Il cinema, le serie tv e, più in generale, l’intero mondo dell’intrattenimento, sono fatti di mode, di trend più o meno passeggeri. È il naturale ciclo delle cose, ed è giusto che sia così. Il cinema, per esempio, al momento si divide tra film di supereroi e reiterazioni di brand conosciuti (i vari sequel, reboot, remake). Le serie tv hanno trend più difficili da individuare, ma se ci pensiamo un attimo, ci accorgiamo che negli ultimi tempi il genere crime è tornato decisamente in auge. Non che se ne sia mai andato – pensiamo alla quantità pressoché infinita di polizieschi e procedurali propinatici ogni settimana – ma quello che si fa largo in questo periodo sui nostri schermi è un crime decisamente diverso. Pensiamo al successo di The People vs O.J. Simpson: American Crime Story sulla FX, o a quel gioiellino di mirabile fattura di American Crime sulla ABC, fino al recente Making a Murderer su Netflix. Tutte serie che hanno deciso di abbandonare i canonici 22 episodi a stagione – trascinandoli magari per anni con cliffhanger improbabili, vedi alla voce The Killing – per concentrarsi su una singola stagione da una dozzina di puntate: una trama orizzontale fortissima con un singolo mistero da risolvere, il che dà allo spettatore sia la possibilità di godersi quel mistero fino in fondo, sia la rassicurante certezza che tra poche settimane potrà conoscerne la risoluzione.
Ultimo in ordine di tempo ad apparire in tv, in questo caso sulla CBS, è American Gothic, un thirteen-part murder mystery, come lo definisce la tagline promozionale: una creatura di Corinne Brinkerhoff (autrice e produttrice di The Good Wife) e James Frey che promette di farci compagnia durante tutta l’estate. La premessa di questo nuovo serial, diciamolo da ora, non è propriamente originale, e per un pubblico avvezzo alle serie tv non sarà difficile notare richiami più o meno velati (che non mancheremo di evidenziare); ma questo episodio pilota, pur con una serie di difetti pressoché rilevanti di cui la non-originalità è il massimo esponente, riesce a intrigare abbastanza per chiederci cosa succederà la prossima settimana.
I protagonisti sono gli Hawthorne, un’influente e numerosa famiglia di Boston che si ritrova riunita nell’enorme casa dei genitori – davvero, è gigantesca – per collaborare alla campagna elettorale di Alison, una delle sorelle, candidata sindaco. Gli Hawthorne si prospettano da subito come l’ennesima ricca famiglia disfunzionale della televisione: abbiamo la già citata Alison, ambiziosa politicante e madre di due gemelle pericolosamente simili a quelle di Shining; abbiamo Goku Cam, il fratello artista-e-quindi-drogato con un figlio dagli evidenti squilibri psichici e una (ex?) moglie che non ha minimamente intenzione di disintossicarsi; Tessa, la sorella più giovane, spensierata e desiderosa di costruirsi una famiglia con il marito Brady, ispettore di polizia; e infine Garrett, il primogenito, sparito dalla circolazione per diciassette anni e tornato solo ora per assistere il padre sul letto di morte.
Già, perché il motore scatenante degli eventi è proprio l’attacco cardiaco del patriarca della famiglia, che si ritrova così in fin di vita su un letto d’ospedale e che costringe l’intera combriccola degli Hawthorne ad abitare per un po’ sotto lo stesso tetto. Se già la premessa vi sembra un misto tra Bloodline e la versione un po’ più dark di Brothers and Sisters, sappiate che anche in questo caso il patriarca nasconde più d’un segreto: tra tutti, il suo coinvolgimento in una serie di omicidi avvenuti una ventina d’anni prima, quando un serial killer – noto come Silver Bells Killer per la sua poco inquietante caratteristica di lasciare campanelle d’argento vicino alle vittime – aveva seminato il terrore in città. Inutile dire che questa atroce scoperta, insieme alle problematiche di ognuno dei fratelli e della madre Madeleine, porterà la famiglia Hawthorne su un pericoloso terreno di scontro, in cui la paranoia e il sospetto iniziano a prendere il sopravvento.I protagonisti sono gli Hawthorne, un’influente e numerosa famiglia di Boston
American Gothic, come dicevamo, pecca di originalità. La famiglia ricca-ma-problematica riunita da un evento tragico; il fratello dato per scomparso e ora ritornato che, ovviamente, nasconde svariati segreti; i fratelli più giovani che indagano di nascosto; l’ambizione politica di Alison che si scontra con il bene della propria famiglia e della città intera: tutti quanti sono elementi che abbiamo visto decine di volte in altrettante salse e che, mischiati ad alcune imperdonabili leggerezze di scrittura – la scena finale farebbe sogghignare qualunque medico, ma ne parleremo meglio nelle note finali – rischiano di portare a fondo l’intera baracca.
Fortunatamente, ci sono anche aspetti positivi, tra cui spicca l’ambientazione: laddove la fotografia sarebbe ottima se non facesse uso di sfocature totalmente artificiose che finiscono per dare fastidio, la villa degli Hawthorne è invece un luogo meraviglioso, ricco di dettagli deliziosi ed elementi inquietanti, perfetto come ambientazione di una serie che vanta la parola Gothic nel titolo. Alcune inquadrature, poi, sono particolarmente azzeccate e vincenti, un po’ nello stile di Ryan Murphy, fino a culminare negli ultimissimi fotogrammi in cui capiamo il perché del titolo dell’episodio (ne parliamo nelle note). Anche le prestazioni degli attori, tra cui spicca una bravissima Virginia Madsen nel ruolo della matriarca, riescono a convincere e, se sommate ai virtuosismi registici e scenografici di cui sopra, contribuiscono a dare all’intera messinscena un aspetto intrigante, che crea curiosità e attesa per gli episodi successivi.Tra gli elementi positivi spicca l’ambientazione, ricca di dettagli deliziosi
American Gothic è il perfetto filler estivo. Non ha certo la pretesa di essere il nuovo American Crime o il nuovo The Killing – non ci riuscirebbe nemmeno impegnandosi – ma, forse prendendo più spunto da Harper’s Island che dalle precedenti, si inserisce nella tendenza del momento e tenta di fornire a noi spettatori un guilty pleasure estivo che probabilmente a settembre avremo già dimenticato, ma che nel frattempo ci regala tredici settimane – si spera – di drama, mistero e suspence.
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Note sparse (con spoiler)
- L’ultimissima inquadratura, sono certo l’abbiate capito, ricrea perfettamente il famoso quadro della Whistler’s Mother – sì, quello che Mr. Bean ha davanti al letto – il cui vero titolo, indovinate un po’, è proprio Arrangement in Grey and Black. Forse anche nei prossimi episodi dovremo cercare citazioni artistiche a partire dai titoli?
- Appare evidente che Garrett se ne sia andato non perché fosse colpevole (non del tutto, almeno) ma perché sapeva. Era a conoscenza anche del coinvolgimento della madre? E soprattutto, dov’è stato tutto questo tempo, viste le abitudini piuttosto eremitiche che ha preso?
- Ma il caro padre non poteva respirare dalla bocca???
In generale sa di qualcosa di già visto ma ha anche qualche spunto interessante, vedremo i prossimi episodi. #AmericanGothic 1×01
— Mattia (@mattia3_) June 23, 2016
ho visto il pilot di #AmericanGothic e non capisco se mi piace o lo odio
— Chiareesi (@SempreCler) June 23, 2016
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