13 Reasons Why2×01 The First Polaroid

Season Premiere La vita dopo Hannah Baker continua, ma il processo per redimere la storia della ragazza ha un impatto diverso su ciascuno dei protagonisti. Non è facile vivere liberi dalle conseguenze degli errori commessi, ma la verità deve ancora venire completamente a galla.

8.0

L’attesa per un’improbabile seconda stagione di 13 Reasons Why è cresciuta negli ultimi mesi fra dubbi ed incertezze circa un logico proseguimento di una narrazione che sembrava avere già esaurito tutte le carte in tavola un anno fa. Eppure The First Polaroid inaugura in modo deciso un secondo blocco di storie che ha il potenziale per portare la serie ad un livello completamente diverso, in un certo senso più adulto.


Dopo le numerose critiche dello scorso anno, la stagione si apre con un segmento in cui gli attori sensibilizzano il pubblico alle tematiche che 13 Reasons Why affronta senza alcun tipo di censura e lo “mette in guardia” sulle possibili conseguenze che la visione dello show può avere su di esso.

Il messaggio è in qualche modo necessario per aprire le porte di un mondo che sembra essere profondamente cambiato dall’ultima volta che lo abbiamo visto; le atmosfere della serie sono immediatamente più cupe, con un Clay Jensen alle prese con tatuaggi, attacchi d’ira e rapporti sessuali mancati.

L’obiettivo dell’episodio è quello di introdurci gradualmente al nuovo status delle cose, in una realtà non facile per nessuno dei protagonisti della serie. Ognuno di essi sta pian piano reagendo alla verità venuta a galla dopo la scoperta delle cassette, metabolizzando a proprio modo la violenza brutale di una società pronta ad additare e giudicare senza filtri. Il ritorno a scuola di Alex e Jessica è la prova lampante che le parole del maschio alfa sono ancora protette da una patina di credibilità capace di colpire chiunque provi ad ostacolarle.

Bryce è ancora libero di muoversi fra i corridoi di una scuola che lo osanna a padrone e protettore e sebbene ci venga mostrato un monitoraggio più attento da parte dei docenti, ci si rende conto quasi immediatamente che il bullismo che ha ucciso Hannah è ancora vivo in ogni angolo dell’istituto.

La sua presenza è percepibile in ogni frammento dell’episodio, nonostante appaia sporadicamente in qualche flashback. Il processo portato avanti dalla madre ha finalmente inizio e ciò è solo il pretesto per scavare più a fondo nella ricerca della verità liberando ancora una volta i segreti e le paure di una donna vittima degli abusi e dei silenzi di chiunque le stesse accanto.

The First Polaroid pone al centro della narrazione la testimonianza di Tyler, voce narrante dell’episodio e guida ad ogni stato d’animo percorso ed esaminato. Il ruolo di Tyler rimane incerto, ponendosi a metà fra amico e nemico, evidenziando in maniera impeccabile l’ambiguità del personaggio, ma le sue parole e le domande a lui poste dalla parte avversaria (al momento i legali della scuola) rivelano che c’è ancora molto da scoprire sul passato di Hannah.

Sebbene lo stratagemma della causa penale e le testimonianze possa in un certo senso risultare forzato, insistendo su un qualcosa già ampiamente affrontato durante la prima stagione, siamo convinti che fosse l’unico modo per proseguire in modo coerente con la narrazione. Il focus non è più solo su Hannah e il suo dolore, che rimane comunque il perno su cui la serie è strutturata, ma sull’evoluzione di tutti gli altri personaggi e la loro sopravvivenza in una dimensione che vuole tanto proteggerli quanto abbatterli e dimenticarli.

La cosa che ci ha colpito di più dell’episodio è la lontananza di Clay da tutto il resto. L’innocente eroe della scorsa stagione sembra aver trovato un proprio equilibrio attraverso la stabilità della propria relazione e un’ottima condotta scolastica. In realtà la rabbia che lo tormenta non tarda a manifestarsi quando scopre che una sua testimonianza al processo istituito per redimere la ragazza che gli ha cambiato la vita non è prevista.

La sua impotenza fa sì che Clay viva quasi con distacco la realtà che lo circonda, segretamente sperando di poter fare qualcosa per distruggere Bryce una volta per tutte. Il ritrovamento di quella che sembrerebbe essere la prima di diverse polaroid con scritto “Hannah non era la sola” ci fa pensare che l’obiettivo finale della stagione sia proprio quello di punire i colpevoli.

È chiaro che 13 Reasons Why abbia in serbo per noi ancora molte sorprese, minando proprio ai capi saldi che hanno reso la storia di Hannah così popolare. Sono ancora molte le verità da rivelare e non ci stupirebbe se il resto degli episodi stravolgesse completamente il modus operandi della serie.

Porcamiseria
  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
8/10

In breve

La storia di Hannah Baker ha una drastica svolta verso atmosfere più cupe ed adulte, in un mondo che fa ancora fatica ad accettare le parole di una ragazza vittima di abusi come verità inconfutabile. Ottima analisi dei meccanismi di reazione dei vari personaggi.

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Porcamiseria

8

La storia di Hannah Baker ha una drastica svolta verso atmosfere più cupe ed adulte, in un mondo che fa ancora fatica ad accettare le parole di una ragazza vittima di abusi come verità inconfutabile. Ottima analisi dei meccanismi di reazione dei vari personaggi.

Storia 8 Tecnica 8 Emozione 8
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