jimmy commettono l’errore di assoggettare la legge alle proprie vendette personali.
Chuck: He has a way of doing the worst things for reasons that seem almost noble.
Quello che tuttavia differenzia i due fratelli è l’obiettivo e lo spirito che li contraddistingue, nonché le venature di ipocrisia che rivestono in particolare il pensiero di Chuck: Jimmy ha da sempre agito plasmando la legge secondo il suo codice morale, mentre Chuck, fermamente convinto di quanto la rigidità nella legge sia essenziale, ha incanalato la propria vendetta in un processo giuridicamente impeccabile, dimenticandone l’aspetto morale.
Better Call Saul ci mostra il suo lato procedurale, chiusi 40 minuti in una stanza senza elettricità – o almeno quanto basta per causare la disfatta di Chuck – e lo fa nello stile di Gilligan, passo dopo passo, alternando mosse e contromosse in una danza di abile retorica che ci lascia con la pelle d’oca. 5 Porcamiseria su 5, se possibile con lode.
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Alcune Osservazioni
- Chuck è particolarmente detestabile mentre si allena nel suo discorso da testimone, dimostrando che non vuole affatto bene a Jimmy, contrariamente a quanto sostiene. Mette accenti pomposi e pretestuosi a parole di affetto che non sente affatto sue, gettando la maschera da fratello benevolo, se l’avesse mai avuta. Durante il processo, l’analogia più infelice è quella che usa per mettere a confronto Jimmy e Ted Kaczynski – Unabomber. Curiosamente, Kaczynski fu incastrato grazie all’intervento del fratello nelle indagini.
- L’inquadratura migliore di “Chicanery” è negli ultimissimi secondi dell’episodio, con lo sguardo di Chuck inebetito dalla sconfitta e il ronzio del segnale dell’uscita di sicurezza a suggellare la sua disfatta.
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