AtypicalAtypical season 2: tutto cambia, si evolve

Season Recap Come si era intuito, in questi dieci episodi si parla delle conseguenze della relazione tra Elsa e Nick, oltre a seguire Sam nel suo cammino verso l'indipendenza e Casey nella sua avventura nella scuola elitaria.

7.0

Parlando del primo episodio della seconda stagione di Atypical si era ipotizzato che la stagione potesse essere maggiormente incentrata verso l’interno della famiglia rispetto alla prima, focalizzandosi di più sui rapporti tra i quattro Gardner, le loro reazioni a quanto accaduto nei precedenti episodi e alla crescita di Sam, le conseguenze del suo progressivo ricercare una sua dimensione autonoma.

Le previsioni si sono rivelate azzeccate, dato che così come la prima stagione era ruotata intorno alla decisione di Sam di trovarsi una ragazza e cosa ciò aveva comportato per la famiglia, questa seconda stagione ruota invece intorno al tradimento operato precedentemente da Elsa, come verrà affrontata la cosa dai vari personaggi e cosa questo comporterà per la famiglia nel suo insieme.

La scoperta del tradimento da parte della signora Gardner avrà chiaramente ripercussioni sulla vita di tutti e quattro i membri della famiglia.
A partire da quelle più ovvie, con Doug che la caccia di casa e lei che va a vivere nella stanza degli ospiti dell’amica, fino ad arrivare a quelle più sottili, come il senso di colpa di Casey per aver fatto scoprire tutto al padre devastandolo.
Ma le conseguenze di questa scoperta non sono solo negative. Elsa, riflettendo sul suo comportamento, arriva alla decisione di abolire le menzogne, e di cercare di essere più come Sam: pura, innocente, veritiera. Intraprende così un percorso sicuramente difficile di riabilitazione, tentando in ogni modo di riavvicinarsi alla sua famiglia e di ricucire un rapporto ormai incrinato e forse spezzato per sempre.
Un altro effetto positivo di questa situazione è che ora Doug è, giocoforza, più presente nella vita quotidiana dei figli. Il che significa cene precotte e pizze, certo, o una quantità di stress inattesa che gli costa attacchi di panico, ma anche un approccio differente nell’affrontare i problemi di Sam.

Laddove finora si erano rivolti sempre e solo a terapeuti come Julia, adesso Doug decide di non andare all’ennesimo appuntamento con un potenziale nuovo medico per virare invece sul gruppo di supporto scolastico, gestito dall’assistente scolastica e mirato appositamente ad aiutare i ragazzi autistici ad affrontare il grande scoglio del diploma e della vita dopo il liceo.
Un gruppo che avrà ottimi effetti su Sam, rafforzandolo nel suo processo di crescita e maturazione.

Proprio Sam, il protagonista della serie, è forse la sorpresa più grande di questa seconda stagione.
Una delle pecche maggiori della prima stagione era stata che spesso veniva stereotipato in maniera eccessiva, rendendolo una sorta di Sheldon Cooper liceale ossessionato dal continente antartico.
Adesso invece, senza l’ossessione di trovare una ragazza e anzi immerso in una relazione aperta con Paige, il ragazzo può focalizzarsi sul suo futuro e sulla ricerca di una propria indipendenza, aiutato dal gruppo di supporto scolastico.

E così abbiamo la decisione di uscire dalla sua comfort zone: dorme fuori casa, rinuncia ad alcuni rituali, cede spazio agli altri, fa richiesta per un college che sembra perfetto per lui, apre un conto in banca per poter gestire i propri soldi, vince la paura di parlare di fronte a un pubblico.
Lo vediamo trasformarsi da un ragazzo altamente funzionante ma con grossi problemi e a tratti caricaturale, in un giovane uomo che spesso non appare minimamente strano.
Questo probabilmente è il messaggio forte che manda questa stagione: questi ragazzi sono persone normali, che come tutti hanno delle difficoltà. Le loro sono maggiori, e magari possono impiegare più tempo a superarle, ma se aiutati correttamente possono e devono vivere una vita normale.
Chiaramente questo messaggio si riferisce a una certa categoria di ragazzi affetti da questa sindrome, ma è un messaggio ugualmente forte e importante, visto che a un certo punto della serie ci si sorprenderà quasi a vedere Sam comportarsi in maniera così naturale, come fosse un errore della trama. Ovviamente non lo è, siamo noi ad avere una visione distorta di ciò che pensiamo debba fare o non fare un Sam.
Quindi questa serie ci fa un gran bene, ci rimette un poco al nostro posto.

Ma se il rapporto tra Doug ed Elsa evolve, e se la crescita di Sam ci apre nuove prospettive, Casey non resta certo immobile.
Arrivata alla nuova scuola per gente ricca, si scontra con una realtà estranea ed elitaria nella quale lei appare un corpo estraneo, affatto aiutata dal palese astio che nutre nei suoi confronti il capitano della squadra, Izzie.
L’intervento dell’allenatrice le spingerà a conoscersi meglio e a diventare amiche strettissime: prima le similitudini tra le due le fanno avvicinare, poi scoprono di starsi simpatiche, cementando un’amicizia che promette di poter diventare qualcosa di più.
Il che chiaramente creerebbe problemi con l’altra vita di Casey, quella in cui è la fidanzata di Evan, che da bravo ragazzo le rimane sempre accanto e di nascosto aiuta pure sua madre, colpito dai suoi tentativi di rimediare ai danni fatti. Non sono molto sicuro della sensatezza di questa sottotrama, che sembra inserita tanto per strizzare l’occhio anche alla questione lgbt e sembra spuntare dal nulla.

Del resto, i comprimari in questa serie spesso sono fari morali per tutta la famiglia e motivo di speranza nell’umanità per gli spettatori.
Evan, che si dimostra ancora di più un gentiluomo e un bravissimo ragazzo; Zahid che qui vediamo in tutta la sua gigante statura di vero amico di Sam, sia quando gli può fare da mentore, sia quando il ragazzo decide di potersi ormai staccare dalla sua orbita per avventurarsi per il mondo in solitaria. Julia, che finalmente ha accettato la gravidanza, si è scusata con Sam per quanto accaduto e riesce a ricucire col ragazzo una sorta di rapporto, non più professionale ma di interesse per quel che farà. Un rapporto nato dalla nuova maturità di Sam, che prima la tiene informata per telefono e poi si presenta allo studio per ringraziarla di tutto e invitarla alla cerimonia di consegna dei diplomi.
E sopra tutti loro, Paige. Che è chiaramente ancora innamorata di Sam, o comunque prova per lui un grandissimo affetto. Lo stesso che l’aveva portata a organizzare la festa invernale silenziosa, e che qui la porta a sconvolgersi quando Sam le dice di vedere un’altra persona, o quando lo scopre con Bailey, o quando è testimone della crudeltà degli altri ragazzi nei confronti del suo Sam. Malgrado i trascorsi, malgrado le difficoltà, Paige è rimasta un personaggio talmente luminoso da abbagliare.

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Una seconda stagione più corale, meno incentrata su Sam, che diviene più reale e meno stereotipato.
Parte un po’ in sordina, ma alla lunga si rivela profonda e sapientemente costruita.

  • 7.5/10
    Storia - 7.5/10
  • 6.5/10
    Tecnica - 6.5/10
  • 7/10
    Emozione - 7/10
7/10

Summary

La seconda stagione non ha l’impatto emotivo dell’esordio della serie, ma segue molto bene le vicende della famiglia in seguito al tradimento della madre, oltre alla continua ricerca dell’indipendenza e di una sua dimensione da parte di Sam.

Porcamiseria

7

La seconda stagione non ha l'impatto emotivo dell'esordio della serie, ma segue molto bene le vicende della famiglia in seguito al tradimento della madre, oltre alla continua ricerca dell'indipendenza e di una sua dimensione da parte di Sam.

Storia 7.5 Tecnica 6.5 Emozione 7
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