American Horror Story6×08 Chapter Eight

Basta un colpo di scena finale per risollevare le sorti di un episodio? American Horror Story si prepara a cambiare di nuovo le carte in tavola, e intanto noi, tra torture disturbanti e tentativi di fuga, ci prepariamo ad un finale di stagione sorprendente.

0.0

A quanto pare sono tutti entusiasti della nuova stagione di American Horror Story. Dopo le prime due fortunate annate Ryan Murphy sembrava essersi reso vittima della sua stessa trappola, fatta di trash, cliché di genere, e esagerazioni varie; la sesta stagione, come abbiamo scritto fin dal principio, cambia invece registro, e sembra voler fare del discorso meta-televisivo il suo punto di forza. Il cambio di rotta narrativo del sesto episodio ha risollevato l’interesse e calato la carta dell’ironia, un twist ben riuscito, imprevisto e imprevedibile. Ora che i protagonisti sono tutti di nuovo sotto lo stesso tetto però, le cose sembrano essersi assestate di nuovo, in attesa, chissà, di un colpo di scena finale.

Sono rimasti in pochi nel seguito di My Roanoke Nightmare: Shelby Miller e il suo amato Dominic in casa, Audrey Tindall, Lee, e la sua interprete Monet, ospiti degli amorevoli e raffinati Polk. L’ottavo episodio inizia con un’atmosfera di terrore che è già bella che avviata, non c’è bisogno di introduzioni e preamboli, non a caso le prime parole pronunciate sono “Oh Fuck, oh shit! oh shit!” – che più o meno si ripeteranno per tutti i 40 minuti – quasi a riprendere le fila dell’episodio precedente, come se l’effettiva continuità temporale non bastasse. C’è poco da raccontare, la vicenda dell’episodio, fatta di fughe/torture/suicidi/torture/fughe, non è particolarmente articolata. Rompono questo schema due scene, la prima non giustificata, la seconda invece attesissima e rivelatoria.

American Horror Story Roanoke

La prima scena in questione è quella della confessione di Lee riguardo l’omicidio del marito Mason. La scusa del “sto per morire, mia figlia deve sapere la verità” fa acqua da tutte le parti. Sembra piuttosto un espediente messo li per giustificare la volontà di Lee di tornare dai Polk a riprendere il video, e far andare avanti così la storia. Evitabile. La seconda scena in questione è il colpo di scena finale. La svolta del sesto episodio ha aperto la porta ad una impostazione horror differente da quella della prima parte di stagione, che era fatta di fantasmi di epoche passate e spiriti assassini; quello che è interessante, ai nostri occhi, è assistere ora ad un’impostazione differente, fatta di personaggi con squilibri mentali, paranoie, rabbie, fatta di gente vera che uccide gente vera, insomma.

Il primo delitto è l’unico sicuramente sovrannaturale, e vedere Wes Bentley, l’attore che fa l’attore che fa il figlio della macellaia, rivelarsi Pig Head, rinfresca la speranza che sia stato tutto in qualche modo precedentemente organizzato dalla produzione dello show: il dubbio che ci poniamo è che non sia mai apparso il Pig Head sovrannaturale, ma sia tutta opera della new entry della casa, per qualche ragione risentito nei confronti degli altri protagonisti dello show e disposto a farli fuori. Non ce ne vogliano gli spiriti della colonia Roanoke, ma in questo modo l’influenza della loro leggenda, reale o fittizia che sia, sulle menti e i comportamenti dei personaggi, fa in modo che tutto sia molto più verosimile e spaventoso.

Aspetto sorprendente dell’episodio, non sappiamo ancora se in negativo o in positivo, è l’assurda regia, che mai come ora, probabilmente per l’accelerarsi dell’azione, risente della scelta di mescolare il più possibile le inquadrature e i mezzi di ripresa. Ci sono le soggettive, le finte soggettive delle collanine dei protagonisti che quindi riprendono cose a caso, ci sono i cellulari, le telecamere nascoste piazzate dalla regia del programma televisivo finto – che poi sono le stesse di quello vero -, ci sono quelle di sicurezza dei Polk, altre totalmente random, e infine quelle extra-diegetiche di American Horror Story stesso, in un’alternanza frenetica di stasi e movimento, fuoco e fuori fuoco, alta definizione e bassa qualità, inquadrature bilanciate e frammenti video confusi.

American Horror Story Roanoke

Forse mai prima d’ora Ryan Murphy (alla regia questa volta c’è Gwyneth Horder-Payton, ma sappiamo che alla fine decide tutto lui) aveva osato così tanto in termini di linguaggio: se prima di questa stagione tutto stava nel muovere la camera il più possibile, piazzarla in posti assurdi, esagerare con le tecniche visive, ed esasperare la spettacolarità, ora assistiamo ad una ricerca dello spaventoso che finalmente si discosta dallo stile precedente e abbraccia la camera a mano, iniziata con The Blair Witch Project e riportata in auge da Cloverfield e dallo spagnolo Rec, nel 2008. Il risultato, in termini di riuscita, è comunque dubbio: in molti frangenti si fa fatica a capire “da dove” si sta guardando e cosa sta succedendo, il montaggio è spesso frettoloso e poco chiaro.

Episodio di transizione dunque, soprattutto per il colpo di scena finale che lascia presagire sviluppi differenti da quanto abbiamo visto in questi ultimi due episodi. Una puntata nella media, non noiosa e coerente col disegno generale della stagione. La prima transizione, quella del sesto episodio, era spiazzante, quella che – forse – si definirà con il prossimo episodio sembra invece meno drastica; staremo a vedere.

3.5

 

Vota l'episodio!

Sei d'accordo con noi o avresti dato un voto diverso? Dai i tuoi porcamiseria all'episodio e dicci che ne pensi nei commenti!

1 Porcamiseria2 Porcamiseria3 Porcamiseria4 Porcamiseria5 Porcamiseria
Hanno votato questo episodio 14 lettori, con una media di 4,43 porcamiseria su 5.
Loading...

 


Twitterfreaks!

Ti è piaciuto l'episodio?

like
0
Mi è piaciuto
love
0
Tutto!
haha
0
Divertente
wow
0
Porcamiseria!
sad
0
Meh...
angry
0
Che schifo

Commenta l'articolo

Simili a American Horror Story