Nerd da quando sembrava ancora una parolaccia, cresciuto a pane, fantascienza, eroi Marvel e Saranno Famosi. Informatico per professione, narratore per sogno, Whovian nell'animo. Avido consumatore di storie, siano esse scritte o visuali, considera suoi zii putativi Asimov, Heinlein e Gaiman, tenendo sempre Shakespeare nel cuore. Può spaziare da Westworld a Broadchurch, passando per qualche trashata qua e là per abbassare un po' la media. Minaccia spesso di abbandonare serie che lo stufano, ma lo fa raramente e quando capita è per sempre. Troppe serie da vedere, troppa poca vita a disposizione, ma quando il gioco si fa duro...
A tre episodi dal finale di stagione si fa finalmente qualche passo avanti nella trama orizzontale. Ma il fondato timore è che sia troppo tardi.
Il lutto secondo Ricky Gervais. Il genio dell’attore e autore inglese dà vita a una serie che affronta il tema in modo intelligente e profondo riuscendo a commuovere e divertire contemporaneamente.
Un (quasi) episodio bottiglia che si fa forte di splendide soluzioni tecniche e un'ottima recitazione è anche sufficiente a cambiare l'andamento deludente della stagione?
Davvero arriva un momento in cui la crudeltà è giustificata? The handmaid's tale sembra dirci di sì e i risultati non ci convincono molto.
Una trama che non riparte, una protagonista sempre meno apprezzabile. Pugni nello stomaco e qualità visiva prima o poi non bastano più e The Handmaid's Tale si sta avvicinando pericolosamente a quel momento.
I nuovi orrori di Gilead, impressionanti ma non necessari, nascondono qualche perplessità nell'avanzamento della storia. Ma i pugni nello stomaco non mancano, accentuati dalla loro verosimiglianza.
Un episodio parzialmente di transizione mostra nuove prospettive sul ruolo di June, mentre continuiamo a seguire la nuova vita di Emily.
Il ritorno del Racconto dell’Ancella pone nuovi semi e sembra suggerire sviluppi potenzialmente interessante. I tre episodi introduttivi accelerano lievemente e puntano in una direzione che si spera verrà adeguatamente esplorata.
L’arrivo dell’Anticristo. L’Apocalisse. La guerra tra paradiso e inferno e la distruzione del pianeta. Tutto sembra inevitabile, a meno che un angelo e un demone decidano che la Terra è un luogo troppo piacevole per essere distrutto.
Follia, sfondamento della quarta parete, scelte inaspettate, pazzie. Il tutto accompagnato da personaggi approfonditi e viaggi nella mente e nelle emozioni umane. Doom Patrol si conferma una splendida sorpresa.
Dopo le risate e i pianti del series finale, salutiamo e rendiamo onore a The Big Bang Theory, una serie che ha fatto storia e che ha contribuito a portare la cultura nerd al grande pubblico.
Il ritorno della prima serie Marvel Television segna un punto di svolta, ma non quello che avremmo auspicato.
Il sudato finale di stagione porta la seria verso nuovi status quo in vista di un seguito che, si spera, dovrebbe riportarla su strade più soddisfacenti. Qualcosa funziona, qualcosa no, ma è già molto dato com'era iniziata.
La quattordicesima e penultima stagione di Supernatural stupisce per la buona costruzione della trama orizzontale e per uno svolgimento che ha lasciato ben poco al caso, rendendola una delle migliori nella storia della serie.
Un viaggio nel passato inaspettatamente interessante ma che avrebbe meritato più spazio, in vista di un finale di stagione che è sempre più un punto interrogativo.
Dopo tanti brutti episodi ne arriva uno che mostra sprazzi di ciò che American Gods dovrebbe essere ogni settimana. Sarà sufficiente a risollevare una stagione generalmente pessima?
Un episodio che più volte dà pugni nello stomaco allo spettatore e non sempre lo fa nel modo giusto. Si arranca ancora a tre episodi dalla fine di questa stagione.
La decima stagione di Will & Grace si conferma divertente, ben scritta e con la giusta dose di approfondimento ed emozione che la rendono ancora imperdibile.
La seconda stagione di American Gods sta caratterizzandosi per una sola costante: l'incapacità di trovare uno stile, un'identità e una chiave narrativa precisi. Questo quarto episodio non fa altro che confermare un trend che ci vede sempre più pessimisti.
Mentre buona parte dei personaggi continua a muoversi lungo la mappa degli Stati Uniti, arriva New Media e mai Gillian Anderson fu tanto rimpianta.
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