American Horror Story8×01 The End

Season Premiere L'apocalisse di American Horror Story ha inizio: in seguito ad un disastro nucleare, pochi eletti si ritrovano rinchiusi in un rifugio antiatomico che dovrebbe tenerli al sicuro, ma sappiamo benissimo che se l'ha scritto Ryan Murphy non sarà così.

7.2

Per chi ha seguito American Horror Story fin dalla prima stagione, questo “ritorno” alle origini annunciato dai trailer e dalle indiscrezioni delle settimane precedenti ha senza dubbio titillato le aspettative, riaccendendo emozioni che si erano forse un po’ spente con le stagioni più recenti. L’idea di un’apocalisse, di una distruzione totale, è terribilmente attuale visto lo scenario politico contemporaneo, e seppur non originale è di sicuro distacco dalle tematiche delle scorse stagioni. Ebbene, la première di AHS: Apocalypse ci tiene a precisare che, nell’esecuzione, non è invece cambiato nulla.

Ryan Murphy ha sempre delle ottime idee, e laddove l’esecuzione estetica tocca sempre vette altissime, lo stesso non è assicurabile per lo sviluppo delle trame e la profondità dei personaggi. L’idea di un’apocalisse nucleare si esaurisce nei primi venti intensi minuti dell’episodio, usando quindi il pretesto della fine del mondo per chiudere tutti i personaggi principali in un unico luogo, un ex dormitorio-confraternita trasformato in un rifugio antiatomico, che a differenza delle stagioni precedenti non ha un vero e proprio carattere peculiare: non è un hotel, non è una casa o un manicomio, non ha le caratteristiche forti e subito riconoscibili di un circo o di una congrega di streghe.

Potrebbe trattarsi della prima pecca di una serie che ha visto il luogo non solo come scenografia ma come comprimario insieme ai personaggi in carne ed ossa, ma non è ancora detta l’ultima parola, visto il finale dell’episodio che presuppone uno spostamento verso luoghi si spera più caratteristici.

American horror story: apocalypse 8x01 the end

Nella prima parte, quella dello sgancio dei missili e dell’ansia galoppante, facciamo conoscenza con alcuni dei protagonisti: Mr. Gallant (il biondissimo Evan Peters), parrucchiere stereotipato di Coco St. Pierre Vanderbilt (Leslie Grossman), ancor più stereotipata rampolla di una ricchissima famiglia, che durante il bombardamento nucleare riesce a fuggire col jet privato di papà portandosi appresso l’assistente personale Mallory (Billie Lourd) e nientemeno che Joan Collins in carne e collagene, che nell’universo di AHS diventa la nonna di Mr. Gallant, Evie.

I ricchi non sono gli unici a scamparla: a quanto pare il Governo aveva già predisposto un piano di salvataggio per un ristretto numero di persone con un patrimonio genetico superiore. Prima della catastrofe gli agenti dei servizi segreti piombano in casa di questi pochi fortunati, tra cui Timothy (Kyle Allen) ed Emily (Ash Santos), e strappandoli alla morte certa li trasportano in segretissime location, dove ad attenderli troviamo Sarah Paulson nella parte di Sarah Paulson Wilhelmina Venable, inflessibile e un po’ sadica direttrice, e Kathy Bates nei panni di Miriam Mead, braccio operativo della struttura.

American horror story: apocalypse 8x01 the end

All’interno del bunker vige una ferrea legge marziale, con gli ospiti divisi in Grigi e Viola, gli ultimi parte dell’élite scelta dalla Cooperativa per ripopolare la terra con un nuovo sistema sociale, che di nuovo non ha nulla, visto che punta a suddividere la popolazione in servi e padroni.

Una critica alla direzione che sta prendendo la nostra società e verso il famoso 1% della popolazione, che però in questo contesto lascia il tempo che trova e diventa parte di quel sottotesto comico che American Horror Story ha continuato ad alimentare dopo Coven. Dopo mesi di attesa l’episodio si chiude con la visita di Michael Langdon (Cody Fern), un emissario della Cooperativa e nonché il primo collegamento con Murder House: è infatti il bambino sopravvissuto al massacro della casa, adottato da nonna Constance (Jessica Lange) e che a tre anni ammazza la propria tata, perché è l’Anticristo. Langdon è incaricato di decidere chi meriterà di essere mandato in una nuova facility, un Santuario dove c’è cibo in abbondanza e le radiazioni non saranno un problema.

Le dinamiche tra alcuni personaggi sono molto blande e prevedibili, con Timothy che se la fa con Emily (castamente perché i rapporti sessuali sono assolutamente vietati), e Wilhemina e la collega Miriam che si vestono segretamente di viola come fosse la più grande trasgressione a loro concessa – e a quanto pare sembra essere così; il rilevamento della contaminazione pare essere una farsa, e almeno questo insaporisce l’interazione tra le due e le possibili ramificazioni della loro menzogna.

Le scene “horror” sono poche: il lavaggio dei contaminati, con successiva esecuzione sommaria e sospetto cannibalismo sono le principali, quasi comiche a causa delle battute di Joan Collins e le sceneggiate di Andre (Jeffrey Bowyer-Chapman), tanto bello quanto inutile. Infine, un misterioso mostro sembra essere arrivato insieme a Langdon, e per adesso si è accontentato di mangiarsi i cavalli della sua carrozza.

American Horror Story è ormai un fenomeno pop, più che horror in senso stretto, e in The End assistiamo a personaggi sempre più definiti e statici e con sempre meno profondità, spesso troppo impegnati nel creare battute sagaci che possano strappare un sorriso al pubblico, ma che non lasciano molto altro.

Ci mette voglia di proseguire l’alone di mistero su alcuni eventi dell’episodio, nonché il potenziale sviluppo dei personaggi principali, tendenzialmente privilegiati e più sfaccettati rispetto ai bidimensionali comprimari – tutto sommato, poi, l’episodio fila liscio, contrariamente al pasticcio fatto con Cult. L’espressività estetica delle scenografie e dei meravigliosi costumi confermano il complessivo successo di Ryan Murphy, che coccola e rassicura il suo pubblico con una buona dose di originalità mescolata al sempre presente trash che distrae lo spettatore da una scrittura a tratti poco approfondita e ripetitiva.

L’aver inserito un collegamento con Murder House è una delle carte vincenti di questa stagione, sicuramente per invogliarci a guardare cosa succederà negli altri episodi: ma quando la curiosità di rivedere i personaggi passati supera quella di voler sapere cosa vuole raccontarci Apocalypse, c’è da chiederci cosa dovranno inventarsi per le prossime stagioni, visto che AHS è stata confermata per altre due annate.

(Se volete sapere di più sull’universo AHS e sulle novità della serie seguite la pagina italiana dedicata, American Horror Story – Italia!)

Porcamiseria
  • 6/10
    Storia - 6/10
  • 8.5/10
    Tecnica - 8.5/10
  • 7/10
    Emozione - 7/10
7.2/10

In Breve

Tra alti e bassi, tra tensione e banalità, la premiere di American Horror Story: Apocalypse riesce a filare liscia lasciandoci interesse per gli sviluppi futuri. Ma quanto di questo interesse è genuinamente per i nuovi eventi, quando potremmo essere più interessati alle connessioni con i vecchi fasti di Coven e Murder House?

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Porcamiseria

7.2

Tra alti e bassi, tra tensione e banalità, la premiere di American Horror Story: Apocalypse riesce a filare liscia lasciandoci interesse per gli sviluppi futuri. Ma quanto di questo interesse è genuinamente per i nuovi eventi, quando potremmo essere più interessati alle connessioni con i vecchi fasti di Coven e Murder House?

Storia 6 Tecnica 8.5 Emozione 7
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