Alex, Inc.1×01 The Unfair Advantage

Uno conduttore radiofonico che insegue il sogno americano e cerca di fondare una podcast di successo con una groupie esperta nel settore, ma senza alcuna conoscenza di business e un venditore che probabilmente non sa neanche come si accende una radio. E intanto la sua famiglia cerca di sostenerlo al meglio, fra battute sul figlio, la sua ridente carriera da mago e gag a base di bambolotti volanti.

6.0

Premessa: non stiamo guardando Scrubs. Gettate dalla finestra tutto ciò che conoscete di Zach Braff perché questo è uno show diverso.

D’accordo, forse non proprio tutto, perché in effetti qualcosa del medico goffo si ritrova, ma Alex Inc. è un’altra storia. Anzitutto è la storia di un conduttore radiofonico, Alex Schuman (Zach Braff), che lascia il suo lavoro per mettersi in proprio, cosa che comporta un consistente bagaglio di sensi di colpa e ansia nei confronti di sua moglie e dei suoi due figli. Lo show prende spunto dalla vita di Alex Blumberg, che nel 2014 ha lanciato la sua podcast “Start Up” e ha raccontato allo spettatore ogni conseguenza di questa decisione – trovare gli investitori, trattare con i soci e il lamentarsi con la moglie. Ora chiaramente possiede una compagnia di successo, la Gimlet Media, altrimenti non saremmo qui a raccontare la sua storia. In questa serie Matt Tarses (già sceneggiatore di Scrubs) riproduce questo scenario, rievocando durante il primo episodio l’inizio dell’avventura di Alex che prova a mettersi in gioco, ma si scorda di un piccolo particolare: Alex Blumberg aveva alcune conoscenze di economia e business che gli hanno permesso di gestire la compagnia, il nostro Alex proprio no. Sua moglie stessa lo dice.

Tu sei negato per tutto, eccetto raccontare storie.

Insomma, se da un parte possiamo apprezzare il leggero ostentare il “sogno americano dell’uomo con poche nozioni in testa ma tante idee che prende coraggio e segue la sua vocazione, dall’altra ci chiediamo quanto possa essere realistico. Anche Rooni (Tyna Sircar), la moglie di Alex Schuman, ci pare un personaggio alquanto distaccato dalla realtà. Insomma, quando il marito le annuncia la nuova direzione che sta per prendere la sua vita, la sua reazione è fin troppo positiva. Non mettiamo in dubbio le sue capacità come attrice, ricordando la sua performance in The Good Place, ma piuttosto come si pone la serie tv. Lo stampo sembra proprio quello della sitcom in tutto e per tutto, con una trama flebile fatta soltanto per reggere le battute e le gag del personaggio principale, Alex, che risulta goffo e buffo mentre cerca di tenere insieme tutti i pezzi di questo circo.

Anche i suoi due colleghi di lavoro, Deidre (Hillary Anne Matthews) e Eddie (Michael Imperioli, già noto per The Sopranos), sembrano essere delle macchiette con poca personalità. Eppure non tutto è perduto, perché in una parte dell’episodio in cui il protagonista si ritrova a dover dimostrare le proprie capacità di storyteller, sentiamo arrivare un messaggio che va oltre la singola battuta e che cattura l’attenzione dello spettatore, ma questo pezzo è troppo poco. Se quindi lo show potrebbe avere le capacità per dipingere personaggi genuini intenti a realizzare il famoso “sogno americano” di mettersi in proprio e costruire una grande compagnia, sembra non le stia sfruttando. Per ora possiamo sentire solo le risatine di sottofondo registrate dopo le battute di Alex senza un vero trasporto dietro.

Senza dubbio la sitcom è leggera, e l’umorismo accattivante delle scene comiche ben orchestrate nell’insieme la rende piacevole da guardare, e la qualità degli attori non è assolutamente da sottovalutare. Il punto è che per distaccarsi davvero dal mucchio dovrebbe andare oltre la singola gag e raccontare la lotta di un autentico storyteller che cerca di farcela nel competitivo mondo dei media, anche perché l’argomento è abbastanza originale e curioso.

Porcamiseria
  • 5/10
    Storia - 5/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 6/10
    Emozione - 6/10
6/10

In breve

Promuoviamo l’episodio, perché se questi 20 minuti di sitcom non ci hanno molto convinto sul suo vero messaggio, la genuinità di alcune battute e l’umorismo leggero la rendono nel complesso piacevole. Però, per il verdetto positivo del tribunale di SerialFreaks, ci dovranno mostrare qualcosa di più originale e interessante delle gag sui bambolotti volanti e sui gatti ingiacchettati.

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Porcamiseria

6

Promuoviamo l'episodio, perché se questi 20 minuti di sitcom non ci hanno molto convinto sul suo vero messaggio, la genuinità di alcune battute e l'umorismo leggero la rendono nel complesso piacevole. Però, per il verdetto positivo del tribunale di SerialFreaks, ci dovranno mostrare qualcosa di più originale e interessante delle gag sui bambolotti volanti e sui gatti ingiacchettati.

Storia 5 Tecnica 7 Emozione 6
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