American Horror Story8×06 Return To Murder House

Return to Murder House ci riporta indietro a dove tutto ha avuto inizio attraverso importanti rivelazioni e un incredibile effetto nostalgia. Il ritorno di Jessica Lange è senza dubbio la ciliegina sulla torta.

8.8

La prima stagione di American Horror Story è arrivata dal nulla: con Jessica Lange in un importante ruolo e una schiera di promettenti nuovi arrivati ​​come Evan Peters e Taissa Farmiga. Murder House vantava una lunga lista di attori sconosciuti o semi-sconosciuti, con ruoli diversi e variegati. Da allora, Ryan Murphy ha in qualche modo “tradito” ciò che contraddistingueva lo spirito di questo nuovo fenomeno arrivato nella case degli americani fondando una sua personalissima troupe di attori che, pian piano, gli spettatori hanno imparato a conoscere.

Ad essere onesti, American Horror Story non aveva ancora trovato il tono che avrebbe poi in un certo senso consacrato le stagioni successive, nonostante ci abbia comunque regalato una stagione molto intensa e personaggi ben studiati e a loro modo iconici nella storia dello show. In particolare, Constance Langdon si rivela ancora una volta come una delle figure di spicco di tutte le otto stagioni di American Horror Story, merito anche dell’incredibile talento di Jessica Lange, che ha saputo dare al personaggio una vera e propria identità che continua a porsi a cavallo fra bene e male. Con lei e Madison Montgomery sullo schermo nello stesso tempo, Apocalypse raggiunge momenti altissimi che si tingono sia di dramma che di comicità. Constance parla infatti del suo più grande fallimento nella vita: Michael Langdon. La donna non è però l’unica che ha qualcosa da dire sull’Anticristo: Ben, Tate, Vivian e altri personaggi di Murder House si mettono in coda pronti a spiegare perché Michael sia il mostro più grande dell’immaginario di American Horror Story. 

La ricomparsa della casa nella scena iniziale dell’episodio (come anche nell’ultimo frame della puntata precedente) fa immediatamente scattare un effetto nostalgico nelle nostre menti non indifferenti. Chiaramente si tratta dell’obiettivo di Murphy, poiché l’episodio si presenta come una lettera d’amore alla stagione che ha dato il via a un mini-impero che ha contribuito a rivoluzionare alcune dinamiche dell’universo televisivo. L’episodio è inoltre una sorta di prospetto illustrativo che serve a raccontarci la storia di Michael e farci capire la vera entità dei suoi poteri demoniaci. 

Va da sé che Michael è al di là del male. Secondo Constance, la sua indole ha preso il sopravvento fin da piccolo: strappando le ali alle mosche nella culla per arrivare poi al suo primo omicidio da bambino. Si passa infatti dall’omicidio della babysitter che aveva chiuso la prima stagione della serie alla sua rapida crescita di dieci anni nel corso di una sola notte. 

Per tutto il tempo, Constance  è stata ugualmente una costante nella vita di Michael, finché non sentì che il suo tempo con lui era finito e la sua missione di “salvarlo” era fallita, andando così nella casa accanto per ricongiungersi alla sua famiglia con l’aiuto di una manciata di pillole e un bicchiere di whisky. Le profondità della sua depravazione sono rivelate dai vari occupanti della casa, con Ben, Vivien e Tate che raccontano il proprio trascorso con Michael mentre un gruppo di satanisti si presenta per accogliere ufficialmente il loro signore oscuro.

L’episodio si presenta come una lettera d’amore alla stagione che ha dato il via a un mini-impero che ha contribuito a rivoluzionare alcune dinamiche dell’universo televisivo

Return To Murder House è un episodio che si struttura in modo intelligente, dimostrando di riuscire a mantenere in piedi tutte le varie connessioni che Apocalypse ha creato nel corso degli episodi. Ciascun attore scivola facilmente nel suo ruolo e dando allo spettatore l’impressione che il tempo non sia mai passato. Se Constance lamenta di essere nata per essere la madre di mostri, le scene con Ben sono più “dolci”, anche quelle in cui racconta della sua turbolenta esperienza con Michael. La sua reunion con Vivien è ancora una volta un lieto fine che fa bene alle atmosfere cupe della serie (diciamo ancora una volta perché alla fine della prima stagione gli Harmon sono di nuovo una famiglia felice, ma quando Madison e Chablis si presentano, non parlano da anni). Il loro riavvicinamento non è l’unico lieto fine che l’episodio ci presenta, fra questi anche la liberazione di Moira ed il conseguente ricongiungimento con la madre e l’amore che sboccia nuovamente fra Violet e Tate. 

Return to Murder House è un vero e proprio ritorno a quelle atmosfere che hanno dato inizio al fenomeno culturale che è American Horror Story, il loop che i personaggi sono destinati a vivere, ma anche qualche riferimento qui e lì a grandi film del passato: Madison Montgomery che esclama What a dump! parlando della casa è un chiaro omaggio ad una delle più celebri battute di Bette Davis in Beyond The Forest; durante il sacrificio satanico guidato si fa inoltre un chiaro riferimento a The Omen con O Fortuna che fa da sottofondo alla scena. 

La regia di Sarah Paulson dà quel tocco in più che conferisce all’episodio una sorta di introduzione e conclusione, come se si trattasse di una storia parallela che fa da cornice alla stagione con un paio di scelte stilistiche che raccontano alcuni momenti in modo totalmente inedito per la serie: fra tutti la passeggiata di Moira e la madre fra la nebbia e l’ultima inquadratura di Violet e Tate fuori dalla finestra. 

Return to Murder House è più di un semplice ritorno ad un luogo: si tratta di un ritorno alla forma, con un’incredibile Emma Roberts che ci fa da guida fra gli spiriti e le loro storie.

  • 9/10
    Storia - 9/10
  • 7.5/10
    Tecnica - 7.5/10
  • 10/10
    Emozione - 10/10
8.8/10

Summary

Ci basta solo rientrare nella casa dove il fenomeno culturale chiamato American Horror Story ha avuto inizio per farci tornare in mente qualche fotogramma della prima, sottovalutata, stagione della serie. L’episodio è un chiaro omaggio alle atmosfere che hanno contraddistinto Murder House e consacrato American Horror Story nell’immaginario televisivo. La storia di Michael e il viaggio di Madison e Chablis è un pretesto per dar vita ancora una volta alle glorie del passato.

Porcamiseria

8.8

Ci basta solo rientrare nella casa dove il fenomeno culturale chiamato American Horror Story ha avuto inizio per farci tornare in mente qualche fotogramma della prima, sottovalutata, stagione della serie. L'episodio è un chiaro omaggio alle atmosfere che hanno contraddistinto Murder House e consacrato American Horror Story nell'immaginario televisivo. La storia di Michael e il viaggio di Madison e Chablis è un pretesto per dar vita ancora una volta alle glorie del passato.

Storia 9 Tecnica 7.5 Emozione 10
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