American Horror Story8×02 The Morning After

Gli abitanti del bunker verranno esaminati da Michael Langdon, che si diverte da morire a giocare al gatto con il topo. Alcune debolezze e frivolezze dei protagonisti vengono a galla, assieme ad un gradito ritorno in lattice nero.

5.8

C’è un nuovo inquilino in American Horror Story: Apocalypse. L’incursione di Michael Langdon e il suo interrogatorio “cooperativo” ha esattamente assolto il suo scopo: spingere gli inquilini del bunker ad autoselezionarsi, uccidendosi a vicenda. Langdon probabilmente vuole solo divertirsi, stuzzicando Mr. Gallant e Ms. Venable con domande misteriose e esposizione delle proprie paure, come un gatto che gioca con dei topi, tuttavia inconsapevoli del loro ruolo nella catena alimentare del luogo.

Non è roba di Ryan Murphy senza rocamboleschi riferimenti culturali al mondo LGBT+ del passato, con una scena della tortura più esilarante che terrificante – l’aspetto horror della serie è davvero un lontano ricordo. E sesso, ovviamente senza quello non si va avanti, ma almeno in questa occasione è strumentale a reintrodurre il Rubberman di Murder House nella storia. Come si sia staccato dalla famosa villa è un mistero, a meno che il bunker non sorga proprio nello stesso luogo dove essa sorgeva prima dell’Apocalisse.

Langdon gioca la carta del Rubberman a suo favore, confondendo la percezione degli abitanti del bunker fino al tragico epilogo per Evie. Ciò che tuttavia porta alla sua cruenta morte si regge su fondamenta precarie: nella première, Gallant ha scelto appositamente la nonna come parente salvato dalle esplosioni, tuttavia durante tutto questo episodio si capisce quanto il loro rapporto sia tutt’altro che idilliaco. Avrebbe fatto prima a lasciarla morire durante il disastro nucleare, anche se la scelta di portarla con sé, tirata per i capelli, è motivata dal bisogno estremo di affetto del ragazzo.

Forse internet è sopravvissuto all’Apocalisse, o perlomeno le comunicazioni di posta elettronica. La scoperta di Timothy ed Emily – le e-mail in un computer forse lasciato appositamente per loro da Langdon per gettare scompiglio – li porta a infrangere l’obbligo di castità imposto da Ms. Venable. La scena della loro cattura è la chiusura dell’episodio, con un cliffhanger tremendo sulla reale natura di Miriam Mead: forse non è un essere umano, forse è un robot, ed è sicuramente altra carne al fuoco senza apparente logica. Parimenti senza logica, ciò che è valso per il Rubberman e Gallant dovrebbe valere per i due amanti: possibile che non abbiano fatto alcun tipo di rumore, vista la facilità con cui si può sentire cosa succede dall’altra parte di una parete?

Bisogna mandare giù queste piccole e grandi incoerenze strutturali per godersi l’episodio, salvato da Ms. Venable e dalla sua terribile condizione alla schiena. La sua posizione di potere è compromessa, ma è interessante vedere che almeno un personaggio non rimane bidimensionale e ancorato a qualche kink stereotipato. Dubitiamo che venga alla fine esclusa dalla selezione di Langdon, vista la maggiore centralità acquisita dopo il suo segmento.

Già con la premiere siamo stati di manica larga e ottimisti, viste le premesse. In questo secondo episodio di American Horror Story: Apocalypse i difetti sono sempre più evidenti, come anche la proverbiale voglia di Ryan Murphy di strafare a dispetto della logica. L’Apocalisse continua a non arrivarci, ma c’è ancora – poco – tempo per cambiare idea.

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Porcamiseria
  • 5/10
    Storia - 5/10
  • 7.5/10
    Tecnica - 7.5/10
  • 5/10
    Emozione - 5/10
5.8/10

In Breve

American Horror Story: Apocalypse prosegue con personaggi-cliché e solo un paio di ruoli degni di questo nome. Alcuni escamotage narrativi ci fanno storcere il naso, facendoci pensare che Murphy punti come al solito a sparare nel mucchio sperando di imbroccare un tiro tra mille roboanti idee.

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Porcamiseria

5.8

American Horror Story: Apocalypse prosegue con personaggi-cliché e solo un paio di ruoli degni di questo nome. Alcuni escamotage narrativi ci fanno storcere il naso, facendoci pensare che Murphy punti come al solito a sparare nel mucchio sperando di imbroccare un tiro tra mille roboanti idee.

Storia 5 Tecnica 7.5 Emozione 5
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