Better Call Saul, se già non ce ne fossimo accorti in due intere stagioni, è uno show metodico. Nulla è lasciato al caso e gli eventi si prendono il loro tempo per accadere, maturare e innescare reazioni. In questo episodio, soprattutto, i piani di ciascun protagonista fanno i conti con inevitabili errori di valutazione verso coloro che pensavano di conoscere.
Mike cerca di restringere il campo, arrivando davanti a una famosa catena di fast food del pollo fritto. Qui il gioco all’inseguimento svanisce in un decimo del tempo impiegato a crearsi una preda da pedinare: l’utilizzo di Jimmy come spia all’interno del ristorante è nell’insieme incredibilmente divertente e incredibilmente fastidioso da guardare. Siamo abituati all’impercettibilità e alla pazienza di Mike, e con Jimmy nelle vesti di investigatore è tutto troppo imbarazzante e goffo: i movimenti incerti, gli sguardi palesi e la sbadataggine nei gesti più semplici sono in netta contrapposizione con il comportamento di Mike, fantasma silenzioso lungo tutte le tappe dello scagnozzo di Gus. Ora Mike è stato scoperto, e ce lo aspettavamo: la volpe più furba è sempre Gus Fring, finché non si metterà contro Heisenberg.
Kim: At this point we can wait for his move, then act accordingly.
Jimmy non è solo il soggetto più sbagliato per un pedinamento, ma è anche il soggetto meno indicato per qualunque cosa che richieda tempo e pazienza per maturare. Chuck lo conosce troppo bene, sa che laddove possibile Jimmy tenterà una scorciatoia, una via facile, e sta tutto nei piccoli gesti: il colloquio con Francesca dura cinque minuti contati, in un segmento di episodio che sembra filler ma non lo è, e che anzi è la chiave per delineare il comportamento di Jimmy una volta scoperto del nastro. Kim è quella metodica, pensa alle conseguenze legali della cassetta e non ne trova, mentre Jimmy esplode in un vortice di rabbia destinato a metterlo in pericolo.
Chuck non se lo aspettava, nemmeno nella sua più fervida immaginazione, pianificando tutto nei minimi dettagli fino all’avvio accidentale del nastro da parte di Ernesto. Jimmy arriva furioso, scardina la porta, prende il nastro e lo distrugge, sotto a due illustri testimoni. È tutto sintomatico di un’altra distorsione percettiva: Chuck pensa di conoscere Jimmy come le proprie tasche, e in un certo senso riesce ad anticipare le sue mosse – chiunque sia vicino a lui ha un po’ capito quanto siano elementari i meccanismi del futuro Saul Goodman – ma stavolta la reazione è fuori dallo spettro del prevedibile. Chuck è rimasto a Slippin’ Jimmy, ma c’è spazio anche per “Hurricane Jimmy”.
L’attesa è stata lunga due episodi, e siamo stati a nostro modo protagonisti di un metodico pedinamento lungo le fila della trama di Better Call Saul, aspettando che eventi degni di nota si sbloccassero. Finalmente tutto può mettersi in moto, ma non si può comunque dire che l’attesa del piacere non sia stata essa stessa il piacere, citando una famosa pubblicità. 5 Porcamiseria su 5 ora non si possono negare, dopo le minime incertezze della premiere.
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Alcune Osservazioni
- Il dettaglio che impreziosisce l’episodio è Jimmy che toglie il nastro adesivo come suggerito da Chuck in Mabel, salvo poi infuriarsi non appena prende coscienza di quanto il fratello abbia influenza su di lui.
- Il passaggio dei 20 dollari con Kim è una di quelle minuzie fondamentali che altre serie tv si lascerebbero scivolare addosso, ma è anche uno di quei dettagli che rendono Better Call Saul privo di patine narrative, crudo e reale.
- Troppi i brividi lungo la schiena quando vediamo apparire l’insegna di Los Pollos Hermanos. Uno zoom out da colpo al cuore, aspettando il vero infarto all’apparizione di Gus.
Il sesso sarà bello ma anche questa scena di #BetterCallSaul signori miei non scherza mica tanto: pic.twitter.com/2RgYk9nIq5
— Valeria (@_UnaLola) April 21, 2017
https://twitter.com/noiroses/status/854298987045761024
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