Attack on TitanAttack on Titan: Sopravvivere o Combattere?

Il mondo a disposizione del genere umano è ridotto all'interno di tre mura concentriche. Oltre ad esse vi è un mondo pericoloso, abitato da misteriosi giganti. La storia di Eren Jaeger e dei suoi compagni è un perfetto connubio di azione, introspezione e mistero, che riesce a coinvolgere anche chi di anime e manga è poco appassionato.

8.7

A cavallo tra il distopico e il fantasy, Attack on Titan (L’Attacco dei Giganti, in italiano) è riuscito, dalla sua uscita in formato cartaceo, a conquistare il mondo degli appassionati di manga. I riconoscimenti non sono mancati, portando ad un adattamento anime in grado persino di colmare alcune lacune da cui, gioco forza, il fumetto era affetto a causa della sua naturale staticità. La terza stagione dell’opera di Hajime Isayama è finalmente in arrivo su Netflix, e sorge spontanea per noi l’esigenza di convincervi ad arruolarvi tra le fila di chi è stato ammaliato dalla storia di Eren Jaeger e dei misteriosi giganti che hanno in scacco l’umanità.

L’appeal di Attack on Titan non è solo e superficialmente nell’azione, nella crudeltà e nel sangue che scorre a fiumi – un facile specchietto per allodole a causa dell’evidente sbilanciamento di forze a favore dei giganti – ma è soprattutto nella cura minuziosa con cui molti particolari del contesto in cui è raccontata la storia vengono svelati, in un modus narrandi perfettamente bilanciato tra introspezione, combattimento e rivelazioni.

Si mostra sin da subito come il genere umano sopravvive a un secolo dall’arrivo improvviso dei giganti, e di come i tre cerchi concentrici di mura  – Wall Maria, distrutto nel pilot, Wall Rose e Wall Sina – contemporaneamente salvezza e prigionia, siano necessari ad evitare il suo sterminio. Al loro interno il focus è su Eren Jaeger, Mikasa Ackermann e Armin Arelet, sopravvissuti alla distruzione del Wall Maria ed entrati nell’esercito per uccidere i giganti fuori dalle mura.

Si raccontano le gerarchie militari tramite i protagonisti, mostrando come paradossalmente i più talentuosi non vadano a combattere i giganti nel Corpo di Spedizione, ma possano scegliere di entrare direttamente nelle mura più interne, nel Corpo di Gendarmeria al servizio del re. L’atteggiamento degli umani è di sopravvivenza, più che di riconquista, e questo viene alla luce in più punti tramite dialoghi del tutto scevri di spirito combattivo. Si vive tutto sotto molteplici prospettive, non trascurando persino i comprimari, andando a centellinare le rivelazioni sui giganti, sullo strano potere di Eren Jaeger, e su questa minaccia inspiegabile piombata dal nulla.

Attack on Titan è infatti pieno di segreti, molti dei quali ancora non emersi nonostante ben due stagioni concluse. Persino le mura hanno qualcosa che non convince: sono strutture per le quali non basta un secolo per ergerle, tantomeno progettarle in modo da difenderle dai giganti affamati, ed è quindi chiaro che ciò che si sa del mondo è circostanziale, strumentale alla sopravvivenza. Non è nostro compito svelarvi nulla, ma sia chiaro che la storia abbonda di plot twist, quasi mai scontati.

Attorno a Eren e ai suoi compagni c’è l’ignoto, sia esso nel mondo esterno o dentro le stesse mura che li dovrebbero proteggere

Ad accompagnare il comparto mystery, le missioni esterne del Corpo di Spedizione sono delle ottime scariche di adrenalina ricche di angoscia e colpi di scena: i giganti agiscono per fame, hanno movimenti repentini e forme ed espressioni grottesche, contemporaneamente ridicole e terrificanti; la loro fisiologia è ancora un mistero, a parte il punto debole dietro la nuca. Il loro movimento e le loro capacità cognitive sono ancora oggetto di speculazioni, soprattutto se affiancati a particolari giganti anomali, più intelligenti e scaltri del resto delle creature.

Attorno a Eren e ai suoi compagni c’è l’ignoto, sia esso nel mondo esterno o dentro le stesse mura che li dovrebbero proteggere. La loro psiche è perennemente soggetta a traumi, si assaporano brevi flashback delle loro storie e di come la vita non abbia loro fatto sconti, aggiungendo quella tinta introspettiva a un quadro narrativo già di per sé eccellente.

L’universo di Attack on Titan è apertamente ostile alla scoperta, comunica claustrofobia e la brutta sensazione che l’uomo sia comunque destinato a perdere. Immaginate un acquario pieno di pesci rossi in mezzo al mare, e immaginate che il mare aperto sia zeppo di squali, con l’unica domanda: ha senso per il pesce esplorare e combattere in mare andando incontro a una probabile morte, o è meglio per lui stare nella boccia e sopravvivere, rimanendo in gabbia?

Porcamiseria
  • 9/10
    Storia - 9/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 9/10
    Emozione - 9/10
8.7/10

In Breve

L’adattamento anime dell’opera di Hajime Isayama, fedele all’originale cartaceo, è il modo migliore per venire stregati dal mondo dentro e fuori le mura che proteggono – e imprigionano – il genere umano. Con la complicità di Netflix, vi consigliamo il binge-watching proprio in attesa della terza stagione, perché Attack on Titan è in grado persino di convincere i non aficionados di animazione giapponese.

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Porcamiseria

8.7

L'adattamento anime dell'opera di Hajime Isayama, fedele all'originale cartaceo, è il modo migliore per venire stregati dal mondo dentro e fuori le mura che proteggono - e imprigionano - il genere umano. Con la complicità di Netflix, vi consigliamo il binge-watching proprio in attesa della terza stagione, perché Attack on Titan è in grado persino di convincere i non aficionados di animazione giapponese.

Storia 9 Tecnica 8 Emozione 9
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