A questo punto iniziamo a essere perplessi. Questa stagione di American Crime Story ha scelto Versace come elemento centrale, eppure ci troviamo davanti al secondo episodio senza nemmeno l’ombra della famiglia dello stilista. È sacrosanto l’approfondimento su Cunanan e sull’origine del male, tuttavia si teme l’effetto ‘specchietto per le allodole’. Vogliamo l’opulenza, il racconto di Donatella e Antonio, ma sembra tutto un lunghissimo – ma inquietante – viaggio sul viale dei ricordi.
Pur volendo bypassare questa virata, persino l’episodio in sé non ha nulla di nuovo da raccontare. C’è Andrew Cunanan e la sua identità impenetrabile, l’inciso sulla famiglia di David Mason e il coming out sofferto, la polizia e la sua incapacità di leggere sotto il bias dato dallo stereotipo dominante sulla comunità gay.
I guizzi di genio non mancano, sia chiaro. La sensazione opprimente che prova David sotto il gioco di Andrew durante tutto l’episodio la proviamo anche noi, e Darren Criss fa la parte del leone nel comunicare la completa astrazione dalla realtà del suo personaggio. Forse le prime due vittime di Cunanan sono scaturite da motivazioni passionali – per meglio dire, manie di controllo scambiate per amore – ma manca ancora l’elemento che ha fatto da trigger nella sua mente.
L’assassino sembra già navigato nel suo ruolo, c’è ancora qualcosa da esplorare, soprattutto perché il focus è ancora paradossalmente sulle vittime. Si sposta tutto su Andrew solo nel momento in cui David vede oltre il velo delle promesse sfarzose: la fatica per far uscire la sua anima è vana, il killer rifiuta tutto ciò che non fa parte del suo insieme di identità fittizie, tanto da aver forse dimenticato la sua umanità.
Andrew: When the police opens the door, they’ll see two suspects, not two victims
La reazione della polizia all’omicidio è esattamente quella che Cunanan aveva ipotizzato: le forze dell’ordine non hanno idea di che pesci prendere quando è coinvolta la comunità LGBT; le riviste pornografiche ed ammennicoli vari inducono quel bias in cui l’assassino sperava, incidentalmente lo stesso che li porterà a ignorare i gay club come terreno di ricerca prima del delitto di Versace.
Non è del tutto da buttare, ma questo episodio di American Crime Story è fin troppo ‘more of the same’, si esaminano sfaccettature diverse dell’assassino, senza riuscire tuttavia a scavare sotto la superficie. Più gravemente, ci si dimentica del grosso nome presente nel titolo di questa stagione, passando dalla gradevole deviazione dello scorso episodio a un vero e proprio dirottamento.
Porcamiseria
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4/10
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6/10
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In Breve
Può una stagione basare il suo concept sulla famiglia Versace e dimenticarsene per due interi episodi? La risposta è sì, ma è come finire fuori tema all’esame di maturità. Il resto è qualche guizzo di genio, su concetti tuttavia già ampiamente elaborati.
User Review
( votes)Ma dov'è GIANNI VERSACIIIIIIIII
È IL SECONDO EPISODIO CHE MANCA PERCHÉ CHIAMARLO THE. ASSASSINATION OF GIANI VERSACI SE POI DI JIONNY VERSACHI NON C'È NEMMENO L'OMBRA
NEMMENO UN ORLO DI UNA VESTAGLIETTA
NEMMENO UNA MEDUSA A BORDO SCHERMO#AmericanCrimeStory— Nena 🌈 (@Brawerie) February 8, 2018
https://twitter.com/VNobil/status/962262665597943809
Porcamiseria
Può una stagione basare il suo concept sulla famiglia Versace e dimenticarsene per due interi episodi? La risposta è sì, ma è come finire fuori tema all'esame di maturità. Il resto è qualche guizzo di genio, su concetti tuttavia già ampiamente elaborati.
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