American Horror Story8×03 Forbidden Fruit

Il tanto atteso ritorno delle streghe di Coven si inserisce all'interno di un contesto che lascia perplessi gli spettatori, ponendo fine alla stagione come la si è conosciuta fino ad ora.

4.7

Niente più mere allusioni alle connessioni con Coven, ma streghe in carne ed ossa che arrivano sulla scena all’interno di un contesto narrativo particolarmente discutibile. Ed infatti è proprio quando la Venable diventa un ricordo nella mente dei telespettatori, che la suprema Cordelia appare sullo schermo pronta a rispondere ad alcune nostre domande, o magari una ventina.  

Forbidden Fruit chiude in qualche modo una prima, confusa, parte di stagione. Le cose iniziano a prendere una piega diversa e assumono per certi aspetti un connotato interessante, ma interessante significa buono? Non necessariamente. Nel corso degli anni Murphy ci ha abituato a grandi momenti di nonsenso in cui si è sempre preferito privilegiare aspetti visivi o comunque d’impatto aspetto alla linearità della narrazione. La storia si sta indubbiamente muovendo, ma per il momento ad ogni risposta o spiegazione che ci viene fornita, si materializzano tre nuove domande. Se dovessimo analizzare alcuni degli avvenimenti negli ultimi minuti dell’episodio, potremmo provare a tracciare un percorso che possa in qualche modo aiutarci a comprendere meglio la storia di alcuni dei personaggi. Michael è sicuramente il Figlio di Satana (non che Murder House lo abbia mai ritratto come qualsiasi altra cosa), Mead è il robot che ha costruito (possibilmente basato su Constance di Jessica Lange, dato l’affetto di Michael), e Mallory, Dinah e Coco sono… streghe?

 

Da alcune battute finali ci sembra di capire che alcune delle streghe di Coven sono intrappolate nei corpi di questi personaggi. Ad avvalorare questa tesi è l’evoluzione totalmente inaspettata del personaggio di Mallory, animata da una forza sovrannaturale che terrorizza anche Langdon e dubbiosa su alcune sensazioni che afferma di provare. Se però Mallory e Coco non hanno alcuna idea di cosa potrebbe nascondersi all’interno delle loro anime, Dinah è perfettamente cosciente della sua identità o almeno di questa sua ipotetica forza. Tuttavia, Langdon era solo parzialmente sospettoso nei confronti di Dinah, ma non la vede come una vera e propria minaccia (a differenza di Mallory). C’è quindi questo elemento di confusione che non ci fa vedere chiaramente il disegno che American Horror Story – Apocalypse sta cercando di mettere in piedi. Ora più che mai la serie ha bisogno di chiarezza, questo crossover rischia di apparire come un semplice fan service che ha il solo obiettivo di diventare meme material e scioccare il suo pubblico con brute esecuzioni e frasi d’effetto, come l’iconica Surprise, Bitch che Madison pronuncia alla fine dell’episodio rivolgendosi a Mallory.

Il resto dell’episodio continua ad essere invece un insieme di cliché che già solo al terzo appuntamento con la serie comincia a risultare pesante e fuori luogo. Le persone si muovono da una stanza all’altra, complottando l’una contro l’altra, diventando furbe o morendo. Entrando nel dettaglio, vediamo ancora una volta come personaggi davvero fastidiosi vengano uccisi da altri personaggi che hanno accumulato una carica di rabbia così forte da non poter resistere. Ne è un esempio il ritorno di Brock, che non è in realtà morto a Santa Monica come egli temeva, ma è tornato per vendicarsi di Coco. 

Forbidden Fruit chiude un cerchio della storia, facendoci salutare alcuni dei personaggi che abbiamo conosciuto in questi episodi e facendo un po’ di pulizie di primavera halloween. Tutti quelli che non erano un robot o la progenie di Satana sono stati uccisi. Il rovescio della medaglia però è… a chi importa? Mentre soffocavano e vomitavano, tutto ciò che riuscivamo a pensare era “E quindi?”. Non era spaventoso, non era divertente, era solo… qualcosa che stava accadendo. Le uniche due persone per cui avremmo potuto provare pietà sono Timothy ed Emily, se non fosse che anche la loro storyline è stata progressivamente abbandonata e quindi chi ce lo fa fare?

Nessuna logica apparente, personaggi condotti al macello e tanta morte indiscriminata in un episodio che avrebbe dovuto quantomeno dar senso ad uno dei cicli narrativi della stagione, ma che invece ci lascia ancora una volta con l’amaro in bocca. In realtà, l’idea di dover rimanere rinchiusi all’interno del bunker anche per un solo altro episodio non ci faceva poi così piacere, di conseguenza un cambio di scenario potrebbe essere ciò che serve ad Apocalypse per rimettersi in piedi.

Rimane comunque difficile provare anche solo ad immaginare come possa proseguire una storia che al momento si poggia su delle basi totalmente fragili. Non ci resta che aspettare.

 

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Porcamiseria
  • 5/10
    Storia - 5/10
  • 5/10
    Tecnica - 5/10
  • 4/10
    Emozione - 4/10
4.7/10

In breve

La vita nel bunker è giunta al termine, ha inizio una nuova era. Poca chiarezza ed una logica apparentemente inesistente rendono difficile comprendere gli schemi narrativi che Murphy ed il suo team stanno seguendo in questa stagione, lasciando anche i fan più accaniti con l’amaro in bocca.

Porcamiseria

4.7

La vita nel bunker è giunta al termine, ha inizio una nuova era. Poca chiarezza ed una logica apparentemente inesistente rendono difficile comprendere gli schemi narrativi che Murphy ed il suo team stanno seguendo in questa stagione, lasciando anche i fan più accaniti con l'amaro in bocca.

Storia 5 Tecnica 5 Emozione 4
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