Ora si fa sul serio: è l’ultimo episodio prima del Season (o forse Series) Finale di Agent Carter e la Marvel finalmente tira le fila di tutto preparando il terreno per lo scontro finale tra SSR e Leviathan. Risultato? Un episodio perfetto. C’è un metro di misura fondamentale che io uso per capire quanto un […]

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Ora si fa sul serio: è l’ultimo episodio prima del Season (o forse Series) Finale di Agent Carter e la Marvel finalmente tira le fila di tutto preparando il terreno per lo scontro finale tra SSR e Leviathan. Risultato? Un episodio perfetto.

C’è un metro di misura fondamentale che io uso per capire quanto un episodio sia ben fatto: il mio cellulare. Se mi vien voglia di controllarlo troppo spesso, di sbloccarlo e ribloccarlo, di aprire Facebook così tanto per, c’è decisamente qualcosa che non va nell’episodio che sto guardando. Ma con SNAFU, niente di tutto ciò è accaduto: non ho staccato gli occhi dallo schermo nemmeno per un secondo.

Per chi non lo sapesse, SNAFU è un acronimo inglese nato durante la Seconda Guerra Mondiale che significa Situation Normal: All Fucked Up* (grazie, Wikipedia). Il che, ovviamente, riassume benissimo tutto l’episodio.

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Si riprende esattamente da dove ci eravamo fermati settimana scorsa: Peggy è stata arrestata dall’SSR con l’accusa di spionaggio e tradimento per aver collaborato con Howard Stark. Intanto il nemico è alle porte, con la spia sotto copertura Dottie a piede libero e il malvagio dottor Ivchenko infiltrato proprio alla sede dell’SSR.

Peggy viene interrogata, in una scena davvero di alto livello – sia come scrittura che come montaggio – in cui si alternano le domande di Sousa, Thompson e Dooley, nessuno dei quali al momento crede alla sua versione dei fatti.

Tutti loro però sentono che qualcosa non quadra nella ricostruzione – anche perchè Peggy stessa non sta raccontando proprio tutta tutta la verità – e quando le cose per lei iniziano a mettersi male, ecco prontamente arrivare il nostro Jarvis con una confessione firmata nientemeno che da Stark in persona, che si prende la colpa di tutto e che si consegnerà se Carter e Jarvis stesso verranno rilasciati.

Thompson: You have watched me at the other side of the glass. You know what I’m capable of.

Carter: And YOU know what I am capable of.

Manco a dirlo, la confessione è un falso colossale di Jarvis, e Carter sta per andare su tutte le furie quando, casualmente, nota qualcosa.

Peggy si accorge finalmente che Ivchenko sta comunicando in codice Morse con un complice dall’altra parte della strada – ma com’è che nelle serie e nei film tutti conoscono a memoria il codice Morse? – e scopre che il misterioso piano finale di Leviathan sta per compiersi. L’agente Carter decide così di mandare a puttane la libertà appena conquistata grazie a Jarvis, raccontare tutto tutto ma proprio tutto dall’inizio ai suoi ormai ex colleghi e sperare che le credano per fermare il pazzoide in tempo.

Sulle prime, di nuovo, nessuno le crede, ma è quando lei mostra di essere in possesso della fiala del sangue di Capitan America – e ogni volta che ne parla, Hayley Atwell ci regala un’interpretazione egregia e autentica – che tutti, Sousa in primis, decidono di seguire la sua pista. Si recano così sulle tracce di Dottie nel palazzo di fronte e, dopo la scena più stupida e surreale di tutte – agenti segreti, sia russi che americani, che si fanno fregare dalle loro ombre. Sì, sono serio – e qualche vittima inutile, Dottie riesce a fuggire scendendo le scale a modo suo.

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Nel frattempo, il piano perfetto di Leviathan prende forma anche alla sede dell’SSR: Ivchenko ipnotizza Dooley, che incatena Carter e Jarvis nella sala interrogatori e consegna al malvagio russo uno dei congegni di Stark in possesso dell’SSR, il misterioso Item 17. Dopodichè, dopo avergli dato la possibilità di salutare la sua famiglia, Ivchenko costringe Dooley a indossare un instabile e pericoloso giubbotto calorifico made in Stark Industries che esploderà di lì a poco. Giusto il tempo di salutare tutti, e con un gesto eroico Dooley si lancia dalla finestra esplodendo a mezz’aria. Una scena veramente potentissima per chiudere l’episodio con una morte eccellente e rendere i nostri ancora più incazzati e combattivi in tempo per il gran finale.

Ma non finisce qui. Se eravate curiosi di sapere cosa fosse l’Item 17, la nostra Dottie ci fa la cortesia di azionarlo direttamente nella sala di un cinema: ne esce un gas che fa letteralmente impazzire tutti e fa sì che le persone si massacrino tra loro – robetta carina, tipo azzannarsi e cavarsi gli occhi a vicenda, cosette così.

Non sappiamo per cosa Leviathan voglia usare questo pericolosissimo congegno, se per semplice terrorismo – ci permettiamo di dubitare – o se per una motivazione ben più grande (e non mi stupirei se fosse legata a qualche evento fondamentale nell’Universo Cinematografico Marvel). Fatto sta che questa puntata ha gettato delle basi solidissime per un season finale esplosivo, e non vediamo l’ora che arrivi mercoledì prossimo per gustarcelo.

Cinque porcamiseria su cinque, meritatissimi per i dialoghi davvero ben scritti – su tutti l’interrogatorio in cui Carter demolisce il maschilismo dei colleghi e gli scambi tra lei e Jarvis, che rimane il personaggio migliore della serie – e per la costante tensione che, ebbene sì, non mi ha fatto controllare Facebook nemmeno una volta.

voto-5

Note sparse e solito excursus da nerd sulle citazioni fumettistiche:

  • Non si sa nulla di un eventuale rinnovo della serie. Pare fosse progettata fin dall’inizio per essere una serie standalone che riempisse la pausa invernale di Agents of S.H.I.E.L.D., e visti gli ascolti non alle stelle non sarei troppo ottimista sul suo futuro. Peccato, però.
  • Le congetture fatte dai fan sull’identità di Ivchenko erano in qualche modo esatte: lo vediamo infatti a inizio episodio leggere un libro che narra del Dottor Faustus, cattivo di Capitan America nelle storie degli anni ’70 col potere di controllare la mente delle persone. Quindi non sarà propriamente lui, ma poco ci manca.
  • Nei fumetti, peraltro, Faustus viene ripescato anni dopo, nel 2006, quando durante il maxievento Civil War ipnotizza Sharon Carter (la nipote di Peggy, che abbiamo visto interpretata da Emily Thorne Emily VanCamp in Captain America: The Winter Soldier) e le fa uccidere Capitan America. Guardacaso, il prossimo film di Captain America si intitolerà proprio Civil War e uscirà nel 2016. Chissà che Ivchenko in qualche modo non possa tornare e avere un ruolo in tutto ciò. Staremo a vedere.

Porcamiseria

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