Arrow5×04 Penance – 5×05 Human Target

Una doppietta intensa per Arrow, con due episodi che si focalizzano ancora di più sul tema portante di questa nuova stagione - il Team Arrow ristrutturato e l'inedito ruolo di Oliver Queen - e che, finalmente, ci introducono al nuovo, misterioso villain.

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Fare il sindaco a Star City, già di per sé, non è un compito semplice. Figuriamoci se non dormi da tipo cinque anni perché di notte fai il supereroe e se, nel frattempo, devi pure badare a un eterogeneo gruppo di nuove reclute che non perde occasione di mettersi nei guai. Sì, essere Oliver Queen di questi tempi è ancora meno facile del solito, e queste ultime due puntate di Arrow non fanno che dimostrarcelo ancora una volta. Eppure, non è Oliver il fulcro di questi episodi: il protagonista – pur con tutte le sue vicissitudini che spaziano dal fare incursione in una prigione di massima sicurezza al fingere la propria morte – si mette questa volta in disparte per lasciare spazio ai comprimari, dando prova che quest’anno c’è davvero molto da raccontare.

The Old and the New

Ve lo devo dire in tutta sincerità, non odiatemi per questo: quello di John Diggle è il personaggio che mi è sempre piaciuto di meno, nell’intera mitologia di Arrow. Un personaggio che ha subìto una scarsa – se non nulla – evoluzione nell’arco delle stagioni, sempre uguale a se stesso, sempre preda degli stessi dubbi e degli stessi problemi; insomma, un personaggio fin troppo statico – per non parlare di quanto fosse ridicolo il caschetto di Spartan. La scelta, fatta nello scorso season finale, di estrapolarlo dal Team Arrow e di dargli quest’anno una storyline tutta sua, non è si è dimostrata propriamente vincente: le sequenze ambientate tra le fila dell’esercito si sono rivelate noiose, assolutamente avulse dal resto, quasi a sostituire i flashback (quest’anno un po’ più interessanti del solito) nella corsa per la plot line più inutile.

Eppure, in questi due episodi Diggle ha avuto una sua utilità, sia direttamente che indirettamente. Innanzitutto, in Penance, la sua evasione – sorvoleremo sul perché il direttore dell’ARGUS debba servirsi di un vigilante per far uscire il proprio marito di galera, mentre Amanda Waller aveva addirittura organizzato la Suicide Squad – è l’occasione per vedere il nuovo Team Arrow in azione senza il capo, mettendo alla prova sia i nuovi membri sia la stessa Felicity nel ruolo del leader (su questo torneremo tra poco). Ma soprattutto, come vediamo in Human Target, Diggle funziona egregiamente come mentore: la sua esperienza sul campo – quella non possiamo negarla – è proprio ciò che mancava a Oliver per spronare i nuovi adepti e dar loro modo di avere un’altra figura importante e autorevole a cui appoggiarsi nel difficile onboarding a cui sono sottoposti. L’entusiasmo e la volontà del nuovo hanno bisogno dell’esperienza e della forza del vecchio per funzionare, e se la direzione intrapresa dal personaggio resterà questa – e per il momento sospettiamo di sì, vista la sua attuale condizione di fuggitivo – potrebbe finalmente trattarsi della prima, vera evoluzione di John Diggle da molto, molto tempo.

Overwatch overload

Non solo Diggle: anche Felicity si trova al centro delle dinamiche di questa coppia di episodi, e Overwatch dà prova, come aveva già fatto in passato, di essere un valido leader anche in assenza di Green Arrow. Anche Rory se ne rende conto: il chiarimento tra i due dopo la rivelazione riguardante Havenrock è prima di tutto una presa di coscienza da parte della stessa Felicity del fatto che da grandi poteri derivano grandi responsabilità; non avrà superpoteri come la new entry del team, ma fa comunque parte di una squadra di supereroi, e Felicity deve iniziare a fare i conti con sensi di colpa e con scelte particolarmente difficili. Non da ultima, per esempio, quella di lasciare Wild Dog nelle mani di Tobias Church: decisione dura, certo, ma razionale e necessaria. Il bene del team – e di Star City – prima del bene del singolo.

In tutto ciò, era praticamente impossibile che i nodi non venissero al pettine, ed ecco che Felicity ha occasione di confrontarsi con Oliver anche per quanto riguarda il loro rapporto. La frequentazione con Billy Malone, il detective dell’Unità Anticrimine, è ancora ben lungi dall’essere considerata una storia seria, e ovviamente tutte le speranze del fandom sono per un rapido ricongiungimento dei nostri due protagonisti. Ma non illudetevi: difficilmente accadrà tanto presto.

New Entries

Se finora ci siamo concentrati sulle nostre vecchie conoscenze, c’è però da dire che mai come quest’anno Arrow si è focalizzato sull’introduzione di nuovi personaggi, forse in un tentativo – apparentemente riuscito – di iniziare sul serio un nuovo corso. Il nuovo team funziona, non c’è che dire: alcuni personaggi sono ancora poco sviluppati (ci si è concentrati su Rene e Rory lasciando quasi del tutto in disparte Curtis e Evelyn Sharp), ma con un’intera nuova squadra da poter sfruttare, le potenzialità per il futuro sono infinite. Lo stesso Rene / Wild Dog poi funge da contraltare per Oliver, facendo scontrare Freccia Verde con la stessa ostinazione che lo ha sempre contraddistinto.

Non si tratta però solamente del Team Arrow. I nuovi personaggi si moltiplicano anche per quanto riguarda la vita privata di Oliver Queen, a partire dal già citato nuovo fidanzato di Felicity, Billy, fino ad arrivare ai sempre più presenti Adrian Chase, il nuovo procuratore distrettuale, e la reporter Susan Williams, che funge da villain per la controparte senza costume di Green Arrow. E se Billy al momento è ancora in disparte, si inizia invece a delineare meglio il quadro degli altri due personaggi che, se possibile, si mostrano persino più interessanti delle nuove reclute del team Arrow. Dobbiamo dirlo, sotto questo punto di vista, davvero un ottimo lavoro da parte degli autori: un’introduzione graduale, mai forzata, e funzionale al racconto.

Introducing Prometheus

Insomma, pur con alcuni inevitabili difetti, il nuovo corso di Arrow ci sta soddisfacendo. Le scelte di troncare con il passato e di rendersi quasi del tutto indipendente dal resto delle serie dell’Arrowverse si sono rivelate finora vincenti: con un cast rinnovato e dinamiche totalmente nuove, e con i vecchi personaggi di supporto riassegnati ad un nuovo ruolo – Diggle il mentore delle nuove leve, Thea capo dello staff del sindaco e Quentin vicesindaco – l’unico punto dolente riguardava il villain. Con alle spalle cattivi memorabili come Damien Darhk e Ra’s Al Ghul, per non parlare di Malcolm Merlyn e Deathstroke, Tobias Church semplicemente non era all’altezza: non è mai stato una vera minaccia per Green Arrow, nulla che l’Arciere di Smeraldo non avesse già imparato ad affrontare, nulla di più pericoloso di un qualsiasi adepto della Bratva. Per fortuna si trattava solo di uno specchietto per le allodole: è Prometheus il vero supercattivo di questa quinta stagione, e si sprecano le congetture dei fan su chi si celi sotto quel cappuccio (di una, la più interessante, vi diamo conto nelle note a fine articolo). Si entra ora nel vivo, con un vero villain e una nuova squadra che, finalmente, inizia a sapere il fatto suo.

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Note

  • Il personaggio di Human Target / Christopher Chance è un’altra vecchia conoscenza DC Comics / Vertigo, proprio come Constantine. E, sempre come quest’ultimo, anche di Human Target era stata prodotta una serie standalone che, però, non ha avuto tutto sto gran successone.
  • Non c’è dubbio, è forse la teoria più affascinante tra tutte quelle apparse in Rete: secondo alcuni, dietro il nome di Prometheus non si nasconderebbe altri che Tommy Merlin. E secondo voi, chi è Prometheus?

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